NEWS:

Già 2.000 firme per far dimettere Valdegamberi, lui: “Non mi dimetto e non ritratto”

Ha già raccolto 2.000 firme la petizione lanciata dai Verdi per chiedere le dimissioni di Stefano Valdegamberi, il consigliere veneto che ha attaccato Elena Cecchettin. Lui tira dritto

Pubblicato:21-11-2023 18:59
Ultimo aggiornamento:21-11-2023 19:05
Autore:

valdegamberi_elena cecchettin
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

VERONA – Sono già più di 2.000 le firme raccolte dalla petizione online lanciata dei Verdi del Veneto per chiedere le dimissioni del consigliere regionale Stefano Valdegamberi, l’esponente del Gruppo misto eletto nella lista Zaia che ieri è finito nella bufera per aver attaccato pubblicamente, in un post su Facebook, Elena Cecchettin. La sorella di Giulia, la 22enne uccisa a coltellate dal suo ex Filippo Turetta, è stata presa di mira per aver fatto un appello a tutti a combattere il “patriarcato” e la “cultura dello stupro” che ancora oggi sono troppo radicati nella società. Valdegamberi, sui social, l’ha attaccata dicendosi scettico di questa invettiva “ideologica” e sopratuttto ha puntato il dito contro la felpa che la 24enne indossava durante l’intervista, su cui comparivano “simboli satanici”. I verdi, subito ieri pomeriggio, hanno lanciato una petizione per chiedere che si dimettesse. Lui è primo tornato sull’argomento, dicendo che voleva criticare l’idea della “società patriarcale”, e oggi poi ha detto a chiare lettere che non ha intenzione di mollare ma neanche di ritrattare. Ecco le sue parole: “Dimettermi? E perché? Ho espresso pareri, quando il Pd dice le sue opinioni io non chiedo le dimissioni”.

LEGGI ANCHE: Spunta un’altra voce (leghista) contro Elena Cecchettin: “Il patriarcato non esiste, no a divisione uomo-donna”
LEGGI ANCHE: Giulia Cecchettin, l’appello della sorella: “Turetta è il figlio sano del patriarcato. Uomini vigilate sui vostri amici”

LEGGI ANCHE: Giulia Cecchettin, la sorella Elena attaccata sul web (e dal consigliere Veneto): “Sei come Ilaria Cucchi”

VALDEGAMBERI: “HO ESPRESSO OPINIONI, LEI HA OFFESO TUTTI GLI UOMINI”

Valdegamberi dice ancora, rispondendo alla domanda di Affaritaliani.it: “Francamente non saprei che cosa ritrattare. Ho espresso le mie opinioni senza offendere nessuno. Lei ha offeso tutti i maschi adulti definendoli stupratori e incitando a modelli sociali discutibili. Il problema della società di oggi è che non ci sono più i valori e il senso di responsabilità nei giovani, a cui vengono detti troppi sì e pochi no. Poi quando arriva qualche no di troppo perdono la testa”.


LEGGI ANCHE: Giulia Cecchettin, la sorella Elena risponde agli attacchi: “Non potete capire il mio dolore”
LEGGI ANCHE: Giulia Cecchettin, il consigliere veneto che ha attaccato la sorella: “Io minacciato di morte”

DOPO VALDEGAMBERI ECCO MONTEVECCHI: “IL PATRIARCATO NON ESISTE”

Oggi un altro politico, il consigliere leghista dell’Emilia-Romagna Matteo Montevecchi, ha espresso posizioni molto simili a quelle di Valdegamberi: ha bollato come “inaccettabili” le parole di Elena Cecchettin e detto che “il patriarcato non esiste”. La colpa di femminicidi come quelo di Giulia, secondo Montevecchi, vanno ricercati nella “perdita di valori” e nella “diffusione di una pericolosa cultura narcisistica che vede l’altro non più come una persona”. Andrebbe invece evitata, dice ancora Montevecchi, una “ideologia ‘woke’ all’ennesima potenza, che predica una incessante divisione tra uomo e donna da respingere con fermezza”.

