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Milano, Fi spinge per Lupi candidato sindaco ma ora è la Lega a frenare

Tajani definisce "un ottimo candidato" il leader di Noi con l'Italia ma dal Carroccio emergono resistenze per divergenze personali con l'ex ministro delle Infrastrutture

Pubblicato:15-05-2021 17:41
Ultimo aggiornamento:15-05-2021 17:44
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Di Nicolò Rubeis

MILANO – Dopo il ‘no’, questa volta definitivo, di Gabriele Albertini, il centrodestra è di nuovo punto e a capo, ma il tempo stringe e adesso, in pole position, sembra esserci Maurizio Lupi. Stando a quanto apprende la ‘Dire’ da fonti presenti al tavolo nazionale del centrodestra, su Milano ora ci sono “tutte le condizioni” per puntare sul leader di Noi con l’Italia. Per Forza Italia la conferma è arrivata dalle parole del portavoce Antonio Tajani, che in tv ha parlato di Lupi come “di un ottimo candidato per Milano”, con la ‘promessa’ di discuterne presto con Meloni e Salvini, un endorsement condiviso anche dalla base territoriale azzurra.

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COLUCCI (NCI): “ASPETTARE GODOT NON HA FUNZIONATO, È ORA DI DECIDERE IL NOME”

Il senatore di Nci Alessandro Colucci, pur senza sbilanciarsi a nome del suo leader, lascia intendere che l’ex assessore meneghino sarebbe pronto a raccogliere la sfida: “Non so cosa si aspetta dopo la rinuncia di Albertini – afferma – ma è arrivato il momento di decidere e ci sono persone nell’ambito politico che possono far vincere Milano al centrodestra”. Proprio come Lupi insomma, che intanto “sta lavorando nell’interesse di partire senza più teatrini o tira e molla – aggiunge Colucci – aspettare Godot non ha funzionato. Archiviata la telenovela Albertini ora è urgente che il centrodestra si incontri subito per una candidatura autorevole”.

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LE RESISTENZE DELLA LEGA SU LUPI

Non tutte le strade però sembrano portare a Lupi. Fonti della Lega assicurano che ancora niente è deciso, ricordando i trascorsi non idilliaci tra alcuni esponenti di rilievo del Carroccio e l’ex ministro alle Infrastrutture. Non solo per vicende politiche passate, ma anche per “divergenze personali“. Salvini, incassato il ‘no’ di Albertini sul quale puntava e si era espresso pubblicamente più volte, non ha ancora commentato. Lupi a sua volta resta vigile ma coperto. Qualche giorno fa alla ‘Dire’ che lo interpellava aveva citato Don Giussani, spiegando che solo a “una domanda si può rispondere”. Anche Lupi sollecitava dunque un’unità di intenti sul suo nome, per scardinare le resistenze della Lega. L’alternativa che continua a circolare è ancora quella di Maurizio Ruggiero, l’amministratore delegato di Melita Italia. Ruggiero sarebbe rimasto piuttosto “spiazzato” dalla rinuncia di Albertini. Ma ora che è tornata l’incertezza sul candidato, il super manager non muove un muscolo. “Tutto fermo finché non si sa come si muovono dal centrodestra”, assicurano dal suo entourage, con la palla dunque che è saldamente in mano alla politica.

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