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Chiude la locanda dei Girasoli a Roma, rabbia sui social

Finisce il sogno della Locanda dei girasoli, che a quanto pare il 30 aprile dovrà restituire le chiavi del locale all'Ater: rabbia sui social per il disinteresse delle istituzioni verso un progetto a sostegno dell'inclusione dei disabili

Pubblicato:27-04-2024 19:00
Ultimo aggiornamento:27-04-2024 19:00

locanda girasoli roma
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ROMA – Nelle scorse settimane della ‘Locanda dei Girasoli’ si era parlato grazie alla donazione dei tifosi della Roma, dopo la raccolta fondi iniziata per pagare la multa di Gianluca Mancini. Il difensore giallorosso era stato multato per l’esultanza post derby, ma lui stesso aveva chiesto di dirottare quei fondi proprio alla Locanda.
Ora l’annuncio de ‘il sogno svanito‘: la Locanda, infatti, restituirà le chiavi all’Ater. “Era luglio del 2022 quando alla Locanda dei Girasoli fu consegnato, dall’Ater, un immobile in via Taranto 54, precedentemente oggetto di sequestro a Forza Nuova- si legge nella nota della Locanda dei Girasoli- Sembrava un sogno: una nuova opportunità per continuare un’esperienza ventennale nell’inserimento lavorativo di ragazzi con sindrome di Down e disabilità cognitive. Per 18 famiglie, questo significava sperare in un futuro di dignità per i propri figli. L’edificio era in pessime condizioni, ma ci era stata promessa assistenza completa dalla Regione e da fondazioni”.

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Tuttavia, continua, “dopo due anni, nulla è cambiato. Nessuno si è attivato per contribuire al restauro, il cui costo è di circa 400.000 euro. La nuova cooperativa, che ha accettato l’arduo compito di portare avanti questo progetto, non dispone dei fondi necessari. Tutte le richieste di aiuto sono rimaste senza risposta. Abbiamo lasciato il sogno per trovarci nel buio totale, e ora l’Ater, vedendo che non riusciamo a recuperare l’immobile, chiede la restituzione. Questo sarà il giorno 30 aprile ore 11,00 in cui tutto è cominciato: via Taranto 54. Riconsegnare le chiavi rappresenta una sconfitta per tutti, nessuno escluso“.


Continua il comunicato: “Non ci sono parole per giustificare questa situazione. Non c’è spazio per le dispute politiche o per attribuire colpe. Resta solo l’amarezza nel vedere che siamo stati abbandonati al nostro destino, senza speranza di ricreare un’esperienza che è stata un esempio in Italia e all’estero. Un’esperienza che ha formato decine di ragazzi disabili e ha offerto speranza a centinaia di famiglie. Quando una società che si definisce inclusiva perde di vista questi valori, è difficile credere che le parole spese siano parte di una vera strategia per risolvere i problemi dei ragazzi disabili. Tuttavia, nonostante tutto, noi continueremo. Abbiamo una missione che non possiamo abbandonare: nessuno deve essere lasciato indietro. Proseguiremo con altre attività che permetteranno ai nostri ragazzi attuali e a quelli futuri di essere parte integrante della comunità. Ringraziamo con affetto tutti coloro che ci sostengono in questo momento, assicurando loro che continueremo nel nostro impegno per la civiltà, verso quelle persone troppe volte dimenticate”.

La nota pubblica sui social ha provocato sdegno e rabbia per questo epilogo. “Quanto vi capisco! Sono una volontaria disabile di un associazione di clownterapia del salento- scrive una utente- tra i tanti progetti che portiamo avanti l’inclusione e vi posso assicurare che è la lotta di ogni giorno! Le istituzioni assenti è vergognoso! Non mollateee!”. Scrive un’altra follower: “È osceno tutto questo…facciamo qualcosa!”. C’è anche chi propone una raccolta fondi: “cosa possiamo fare per aiutarvi? proviamo una raccolta fondi? un piccolo sforzo da parte di tanti potrebbe essere utile”.
Dei disabili “al governo non interessa nulla…devono pensare alle guerre”, denuncia una ragazza. E poi l’appello a non cedere, a non andare avanti. Lo scrive Mattia, ma lo pensano tutti: “Non mollate, siamo con voi”.

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