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Afghanistan, la denuncia del blogger: “Qui Stato islamico, povertà, raid Usa…e ora anche il Covid”

"La comunità internazionale deve intervenire per senso di umanità e amicizia nei nostri confronti, la tregua con i talebani non basta"

Pubblicato:22-04-2020 17:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:11

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ROMA – “In Afghanistan la gente ha fame. I prezzi dei prodotti alimentari di base sono aumentati al punto che non riusciamo a fare la spesa. Cinquanta chili di farina ad esempio costavano 1.400 afghani mentre ora ne costano 2.100. E le persone hanno anche paura, l’accordo di pace tra governo e talebani non ha cambiato niente: la guerra continua“.

LA DENUNCIA DEL BLOGGER AFGHANO

Obaid Kamosh vive nella provincia orientale di Kunar. Ha 30 anni e come molti della sua generazione è disoccupato. Oltre al lavoro, cerca anche soluzioni di pace per il suo Paese scrivendo articoli di opinione e denuncia su vari blog locali.

ISIS E RAID USA, NON SOLO TALEBANI

“La situazione della sicurezza è peggiorata”, riferisce Kamosh all’agenzia Dire, ripercorrendo mentalmente anni di guerra. “L’accordo di pace raggiunto tra Kabul e i talebani a fine febbraio con la mediazione di Washington riguarda i talebani ma in Afghanistan sono attivi tanti altri gruppi”.


Lo sanno bene gli abitanti di Kunar, un’area dove sono operative le cellule del gruppo Stato islamico (Isis). Solo poche settimane fa, gli ultimi scontri con le forze statunitensi. E i raid americani non sempre risparmiano i civili.

C’È CHI ANCORA FINANZIA LA GUERRA 

“Finché non si tagliano i collegamenti con i finanziatori stranieri, i gruppi continueranno a ricevere soldi e armi e il conflitto continuerà” dice Kamosh. Convinto anche che gli Stati Uniti e i talebani “abbiano commesso crimini imperdonabili”.

L’APPELLO ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

Il blogger si interroga su soluzioni possibili:

“Quale compromesso potrebbero trovare? Molti giovani afghani che svolgevano il servizio di leva sono morti negli scontri che si sono verificati anche dopo l’accordo”. La conseguenza di questa situazione, secondo Kamosh, è un Paese “totalmente distrutto”.

La mancanza di stabilità, lavoro e servizi fa sì che “qui siamo tutti poveri” dice il blogger.

E ora si aggiunge l’epidemia di Covid-19: il ministero della Sanità ha fatto sapere che nelle ultime 24 ore sono stati confermati 51 nuovi casi e quattro decessi, portando il bilancio dei contagi a 1.143. “I laboratori per i test clinici sono pochi e in poche province” sottolinea Kamosh.

“Le istituzioni non hanno la forza di far fronte a questa epidemia, non riescono neanche a fare le diagnosi. Spesso la conferma della malattia arriva dopo la morte del paziente. Temiamo che l’epidemia provocherà un disastro“. Quindi l’appello: “L’Italia e la comunità internazionale devono intervenire, per senso di umanità e amicizia nei confronti della popolazione afghana”.

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