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Confermato l’ergastolo per l’assassino di Giuseppe Parretta, figlio 18enne di Caterina Villirillo

La Cassazione ha confermato le sentenze di primo e secondo grado contro il pluripregiudicato Salvatore Gerace, che il 13 gennaio 2018 uccise il ragazzo nella sede dell'associazione 'Libere Donne' a Crotone dove operava la mamma da sempre impegnata per la legalità

Pubblicato:17-11-2022 08:43
Ultimo aggiornamento:17-11-2022 12:40
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giuseppe_villirillo
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ROMA – Confermata in Cassazione la condanna all’ergastolo per il pluripregiudicato Salvatore Gerace, assassino del giovane Giuseppe Parretta ucciso a colpi d’arma di fuoco il 13 gennaio 2018 nella sede dell’associazione ‘Libere Donne’ a Crotone, dove operava la mamma, Caterina Villirillo, presidente dell’associazione e da sempre impegnata per la legalità.

L’OMICIDIO DI GIUSEPPE PARRETTA

Quel terribile giorno, il 13 gennaio 2018, il povero Giuseppe Parretta, diciottenne, fu l’unica vittima del pluripregiudicato Gerace. Il suo ‘piano’ era di sterminare l’intera famiglia, ma colpì per primo (e poi rimase l’unico) il giovane, per prevenire la sua possibile reazione. L’omicidio avvenne nella sede dell’associazione ‘Libere Donne’ di Crotone, fondato dalla mamma Caterina Villirillo. Lei ha più volte pensato di essere lei, in realtà, la destinataria della furia ‘ndranghetista di Gerace che le ha portato via il figlio, per il suo essersi schierata dalla parte delle donne e dei fragili. Alla scena erano presenti anche l’altra figlia di Catia, Benedetta, e la giovane fidanzata di Giuseppe, Ester.

LE SENTENZE DI PRIMO E SECONDO GRADO

In primo e secondo grado l’assassino ha avuto il massimo della pena, ma Katia e i suoi figli hanno “nitido il ricordo di quelle aule fredde, della violenza che si subisce nei Tribunali, abbiamo subito i soprusi di Gerace che ci ha offeso, che ha cercato di capovolgere il processo. Ecco io questo non l’ho perdonato“, ha detto alla Dire mentre ricordava che durante il processo ha dovuto persino sentire l’accusa di non aver difeso suo figlio mentre veniva trucidato.


IL SINDACO DI CROTONE: “SEGNALE FORTE DI GIUSTIZIA”

“La sentenza della Cassazione che conferma l’ergastolo per il responsabile del delitto di Giuseppe Parretta sicuramente non lenisce il dolore di una madre, di una famiglia, di un’intera comunità ma è comunque un segnale forte di giustizia e di legalità“. Così il sindaco di Crotone Vincenzo Voce sul caso dell’omicidio di Giuseppe Parretta.

“Nonostante gli anni che sono passati il ricordo di Giuseppe è sempre vivo nei cuori dei crotonesi attraverso l’impegno della mamma e della famiglia, degli amici, di tutti coloro che lo hanno conosciuto e voluto bene, ai quali rinnoviamo la vicinanza di tutta la comunità cittadina”, aggiunge il primo cittadino.

“L’amministrazione ha seguito, quale parte civile costituita con il patrocinio dell’avvocato Mario Nigro, questa fase giudiziaria che ha portato anche al rigetto del ricorso difensivo nei confronti dell’Ente con la condanna al pagamento delle spese legali da parte dell’imputato. Non conta tanto questa ulteriore sentenza – conclude Voce – quanto il fatto che ritenevamo doveroso essere accanto ad una madre che ha visto uccidere sotto i suoi occhi il proprio figlio. Si chiude con la sentenza della Cassazione una pagina giudiziaria, non si spegnerà mai il ricordo di Giuseppe nei cuori dei crotonesi”.

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