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Report della Commissione Esteri del 19 ottobre – mattina

Di seguito un estratto degli interventi odierni

Pubblicato:19-10-2023 11:08
Ultimo aggiornamento:23-10-2023 17:09

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SAN MARINO – Il conflitto israelo-palestinese è al centro degli interventi in Comma comunicazioni nella seduta odierna della Commissione consiliare Affari Esteri. Il movimento Rete presenta infatti un Ordine del giorno per invitare le istituzioni sammarinesi “a farsi promotrici di iniziative che pongano quale sede imparziale permanente per la costruzione di un dialogo di pace la Repubblica di San Marino” e “perché l’attenzione primaria sia sul rispetto dei diritti civili e sulla protezione delle popolazioni”. Da parte dei commissari non c’è chiusura sul testo, ma rilevano l’opportunità, per dare maggiore forza a una iniziativa di questo tipo, di presentare l’Odg piuttosto in Consiglio Grande e Generale, previsto la prossima settimana.

Sempre in Comma comunicazioni, il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, riferisce sugli impegni e sulle visite internazionali, anticipando tra le altre, nel rapporto bilaterale con l’Italia, l’organizzazione della visita nella Repubblica di San Marino del ministro degli Esteri Antonio Tajani, pur senza poter definire al momento una data.

La Commissione affronta poi il comma 2 sulla concessione delle residenze atipiche pensionati: il Sds Beccari spiega che sono 16 le pratiche in esame, “un numero che può sembrare alto- motiva- perché si sono accumulate nel tempo nel corso dell’estate”. Alla fine, delle richieste di residenza una viene rinviata per approfondimenti, le altre approvate. Visto il protrarsi del confronto e lo ‘sforamento’ dell’orario di conclusione dei lavori, i comma successivi- tutti relativi a concessioni di residenza o permessi di soggiorno- sono rinviati alla prossima seduta.


Sull’Odg presentato da Rete sulla questione israelo-palestinese infine, il presidente Bronzetti- raccogliendo le sollecitazioni dei commissari- invita intanto a portarlo in Consiglio Grande e Generale per giungere a un testo condiviso da tutto l’arco parlamentare sammarinese.

Nel pomeriggio la Commissione consiliare Esteri tornerà a riunirsi in seduta congiunta con la Commissione consiliare Finanze per il riferimento- a porte chiuse- dei Segretari di Stato Affari Esteri e Finanze sull’Accordo di Associazione con l’Ue, in particolare rispetto al mercato dei servizi finanziari.

Di seguito un estratto degli interventi al Comma Comunicazioni

Comma n.1 Comunicazioni

Denise Bronzetti, Npr, Presidente

Ho proceduto all’invito formale alla Sen. Craxi per una riunione congiunta della Commissione esteri del Senato italiano, così come da accordi intrapresi nel corso della commissione avuta alla presenza della Senatrice Craxi, attendiamo risposta.

Seconda comunicazione: in virtù degli appelli per esaminare le residenze, in particolare alcune tipologie che necessitavano controlli da parte degli uffici preposti e di una valutazione più volte chiesta da questa commissione, nel tempo, l’ufficio Attività di controllo sta completando la verifica tutte quante le residenze e in una prossima Commissione saremo in grado di poterle valutare.

Luca Beccari, Sds Affari Esteri

Nell’ultimo periodo ci sono stati incontri a carattere bilaterale e multilaterale, tra i più importanti, lo scambio di visite con Malta. Sono stato in visita ufficiale a settembre e stiamo programmando- tra fine novembre e inizio dicembre- la visita in Repubblica di San Marino del ministro degli Esteri maltese, che avrei piacere di invitare- vedremo se c’è la possibilità- anche alla seduta in Commissione esteri. Perché credo sia importante ascoltare il parere di uno Stato più grande del nostro, ma sempre di piccole dimensioni, che ha fatto un percorso di adesione europea complicato, aveva un paese diviso nel 2004 sulla scelta dell’adesione e ora invece ha un chiaro consenso sulla bontà della scelta fatta. Ma proprio per sentire quale sia l’esperienza, sia da un punto di vista politico e pratico, e per capire come hanno vissuto la transizione verso questa nuova dimensione europea.

