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Operazione ‘Affari di famiglia’, 37 arresti nel cosentino

Indagine della Dda di Catanzaro sugli assetti criminali dell'alto tirreno calabrese

Pubblicato:09-05-2023 19:51
Ultimo aggiornamento:09-05-2023 19:51
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mafia aste giudiziarie
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REGGIO CALABRIA – Sono 37 le persone indagate, nel cosentino, dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, nell’ambito dell’operazione ‘Affari di famiglia’, che ha coinvolto gli assetti criminali ndranghetisti nei territori dei Comuni di San Lucido, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio e Longobardi con tendenza all’espansione verso le aree limitrofe e con rapporti di alleanza con altre articolazioni criminali operanti nella città di Cosenza.

L’attività investigativa dei carabinieri, che si è avvalsa anche di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, coinvolge gli attuali indagati ai quali sono stati contestati i reati di: armi, intestazione fittizia e abusivo esercizio del credito, estorsioni, anche mediante danneggiamenti, ai danni sia aziende, piccole e grandi, di esercizi commerciali e imprese del territorio, impegnate in lavori pubblici.

Gli investigatori hanno fatto luce anche sulla struttura e sul modus operandi di due associazioni a delinquere che si occupavano del traffico di stupefacenti, cocaina, marijuana e hashish. Nello specifico diciotto persone sono finite in carcere, sette ai domiciliari, nove persone raggiunte dalla misura dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza e dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, per un soggetto il divieto di dimora e per altri due il divieto di esercitare l’attività di impresa.


OCCHIUTO: IN CALABRIA ECCELLENZE CONTRO LA CRIMINALITA’

“La brillante operazione condotta oggi a Paola e a San Lucido dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, nei confronti di 37 persone, dimostra quanto in questa fase storica lo Stato stia con il fiato sul collo delle organizzazioni criminali”. Così il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto che aggiunge: “gli indagati sono accusati, tra l’altro, di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione aggravata e traffico di sostanze stupefacenti. Reati odiosi che tolgono ossigeno all’economia sana dei nostri territori e alimentano quella inquinante delle associazioni criminali”.

“Sono compiaciuto del fatto – afferma – che in Calabria alla guida delle forze dell’ordine e della magistratura inquirente ci siano delle vere e proprie eccellenze, che stanno portando avanti un lavoro fondamentale per il nostro territorio e che passo dopo passo stanno restituendo la speranza ai cittadini calabresi di un futuro sereno e libero dalla cappa della criminalità”. “A loro – conclude Occhiuto – va il mio sentito ringraziamento”.

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