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Dalla Juve al Billionaire, la “vita in due tempi” di Giancarlo Alessandrelli

Nel libro “Una storia bella, la mia vita in due tempi”, scritto assieme a Francesca Muzzi, l'ex "secondo" di Zoff racconta i suoi due mondi

Pubblicato:27-04-2024 12:27
Ultimo aggiornamento:27-04-2024 14:55

Libro "una vita bella", Giancarlo Alessandrelli
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BOLOGNA- Ha giocato nella Ternana, l’Arezzo, l’Atalanta, la Fiorentina, ma in suo grande amore è stata ed è rimasta la Juventus dove ha militato, anche se sempre ‘in panca’, per quattro stagioni. Perché era il secondo portiere: il primo era il mitico Dino Zoff. L’unica volta che Giancarlo Alessandrelli è entrato in campo con la Juve in prima squadra fu nei 26 minuti finali del match contro l’Avellino del 13 maggio 1979, in quei 26 minuti prese tre gol, e la partita finì in pareggio. E questo resta uno degli episodi che lo hanno reso famoso. Anche se la sua vita è stata votata prevalentemente al calcio, Alessandrelli ha fatto molto altro, come aprire un negozio di vestiti (lo Zat) con Zoff e Marco Tardelli, e poi, più avanti aprire e gestire locali diventati leggenda, come il Pepero e il Billionaire. Le sue avventure, fuori e dentro il campo e partendo da un’infanzia modesta, il portiere e imprenditore le racconta in un libro “Una storia bella, la mia vita in due tempi”, scritto assieme alla giornalista del Corriere di Arezzo, Francesca Muzzi. Il volume, che sarà presentato il 9 maggio al salone del libro di Torino con la coautrice, Sergio Brio, Francesco Giuntoli e Mariella Scirea, conta due ‘incursioni’ illustri: la prefazione di Dino Zoff e la postfazione di Sergio Brio, rimasti due suoi grandi amici.

PRIMA PORTIERE E POI IMPRENDITORE, TRA I VIP DELLA COSTA SMERALDA

Nel raccontare la sua vita, Alessandrelli mostra infatti grande affetto sia per tutti i tanti compagni di gioco che per il “rivale” per eccellenza, Zoff appunto. Ed è proprio lui a parlare così di se stesso e Alessandrelli nella prefazione: “Io ero il principe, io giocavo e lui aspettava il suo turno, che alla fine non è mai arrivato. O quasi. Mai un’invidia però, mai una gelosia tra noi. C’era un rapporto di amicizia e di rispetto che andava oltre qualsiasi cosa”. Alessandrelli ripaga Zoff dedicandogli un capitolo, e altri, sempre in tema Juve, li dedica a Gianni Agnelli, Giampiero Boniperti, Giovanni Trapattoni, Italo Allodi, e all’indimenticato Gaetano Scirea. Ma i nomi, i capitoli e i paragrafi dedicati alle persone sono molti, compresi Flavio Briatore e Lele Mora, il primo dei quali, oltre che amico è stato anche un socio di affari all’epoca del Billionaire. Per tutti Alessandrelli spende belle parole, anche quando narra di discussioni, allontanamenti o litigi, specie in quello che definisce il “secondo tempo” della sua vita. Non a caso ha dell’impressionante la parte dei rigraziamenti: due pagine e mezzo fitte di nomi dello spettacolo, la musica il cinema, la moda, lo sport, gli affari. Tutte persone che Alessandrelli ha conosciuto da giocatore e imprenditore in questa sua “storia bella”.


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