Poi a San Marino c’è stata la visita del Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri Silli, stiamo lavorando- ma non è possibile purtroppo mai dare una data- per riuscire ad avere il Ministro Tajani prima della visita del Presidente Mattarella. Poi avremo in visita un altro Sottosegretario agli esteri Tripodi. Abbiamo avuto la costituzione di un nuovo tavolo tecnico bilaterale sul tema dell’aeroporto di Rimini- San Marino. Da parte italiana c’è la disponibilità a rivedere gli accordi del 2015 e del 2008, inerenti all’aeroporto, che hanno uno stallo. Questa volta sarà un accordo- sì con Roma- ma in collaborazione con il Comune di Rimini e in collaborazione con la Società di gestione dell’Aeroporto, sarà un accordo che si innesta sul piano di sviluppo dell’aeroporto generale.

Ci sono state poi due tornate ricche di presentazioni di credenziali, per 17-18 paesi, fra le quali le presentazioni delle credenziali del nuovo ambasciatore americano, della nuova console generale di Firenze e del nuovo ambasciatore russo. Stiamo lavorando poi per una serie di attività specifiche sul piano bilaterale con il Giappone per la partecipazione all’Expo di Osaka, con il Brasile si è sbloccata la situazione relativa agli accordi in materia di scambio di informazioni, stiamo riprendendo il piano di confronto per portare alla firma in tempi brevi. Menziono inoltre la visita- con voi presenti- del presidente della Commissione Affari esteri dell’Ue e del vice presidente e poi la mia partecipazione alla CPE (European Political Community) di Granada, evento importante, dove la Repubblica di San Marino, per la prima volta, ha avuto modo di partecipare a questo nuovo format di incontro a livello europeo, tra leader degli Stati europei. E in cui si è discusso molto nell’ambito della Cpe, anche del ruolo di questo forum. Emerge un quadro relativo alla macro Regione Europa più complesso di quello che, a prima vista, si percepisce. L’ultimo anno e mezzo è caratterizzato ovviamente dalla guerra russo-ucraina, ma in realtà nel corso degli ultimi mesi si sono andate a complicare diverse situazioni, già di potenziale conflittualità. Abbiamo il tema armeno con l’Azerbaigian e ho avuto modo di sentire anche in diverse tavole rotonde la preoccupazione molto forte di paesi come Georgia, Moldavia e Repubbliche baltiche nel sentire il rischio effettivo di una escalation che possa interessare il loro territorio e un’area quindi più grande, coinvolgendo l’Ue stessa. Infine ho notato un diverso metodo di lavoro che viene utilizzato rispetto al Consiglio d’Europa o in sede Osce, un metodo molto informale che aiuta più nel dialogo con altri Stati. È stata infatti l’occasione per affrontare anche questioni bilaterali con altri Stati. Oggi abbiamo una Commissione congiunta nel pomeriggio e anche seguirà la prossima settimana il dibattito in Consiglio in tema Ue su cui ho avuto modo di confrontarmi molto sia con Andorra, sia con Monaco, ma un po’ con tutti i paesi membri Ue, per capire anche quelle che sono le posizioni dei vari Stati rispetto l’Accordo. Confermo che c’è un sostegno generale di tutti, per quanto ci possano essere sfumature legate a metodo e approccio rispetto qualche Stato, in linea generale vi è condivisione sull’opportunità per San Marino e Andorra di integrarsi nel mercato unico, seguendo il leimotiv che ha caratterizzato l’assemblea, ovvero la parola ‘allargamento’. L’Europa si prepara a diventare più grande nei suoi confini che includeranno molti più Stati, quelli balcani, fino la Georgia, Moldavia, forse la stessa Armenia, per non parlare dell’Ucraina.

L’Europa oggi ha esigenza di sintesi politica, sicurezza e stabilità. che non era altrettanto sentita 4 anni fa.

