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E da Bologna risale la spinta al ‘ministero della Pace’

Campagna per istituire un ministero con competenze su disarmo, mediazione, nonviolenza si rilancia da Bologna. "E' arrivata l'ora di organizzare la pace"

Pubblicato:04-05-2023 15:42
Ultimo aggiornamento:04-05-2023 15:43

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BOLOGNA – “L’uomo ha sempre organizzato la guerra. E’ arrivata l’ora di organizzare la pace“. Con questo messaggio, la spinta all’istituzione di un nuovo ministero, dedicato alla pace, passa ora da Bologna. Le associazioni promotrici della campagna per la creazione di un ‘ministero della Pace’ si ritrovano sabato a Bologna (alle 15 in Cappella Farnese) per l’evento “Ministero della Pace: una politica per il futuro”. Patrocinato da Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e Comune di Bologna, è rivolto a cittadinanza, enti, movimenti della società civile e Istituzioni. L’intento dell’incontro con le rappresentanze delle 21 associazioni promotrici della campagna è appunto condividere “riflessioni, proposte e buone prassi per tracciare una via concreta verso l’istituzione di un ministero della Pace”. Ed un modo per rinnovare l’appello rivolto alle forze politiche (c’è in questo senso una lettera aperta ai parlamentari diffusa online) per “una visione innovativa e un nuovo assetto dell’organizzazione ministeriale; mentre nel mondo si continua a trascurare la pace e a sviluppare gli strumenti di guerra, il Paese ha bisogno del ministero della Pace in coerenza col ripudio della guerra, mondiale e costituzionale”.

ECCO COME DOVREBBE FUNZIONARE (E COSA DOVREBBE FARE) IL MINISTERO DELLA PACE

Si tratta, spiega le associazioni, di provare a dar vita a una “cabina di regia” che, in collaborazione con gli altri dicasteri e trasversalmente, avrebbe competenze su Pace, disarmo (ad esempio monitorando gli accordi internazionali, la riduzione delle spese per armamenti e la riconversione a fini civili delle industrie della difesa), nonviolenza, mediazione sociale (promuovendo linguaggi-comportamenti senza odio), giustizia riparativa, qualificazione delle politiche di istruzione. Che saranno anche gli argomenti tematici dell’incontro.

IL MINISTERO DELLA PACE PIACE? UN SONDAGGIO HA PROVATO A CAPIRLO, E I PROMOTORI: SOCIETÀ CIVILE PRONTA, È LA POLITICA CHE È VECCHIA

La campagna, inoltre, per avere un riscontro sul livello di favore che la proposta di istituzione di un ministero della Pace trova tra l’elettorato italiano, ha realizzato un’indagine su un campione rappresentativo degli elettori italiani commissionata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e realizzata dalla Società Demetra, con la collaborazione dell’Università di Padova. Agli intervistati è stato proposto un questionario diviso in cinque aree e con 38 domande: per tastare il polso sull’idea del ministero e le sue competenze, e su altre questioni. Si tratta di impostare “una politica per il futuro- affermano gli organizzatori- perché questo ministero non è un sogno ma una solida realtà; la difesa civile non armata, l’educazione nonviolenta, il disarmo e solidarietà internazionale sono il patrimonio di valore inestimabile di chi da anni li pratica per il bene comune; necessitano di ricevere dignità istituzionale”. In questo percorso “la società civile è pronta ed anzi è anni luce avanti. È la politica ad essere vecchia“, dicono le associazioni promotrici della campagna aggiungendo che “tanti eventi drammatici, l’ennesima guerra a noi vicina, costringono ad aprire gli occhi. E’ il tempo dell’inversione di rotta, e sta a noi essere i promotori di questo cambiamento, artigiani ed architetti di pace”.


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ECCO LE ASSOCIAZIONI IMPEGNATE NELLA CAMPAGNA

Impegnate nella campagna sono Aleph, Amici Joaquim, Comunità Papa Giovanni XXIII, Atlante Guerre-46° Parallelo, Azione cattolica Italiana, Casa Della Pace Parma, Cesc, Cipsi, Culturambiente, Don Calabria, Esseri Umani Onlus, Focolari, Focsiv, Juri Eremo Del Silenzio, Centro Di Ateneo Per I Diritti Umani-Unipd, Mir, Movimento Nonviolento, Pax Christi, Pressenza, ProDoCs, Sermig. E sotto le Due torri l’evento è rilanciato anche dal Portico della pace in prima fila nell’organizzazione delle manifestazioni per la fine del conflitto in Ucraina.

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