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VIDEO | A Milano si torna ad ammazzare, ma per un telefonino

Emergenza sicurezza, aumentano gli episodi di criminalità e di violenza gratuita delle baby gang

Pubblicato:29-04-2024 22:30
Ultimo aggiornamento:30-04-2024 11:00

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MILANO – “Allora è tornata la Milano violenta”. Non proprio quella abusata in letteratura dei Vallanzasca e degli Epaminonda. Non quella anonima- e diremmo oggi splatter- del film poliziottesco del 1976 di Mario Caiano. Ma chi magari non vive la città ogni giorno è sobbalzato dopo i colpi di pistola che la notte della Liberazione hanno steso in via Varsavia Jhonny Suleimanovic. Qui non è importante stabilire se si è trattato di un regolamento di conti tra famiglie rom-slave; è utile capire- attraverso spigolature di cronaca- qual è il male oscuro di una città che oscilla tra i pestaggi dei detenuti minori al Beccaria-, gioco sporco e per nulla rieducativo delle guardie, e questi leggendari ladri che fanno dire all’ex vicesindaco Riccardo De Corato di Fdi che la Commissione parlamentare sicurezza periferie italiane dovrà convocare “un’apposita audizione con la presenza del Questore di Milano, del Comandante dell’Arma dei Carabinieri e del sindaco Sala, al fine di contrastare e arginare queste gravi situazioni che si sviluppano nelle periferie provocando disagi e grossi problemi a tutti i cittadini che ci vivono”. 

De Corato, implacabile marcatore a uomo della giunta Sala sulla sicurezza, interviene dopo l’omicidio Suleimanovic. Ma fermi tutti e niente mano alla fondina. Pardon, alla scheda elettorale. La destra, all’opposizione a Milano e al governo in Lombardia, fa il suo mestiere enfatizzando un omicidio che fa scalpore proprio perché abbastanza isolato. Non tanto per le statistiche con gli omicidi in picchiata da anni in città a favore di reati predatori e a forte allarme sociale come rapine e furti; quanto a guardare la cronologia delle attività recenti delle forze dell’ordine.

BABY GANG SEMPRE PIÙ VIOLENTE

Tra la fine del 2023 e questa prima parte del 2024 emerge molto di più la violenza gratuita delle baby gang, o al limite quella più finalizzata delle guerre per il controllo delle piazze della droga. Esempi? Un diciottenne e un sedicenne fermati dai carabinieri a marzo per un tentato omicidio di un anno prima ai danni di un giovane studente indiano in Erasmus in Italia. Due coltellate alla schiena per un cellulare e un po’ di contanti. Sempre a marzo altri due 19enni (già in galera) raggiunti da una seconda ordinanza di custodia per aver accoltellato un 21enne nella sciccosa corso Como della movida. C’è poi la vendetta ‘in contumacia’ di un uomo, che avendo litigato con un 38enne con reciproco scambio di minacce roteando coltelli ha poi mandato cinque conoscenti a pestarlo a sangue riducendolo in fin di vita quando questo si era ripresentato con una scacciacani.


IL CASO SHIVA

E la violenza dei rapper, quella che arriva quando salta il confine con la fiction da videoclip? Abbondanti le foto di Baby Gang (con la viralità alimentata dai giudici che gli parlano da genitore), un altro epigono del genere che ha gambizzato a colpi di pistola due rivali è il 24enne Shiva, arrestato a ottobre per tentato omicidio dopo una sparatoria innescata a Settimo l’11 luglio. Entrambi i feriti, lievi- reticenti in ospedale e con le forze dell’ordine- a confermare indagini che hanno inquadrato i fatti in vecchi contrasti tra frequentatori del mondo rap/trap milanese e Shiva, che avrebbe reagito a un’aggressione. Buone ultime, ma solo per motivi cronologici, il gruppo di ragazzine capaci di assalire e sfregiare con una lattina d’alluminio per bevande un uomo di 31 anni a Chiesa Rossa. Il taglio sul volto è rimasto indelebile, come confermato anche dalla vittima in video; i fatti risalgono al 28 dicembre, anche se i carabinieri sono risaliti solo una settimana fa a una 15enne e una 17enne a capo di un gruppo di cinque altre coetanee che operavano tra Rozzano e la periferia sud di Milano. “Concreto e serio” il pericolo di reiterazione dei reati, ha rilevato il gip nel convalidare gli arresti.

LE MANI DEI PIROMALLI

Tutto questo testosterone, maschile e femminile, mentre i professionisti della violenza la usano sempre meno per infiltrarsi al meglio nelle maglie larghe della Milano che lavora e produce, consuma e crepa. Vedi i Piromalli, marchio storico a denominazione d’origine controllata della ‘ndrangheta, che all’Isola si erano già comprati quattro punti vendita di cibo e bevande al “Mercato Comunale”. Le mani dei Piromalli si erano poi allungate ad alcuni locali della movida milanese, presi in controllo attraverso prestanome privi di qualunque esperienza. Ci sono poi stati cinque arresti dei carabinieri di San Donato coordinati dalla procura di Lodi per chiudere una guerra di droga che ha visto due tentati omicidi il 27 settembre e il 30 novembre scorsi durante scontri tra due fazioni rivali in lotta per il controllo della piazza di San Giuliano Milanese. Nelle colluttazioni furono usati anche bastoni e coltelli e le perquisizioni domiciliari degli arrestati hanno fatto emergere anche un revolver 44 magnum (carico e pronto all’uso) nascosto dentro l’auto di un quarto arrestato. Alla Barona invece, storica periferia operaia milanese, 14 arresti a fine febbraio hanno interrotto un flusso di cocaina che arrivava anche in Sardegna. I malviventi custodivano armi da fuoco, per conto dei vertici dell’associazione, in nascondigli anche all’interno di alcuni locali pubblici.

I NUMERI DELLE FORZE DELL’ORDINE

Fin qui le spigolature di cronaca, e detto che oltre ai militari di Strade sicure sono arrivati nel 2023 altri 931 Carabinieri in Lombardia, di cui 274 in provincia e 96 ai reparti della città di Milano, resta da segnalare la vigliaccheria con cui il 24 ottobre 2023 un pregiudicato ha pedinato a mezzanotte un disabile che rincasava in via Palmeri. Non pago della debolezza della vittima, il pregiudicato ha picchiato a lungo il disabile per prendergli il cellulare avvalendosi di un complice. I carabinieri gli hanno trovato a casa i vestiti che indossava durante il pestaggio. Meglio rivedere al cinema la razionale violenza del 1976 che questa pellicola buia. 

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