Paolo Rondelli, Rete
Il Segretario mi trova concorde sulle preoccupazioni trasmesse sugli scenari internazionali. Con la Parlamentare Osce in Armenia a metà novembre già si hanno segnali di preoccupazione per il confronto Armenia-Azerbajan, anche solo per la definizione della regione contesa del Nagorno Karabakh. Anche lì vedremo questo confronto, dove continuerà ad esserci presente la delegazione russa, ma ancora non abbiamo avuto elementi in tal senso. La preoccupazione in questi giorni, almeno per il mio movimento, ma anche per tutte le persone che hanno a cura pace e serenità, è per la questione israelo-palestinese, luogo a cui San Marino ha sempre espresso vicinanza, sia a Israele, sia con i territori palestinesi, per cui tradizionalmente molte persone hanno avuto legami storici legati alle adozioni, a percorsi di aiuto e alla partecipazione a missioni umanitarie in Palestina. E’ un momento tragico e di grande sofferenza che non può lasciarci indifferenti per l’elevato numero di vittime civili da entrambe le parti. E’ una delle ragioni per cui San Marino può in questo momento far valere la propria voce in ambito internazionale. Spesso e volentieri, in tempi di guerra, sono le fasce più indifese della popolazioni quelle che soffrono più rispetto a chi vive la guerra in ambito militare e politico e, in particolare, la violenza su donne e bambini si esplica in modo maggiore. Come commissari del movimento Rete siamo intenzionati a depositare l’Odg che andrò a leggere, è aperto per arrivare al testo più possibile condiviso. Procedo a leggerlo:

Una terra tra oriente e occidente che da migliaia di anni è in conflitto per ragioni etniche, religiose e territoriali, senza vinti né vincitori, che periodicamente esplode proprio perché le questioni non sono mai state risolte, continua così con la conta infinita di morti, con la narrazione delle atrocità e il rischio di conseguenze che possono coinvolgere il resto del mondo.

Una settimana fa, l’improvviso attacco di Hamas, con la replica uguale e contraria di Israele, ha sollevato immediatamente l’attenzione mondiale da parte dei sostenitori dell’una e dell’altra parte. Nella serata di martedì 17 Ottobre un missile ha provocato una strage in un ospedale a Gaza City, si parla di almeno 500 mori e centinaia di feriti. La Striscia di Gaza, terra cuscinetto di 365 chilometri quadrati, ospita 2-3 milioni di persone, delle quali l’80% dipende principalmente da aiuti umanitari a causa delle ostilità in corso. Un prolungamento indefinito del blocco potrebbe causare una catastrofe civile di proporzioni bibliche, con un esodo di profughi verso l’Egitto, che condivide uno dei confini di Gaza, e peggiorare ulteriormente l’immagine internazionale di Israele.

(…) la popolazione civile di entrambe le parti paga sempre un prezzo altissimo.

Di fronte a un rischio di una nuova intifada, con la comunità internazionale divisa tra Occidente, i suoi alleati e ‘gli altri;’

La Commissione Esteri invita le nostre istituzioni a farsi promotrici di iniziative che pongano quale sede imparziale permanente per la costruzione di un dialogo di pace la Repubblica di San Marino, che tradizionalmente è paese di pace, non solo per la ripartizione degli equilibri di potere, tanto piuttosto per un appello al cessate al fuoco, perché l’attenzione primaria sia sul rispetto dei diritti civili e sulla protezione delle popolazioni, e perché venga superata una volta per tutta questa regolarità della tragedia.

Nicola Renzi, Rf

Credo di salutare in modo positivo la partecipazione di San Marino a un incontro non banale e importante, nel quale informalità e possibilità di scambi diretti siano un dato di fatto rilevante. E anche il fatto che San Marino sia stata finalmente ammessa a questo incontro di alto livello.

Non si può non parlare poi della crisi palestinese di Gaza e della lotta in Palestina e vorrei inserirlo in contesto più ampio. Oggi tutti gli inviati di guerra si sono spostati e l’Ucraina quasi non esiste più, oggi sono tutti a Gaza, ed è partito un altro circo mediatico. Non dobbiamo invece dimenticare che la guerra in Ucraina c’è ancora e sta arrivando nei momenti più cruenti.

Secondo dato: sono rimasto raggelato quando ho visto le immagini di una periferia di Bruxelles con una persona armata di kalashnikov che entra in un palazzo e compie una strage. Mi è venuta in mente quella Bruxelles che è una città cosmopolita, con una comunità islamica forte e dove alcuni quartieri sono a prevalenza, se non a totalità, islamica, dove l’immigrazione si è strutturata nel tempo. Ieri poi allo stesso modo sono rimasto colpito dalla notizia dell’interruzione della libertà di circolazione dell’Italia con la Slovenia, perché ci possono essere rischi di infiltrazione terroristica. Ieri il commissario europeo ha dichiarato che il rischio terrorismo è altissimo. Pensiamo un attimo anche a noi all’interno di che quadro siamo immersi, un quadro di incertezza, preoccupazione, dobbiamo essere fortemente coscienti che abbiamo un contesto che può solo peggiorare e che noi da questo quadro dipendiamo, visto anche il nostro alto indebitamento. Siamo in una situazione precaria e tutti dovremmo riflettere.