LEGGI ANCHE: Giulia Cecchettin bambina con la mamma, il saluto della sorella: “Abbracciatevi anche per me”
LEGGI ANCHE: La sorella di Giulia Cecchettin contro Salvini: “Dubita di Turetta? Violenza di Stato”

CISL FNP IN VENETO: “COMBATTERE LE RADICI CULTURALI DELLA VIOLENZA”

Intanto, in Veneto anche dalla Cisl arrivano posizioni battagliere sulla violenza di genere. In particolare, a parlarne sono state Tina Cupani e Carla Campese, rispettivamente segretaria e coordinatrice per le Politiche di genere della Cisl Fnp del Veneto, che stigmatizzano gli attacchi ricevuti da Elena Cecchettin “perché espone chiaramente un pensiero noto a chiunque si occupi seriamente di politiche di genere, è ignobile. E ingiusto. La sorella di Giulia, ennesima vittima di un femminicidio, ha dimostrato in questi giorni di avere piena consapevolezza della complessità di questa realtà che chiamiamo violenza di genere. E ha dimostrato di non aver paura di esporsi, parlando a tutti e in primo luogo direttamente ai suoi coetanei, che pensavamo essere immuni da certi stereotipi. O forse ci illudevamo lo fossero”.

Il femminicidio di Giulia Cecchettin, dicono le due rappresentanti sindacali, “è una sveglia potente: è la prova più drammatica che le radici culturali della violenza contro le donne sono profonde e capillari. Non hanno età, famiglia o formazione di riferimento”. Non esiste solo la violenza esplicita, ricorda Campese, ma si manifesta nei continui “piccoli soprusi, nel linguaggio, nella prevaricazione quotidiana che accompagna la vita di ogni donna nel lavoro, nella vita sociale e negli affetti”. Ma gli stessi sindacati confederali alzano la voce dopo la morte di Giulia Cecchettin.

CGIL CISL UIL: “ABBATTERE LE DISAGUAGLIANZE TRA UOMINI E DONNE”

La condanna dei fenomeni di violenza arriva anche da Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto, Gianfranco Refosco, segretario generale Cisl Veneto, e Roberto Toigo, segretario generale Uil Veneto. La violenza contro le donne, scrivono, “rappresenta un’inaccettabile ingiustizia della nostra società che ci coinvolge tutti. Come sindacato siamo impegnati per contrastare questo crimine in tutte le sue manifestazioni: attraverso iniziative per diffondere la cultura delle parità e delle pari opportunità uomo-donna, a tutela dei diritti umani e della dignità delle donne, delle lavoratrici, delle pensionate, dei minori e dell’intera società”. E “quanto accaduto ci ricorda che non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia di fronte ai casi di abuso e maltrattamenti ai danni delle donne, ciascuno di noi assumendosi le proprie responsabilità: istituzioni, parti sociali, mondo dell’associazionismo”.

“Le disuguaglianze persistenti tra donne e uomini in tutte le sfere della società continuano a rappresentare una sfida che ha l’obiettivo, attraverso cambiamenti strutturali e comportamentali, di ridefinire i paradigmi della nostra società partendo dalle scuole e dai luoghi di lavoro, dove l’uguaglianza deve essere riconosciuta al di là delle differenze. Anche nel ricco ed emancipato Veneto continuano a persistere disparità di genere a livello occupazionale, di retribuzione, di orari di lavoro, di progressioni di carriere, di condivisione delle responsabilità in materia di impegni familiari e di rischio di povertà”, avvertono i sindacalisti. Esprimendo vicinanza alla famiglia di Giulia Cecchettin, alla comunità di Vigonovo “e a tutti coloro che stanno attraversando con sgomento e dolore questo momento”, Cgil-Cisl-Uil del Veneto chiedono anche di “attivarsi con azioni specifiche e idonee” perché “la violenza sulle donne uccide anche la nostra dignità”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it