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Gianni Riotta: “Il ’68 americano fu unico, ma ora nei campus può accadere di tutto”

L'analisi del giornalista-scrittore naturalizzato statunitense: dal Vietnam al Medio Oriente, dalle proteste negli atenei a Joe Biden contro Donald Trump

Pubblicato:29-04-2024 19:50
Ultimo aggiornamento:29-04-2024 19:53

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(Foto credits account X Columbia Students for Justice in Palestine @ColumbiaSJP)

ROMA – “Macchè ’68: quello fu un anno unico nella storia americana, con il suicidio pubblico del Partito democratico dopo che erano stati uccisi il reverendo Martin Luther King e Bob Kennedy, che aveva appena vinto le primarie”. Gianni Riotta, giornalista e scrittore naturalizzato statunitense, non crede alle analogie suggerite dal New York Times.

LA PREVISIONE DEL NEW YORK TIMES

In un articolo pubblicato dal quotidiano la settimana scorsa si analizzano le possibili ripercussioni delle proteste nei campus delle università americane in relazione al conflitto in Medio Oriente e in particolare all’offensiva militare di Israele nella Striscia di Gaza. “Potrebbero danneggiare il Partito democratico” la tesi dell’autore dell’intervento, Jeremy Peters. “Nel 1968 la Convenzione democratica fu oscurata dagli scontri tra i poliziotti e i dimostranti”.


ORA COME ALLORA: CONVENTION DEMOCRATICA A CHICAGO


Oggi come allora l’appuntamento pre-elettorale del Partito democratico è previsto a Chicago. Ad agitare il confronto non è la guerra del Vietnam ma quella mediorientale, con le accuse al presidente Joe Biden di non fare abbastanza per garantire pace e rispetto dei diritti umani.Che ci siano rischi lo conferma Riotta: “La gestione della protesta, anzitutto alla Columbia da parte della presidente Minouche Shafik, che ha chiamato la polizia facendola entrare nell’ateneo per la prima volta dopo 50 anni, non è stata sbagliata ma semplicemente disastrosa”. Tutto da vedere come andrà a finire. “Cosa succede se il 15 maggio, con le lauree alla Columbia, interviene la polizia e uno studente sbatte la testa?” chiede il giornalista. “La situazione, per usare un eufemismo, è molto volatile”.
La premessa è che negli Stati Uniti esiste un emendamento costituzionale che protegge anche i discorsi “estremi”. “In Italia l’apologia del fascismo è reato”, ricorda Riotta, “mentre negli Stati Uniti se vuoi scrivere un libro per sostenere che Adolf Hitler agì bene lo puoi fare”. Note a piè pagina sul piano della comunicazione, dopo i cortei nel campo profughi di Shaboura, a Rafah, in risposta alla mobilitazione negli atenei americani. “Mentre è ovvio che nella Striscia di Gaza ci sia una popolazione sotto assedio che ringrazia gli studenti che protestano nelle università americane”, dice Riotta, “c’è chi ha pubblicato post social per conto della Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei, celebrando la bandiera di Hezbollah che sventola nei campus Usa”.

RICHARD NIXON E DONALD TRUMP

Ma torniamo agli Stati Uniti, per la precisione alle elezioni per la Casa Bianca di fine anno. Se nel 1968 le vinse Richard Nixon promettendo “legge e ordine”, questa volta a guidare i repubblicani dovrebbe essere l’ex presidente Donald Trump. “A New York non ci sono solo le proteste alla Columbia ma anche il processo all’ex presidente, che deve rispondere di accuse penali ed è costretto ad aspettare l’intervallo delle udienze per poter andare al bagno” dice Riotta. “Come può presentarsi uno così come il garante di legge e ordine? E poi bisogna vedere come va a finire il processo, se ci sarà un’assoluzione o una condanna”. Un’altra nota a più pagina. Oltre alla convention democratica ce ne sarà una repubblicana, in condizioni nient’affatto scontate. E poi ancora dal New York Times, sul Vietnam e non solo. “I contestatori contrari alla guerra avevano messo il Paese in difficoltà” scrive Peters. “Alla fine degli anni Sessanta una maggioranza di americani era contraria al conflitto ma il movimento contro la guerra aveva allontanato molti elettori perché alcuni cortei erano divenuti violenti”. La convention democratica è in programma a Chicago, dal 19 al 22 agosto prossimi. Quella repubblicana invece a Milwaukee, dal 15 al 18 luglio.

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