Pensando a quanto sta avvenendo in Israele-palestina, a situazioni in cui persone entrano negli insediamenti per uccidere intere famiglie o intervengono a una festa con atti sanguinosi: quello è terrorismo. Poi certo che esiste una eziologia che va compresa e tutti dobbiamo dire che Hamas non è il popolo palestinese. Ma oltre alle origini drammatiche, non possiamo dimenticare che Israele è una democrazia, che il nostro Odg deve tenere conto di tutte queste cose e tenere presente che quello che è l’assetto delle democrazie liberali e rappresentative che albergano nell’Ue è sempre meno scontato.

Maria Luisa Berti, Npr

La preoccupazione è tanta per quello che sta accadendo intorno a noi, i territori e i centri di guerra e lo scontro si stanno manifestando sempre più con una certa frequenza e forza, con l’effetto poi di creare tutta una serie di disequilibri su quelli che erano equilibri ritrovati tra grandi aree di influenza politica ed economica. Con la guerra in ‘Terra santa’- termine che include tutto, Israele e Palestina- tutta l’attenzione è ora focalizzata su questo conflitto che ha risvolti negativi forti su tutto l’occidente. Io sono stata più volte in quella zona e bisogna rappresentare una espressione di grossa contrarietà e stigmatizzare l’azione terroristica, ma è anche vero che vi sono tante culture e popoli- anche tra israeliani e palestinesi- che credono ancora nella pace. La nostra voce per una politica di dialogo e confronto può essere ancora attuata. Sarebbe bello che San Marino potesse esprimere all’unanimità, non tanto in Commissione esteri, ma in Consiglio Grande e Generale un Odg che ha valenza più forte, con tutti e 60 i consiglieri, per invocare la pace a livello internazionale e una politica di dialogo e confronto e stigmatizzare l’azione terroristica. Visto che c’è una prossima sessione consiliare da lunedì, è meglio lavorare a un Odg in quel contesto. In Terra Santa San Marino ha tanti amici in entrambi i fronti, e una posizione di appello alla pace e al dialogo può essere significativo e utile, per far sentire vicinanza a tutti.

Qualora vi fosse intenzione da parte di Rete di mantenere l’Odg, mi riservo intervenire dopo.

Alessandro Bevitori, Libera

E’ chiaro che il tema posto all’attenzione della Commissione merita un approfondimento e condivido quanto detto dalla collega Berti e sarebbe auspicabile una risposta forte e unitaria della Repubblica di San Marino e per fare ciò sarebbe da auspicare che tutto il Consiglio possa dare un indirizzo di questo tipo.

Alcuni elementi: è condivisibile la base di partenza posta in questo Odg di Rete, chiaro che come Repubblica di San Marino dobbiamo avere il coraggio di osare, se vogliamo diventare terra di dialogo, come da tempo auspichiamo. Sarebbe un’alta finalità da perseguire, in linea con la nostra storia, e per fare ciò dobbiamo cercare di sviscerare meglio alcuni temi.

La storia ci insegna che il terrorismo non si combatte con le invasioni, gli attacchi armati e l’invio di armi da una parte all’altra. Dopo l’11 Settembre c’è stato un aumento esponenziale di tutti gli attacchi terroristici in Europa, anche dove in passato non ci sono mai stati. Non si combatte il terrorismo in questo modo. L’intervento prima in Afganistan poi in Iraq, dopo l’11 settembre, ha creato ulteriore odio, radicalizzazione ed estremismo. Questi sono favori che si fanno alle componenti terroristiche sparse nel mondo.

Infine, in questa commissione ci sono tante pratiche di residenze di pensionati, sapete cosa ho sempre pensato di questa legge e del mercato drogato che si è venuto creare. Abbiamo il problema della casa, del caro affitti e del caro mutui: dobbiamo mettere mano a varie tipologie residenze.

