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Giulia Cecchettin, l’appello della sorella: “Turetta è il figlio sano del patriarcato. Uomini vigilate sui vostri amici”

"Tutti gli uomini devono essere attenti, devono richiamare l'amico che fa catcalling ai passanti, devono richiamare il collega che controlla il telefono alla ragazza"

Pubblicato:20-11-2023 12:33
Ultimo aggiornamento:20-11-2023 12:43
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ROMA – La sorella di Giulia Cecchettin, Elena, ha lanciato un appello in tv perché ciò che è successo a sua sorella non capiti più ad altre donne. La ragazza di 22 anni, dopo una settimana di ricerche, è stata trovata senza vita in un canalone tra il lago di Barcis e la zona di Piancavallo, a Pordenone. Accusato dello omicidio della 22enne è l’ex fidanzato, Filippo Turetta, arrestato ieri in Germania dopo una lunga fuga.

“Io volevo lanciare un messaggio e spero possa essere udito da più persone possibile. In questi giorni si è sentito parlare di Turetta e molte persone lo hanno additato come un mostro, come un malato. Ma lui mostro non è, perché mostro è l’eccezione alla società, mostro è quello che esce dai canoni normali di quella che è la nostra società. Ma lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro– ha detto ieri sera Elena Cecchettin, intervenendo al programma ‘Dritto e rovescio’ in onda su Rete 4-. La cultura dello stupro è quell’insieme di azioni che prevedono, e sono volte, a limitare la liberà della donna. Come controllare un telefono, come essere possessivi, come fare catcalling. Ed è una struttura che beneficia tutti gli uomini. ‘Non tutti gli uomini sono cattivi’, mi viene detto spesso, sì è vero, ma in questi casi sono sempre uomini. E tutti gli uomini comunque traggono beneficio da questo tipo di società- ha continua Cecchettin – Quindi tutti gli uomini devono essere attenti, devono richiamare l’amico che fa catcalling ai passanti, devono richiamare il collega che controlla il telefono alla ragazza. Dovete essere ostili a questi comportamenti che possono sembrare banalità ma sono il preludio del femminicidio. Il femminicidio non è un delitto passionale, il femminicidio è un delitto di potere, il femminicidio è un omicidio di stato. Perché lo stato non ci tutela e non ci protegge”. Poi l’appello: “Bisogna prevedere educazione sessuale e affettiva, in maniera da prevenire queste cose. Bisogna finanziare i centri anti-violenza, in modo tale che le persone che debbono chiedere aiuto siano in grado di farlo. E per Giulia, vi chiedo, non fate un minuto di silenzio. Per Giulia bruciate tutto”, conclude la giovane citando una poesia contro il femminicidio che è diventata virale nelle ultime ore sul web.


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