Mirko Dolcini Dml

Ho ascoltato con attenzione gli interventi di chi mi ha preceduto, in particolare sui conflitti, ritengo gli interventi tutti ragionevoli, ma percepisco in tutti un grande senso di impotenza di fronte alle possibilità di valutare una soluzione dei conflitti, così come senso di impotenza lo vivono anche i grandi Stati. Ci rimane sempre uno strumento proprio di San Marino, la nostra voce e la capacità di condannare ciò che è condannabile.

Quindi sull’uccisione e sullo sterminio di donne e bambini inermi: non ci può essere motivo religioso o geopolitico che tenga e giustifichi o porti a tollerare questi massacri. San Marino deve farsi portavoce, come fanno già in tanti, della condanna dello sterminio e dell’uccisione di donne e bambini. Non è un sacrificio tollerabile uccidere un bambino. E ora vediamo i loro corpi morti persino sui social. Chiedo a San Marino e alle nostre istituzioni di farsi portavoce di condanna sull’uccisione di donne e bambini e persone deboli, considerando che non può esserci ragione per questo. Sull’Odg di Rete, ci sono passaggi condivisibili, ma l’idea del commissario Berti di presentarlo ragionando insieme in Consiglio Grande e Generale ha un senso e possiamo appoggiare questa proposta. Nulla questio se vogliamo esaminarlo in questa Commissione ma mi pare più opportuno dare un segnale in Consiglio.

Daniela Giannoni, Rete

Per far capire ai commissari come siamo arrivati a presentare questo Odg. I vostri capogruppo vi avranno riportato gli argomenti in Ufficio di Presidenza, dove avevo portato la proposta di inserire un comma in riferimento alla guerra israelo-palestinese. In Udp è stato invece fatto presente che oggi ci sarebbe stata la Commissione Esteri, dove sarebbe stato più opportuno affrontarlo, anche a discapito dell’approfondimento. Noi abbiamo rispettato questa volontà e presentato in questa seduta un Odg su un messaggio di pace. Parliamo di donne e bambini e soprattutto di civili che non possono essere le loro morti accettabili.

Possiamo assolutamente rivedere l’Odg insieme, per poi fare un dibattito in Consiglio, se lo ritenete opportuno. La scelta di portarlo in questa Commissione è stato frutto di accordo in Udp, procederei su questa strada, ma l’importante è che si porti attenzione sulla posizione del nostro paese.

Gerardo Giovagnoli, Npr

Le parole del presidente Usa Biden di riconoscimento degli errori fatti dopo l11 Settembre sono importanti. Errori che non possono essere replicati in questo caso da un altro Stato che riconosciamo sicuramente come più vicino a noi, rispetto l’altra parte coinvolta che non è uno Stato e nemmeno una organizzazione politica, ma è proprio un gruppo terrorista che è riuscito però a prendere potere con le elezioni in una parte del mondo e che governa da 15 anni nella Striscia di Gaza e non ha nessuna volontà di fare accordo. Per fare un accordo serve volontà, il nostro Stato ha la possibilità di esprimersi e dobbiamo osservare e rispettare una serie di principi. Ed evidenziare alcune volontà politiche. I principi sono quelli legati allo Stato di diritto e all’osservazione delle leggi internazionali, le uniche che ci proteggono tra l’altro, all’affermazione di chi si riconosce di più in questi principi. E poi le guerre fanno pensare a militari, strutture e unità umane predisposte a fare la guerra e che, in qualche modo, sanno il loro destino possibile. Invece succede sempre più spesso che le guerre trascinino con sé i civili. Chiunque sia, Israele o Hamas, che confonde l’azione militare con un’azione di sterminio contro i civili va condannato.

Nelle parti coinvolte nel conflitto, che non sono solo Israele e Palestina, perché spesso le decisioni su quei territori sono prese altrove, bisogna che siano evidenziate le persone e le opzioni di buona volontà, attraverso cui il dialogo è possibile. Come San Marino non possiamo diventare mediatori di alcunché, ma abbiamo una serie di valori e un patrimonio di credibilità che può essere utile nel riconoscere chi ha volontà di mettersi al tavolo. Ed è quella che manca e senza cui la cose non si metteranno mai a posto. Ci devono essere risorse e persone che incarnino la volontà di cambiare le cose e noi potremmo incaricarci di evidenziare quali sono le idee, le proposte e le persone che possono fare la differenza in una situazione così intricata. E non dobbiamo schierarci in modo automatico con una o l’altra parte, per dire che noi invece ci schieriamo con chi può aiutare alla costruzione della pace.

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