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Report della Commissione Esteri del 21 febbraio – mattina

Di seguito un estratto degli interventi odierni

Pubblicato:21-02-2024 09:59
Ultimo aggiornamento:05-03-2024 10:18

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SAN MARINO – Non solo Unione europea: dal conflitto in Ucraina a quello israelo-palestinese, alla morte del dissidente russo Alexei Navalny, i temi affrontati nella seduta della mattina in commissione Affari Esteri spaziano sull’attualità internazionale e portano all’annuncio di un’audizione dell’Ambasciatore Onu per la Repubblica di San Marino, Damiano Beleffi, invitato dal Segretario di Stato Luca Beccari proprio per chiarire ai commissari il quadro delle posizioni internazionali rispetto, in particolare, al conflitto in corso tra Israele e Hamas. Il diplomatico “ci può portare uno spaccato sulla situazione internazionale e può aiutarci a ragionare insieme sui percorsi migliori della Repubblica di San Marino”, motiva il Segretario. Come emerge dal dibattito, poi la Repubblica di San Marino intende prendere posizione in modo più determinante e consapevole, in particolare, rispetto ai temi del cessate il fuoco, del possibile riconoscimento dello Stato palestinese, su cui si sta muovendo anche la cittadinanza, con la recente manifestazione e una petizione in corso.

Non mancano temi di portata più nazionale ad accendere gli animi in apertura dei lavori della Commissione: in particolare, il commissario Gian Matteo Zeppa, Rete, porta l’attenzione sull’invio di inviti ai neo-sammarinesi (cittadini recentemente naturalizzati) ad un evento organizzato il prossimo 2 marzo al Gran Hotel di Riccione da Alleanza Riformista. Da parte dei commissari dell’opposizione si solleva quindi il caso della possibile violazione di norme sulla Privacy e sull’opportunità di tale iniziativa.

Concluso il comma comunicazioni, segue il riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri sulla proposta di “linee guida per l’implementazione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea ai fini della definizione di un documento programmatico da sottoporre ad approvazione consiliare”. Lo stesso Sds Beccari consegna un documento che contiene alcuni punti di intervento-tra cui modalità di recepimento della normativa, riorganizzazione della Pa, riforma delle residenze- su cui auspica una riflessione e su cui propone di lavorare per arrivare a redigere in una prossima Commissione, da tenersi nei primi di marzo, un documento condiviso da poi sottoporre in Consiglio. Sul documento si apre il dibattito in cui emerge una complessiva condivisione, ma non mancano da parte dei commissari, anche a livello bipartisan, lamentele per la mancanza del testo dell’accordo di Associazione con l’Ue tradotto. Il dibattito si interrompe e proseguirà nella seduta pomeridiana.


Di seguito un estratto del dibattito della mattina

Comma 1. Comunicazioni

Luca Beccari, Segretario di Stato per gli Affari Esteri:

Ci sono state le presentazioni delle nuove credenziali degli ambasciatori, cito Germania, Francia fra quelli europei che hanno presentato le credenziali. I nuovi ambasciatori hanno entrambi sottolineato soddisfazione per il percorso fatto da San Marino sia in ambito dell’Accordo di associazione che di relazioni generali con l’Ue, i particolare con l’ambasciatore francese si è valutato l’opportunità di trasformazione della nostra ambasciata in ambasciata residente, con ambasciatore di carriera, e il cercare di rafforzare la collaborazione ritenendo importante elevare la qualità della relazione. Quindi sono state presentate le credenziali dell’ambasciatore di Monaco, con cui manteniamo le relazioni generali dopo l’uscita dall’accordo di associazione. Hanno presentato le credenziali anche il nuovo ambasciatore portoghese, poi Congo, Nuova Zelanda, Finlandia.

Mi fermo sul tema internazionale, ci sono due elementi che ‘tengono banco’. Siamo a due anni dall’inizio del conflitto russo-ucraino e la situazione non evolve in termini positivi, la vicenda di Navalny ha ulteriormente inasprito la posizione internazionale nei confronti della Russia, c’è stata forte critica sulla morte di Navalny e al fatto che non sia stato consegnato il corpo alla famiglia, tutto rimanda alle vicende del suo avvelenamento.. E dall’altra parte continua in maniera serrata il conflitto tra Israele e Hamas che comunque coinvolge la Palestina. Anche qui diversi sono stati i tentativi di ottenere il cessate al fuoco. Spiace vedere all’interno del Consiglio di sicurezza Onu non si trovi accordo per un cessate al fuoco. Poi è vero che in assemblea generale le risoluzioni hanno un corso diverso ma il carattere vincolate del Consiglio di sicurezza aiuterebbe a risolvere il problema. Sabato c’è stata un manifestazione sul riconoscimento della Palestina, io credo che sia un tema da affrontare con molta tranquillità, senza essere spinti da ideologie.

Rinnovo la proposta fatta nell’ultima Commissione, per cui ho già preso contatto con l’ambasciatore Onu Beleffi, qualora ci sia disponibilità da parte della Commissione esteri, mi servono 2-3 settimane di preavviso, ma potremmo organizzare l’audizione con Beleffi che da New York ci può portare uno spaccato sulla situazione internazionale e può aiutarci a ragionare insieme sui percorsi migliori della Repubblica di San Marino, perché c’è sicuramente un tema di solidarietà e sostegno per il popolo palestinese, il cessate il fuoco e le azioni per fermare un conflitto che sta portando conseguenze disastrose per i civili, Poi c’è il tema politico di riconoscimento della Palestina che ha un suo sviluppo sul consenso molto trasversale. Su certi temi è facile individuare i blocchi tra Stati, ma sul tema ‘Palestina’ anche all’interno dell’Ue ci sono posizioni divise, anche all’interno degli Stati stessi, e questo è importante analizzarlo per capire le dinamiche e i trend non perché San Marino deve scegliere sulla base degli altri, ma per scegliere percorsi che ne tengano conto.

Siamo in una fase particolare anche della legislatura, ma se c’è volontà, in questo senso, mi organizzo per avere una audizione nel giro di un paio di settimane in commissione.

Giuseppe Maria Morganti, Libera

L’altro giorno ho partecipato alla manifestazione tenuta a San Marino per chiedere il riconoscimento della Palestina e il cessate fuoco immediato e non vedevo una partecipazione così ampia neanche negli scioperi sindacali. Mi ha fatto molto piacere poi la grande partecipazione e consenso avuta anche tra i giovani, la questione che mi ha preoccupato è che negli interventi fatti non viene riconosciuta la posizione di San Marino. So benissimo quale sia alle Nazioni unite il nostro atteggiamento che è diventato molto determinato e questa posizione non è stata divulgata nella popolazione. Ora San Marino non si astiene, è successo una volta sola, ed è giusto informare sulla posizione delle nostre istituzioni.

Importante è avere un’audizione dell’ambasciatore di San Marino alle Nazioni Unite Beleffi, per capire quale può essere la strada che il nostro stato può intraprendere. E mi spendo sul fronte del cessate il fuoco e ritengo sia necessario procedere anche sul riconoscimento dello Stato Palestina perché non riconoscerla significa accettare il fatto che Israele possa continuare a colonizzare il territorio palestinese e allontanare la popolazione che vi abita. Nella nostra posizione non può non mancare la condanna feroce all’azione criminale che ha fatto Hamas il 7 ottobre e anche la richiesta immediata di liberazione degli ostaggi, tutto questo può rientrare in un ‘pacchetto’ che anche altri Stati europei possono sostenere, dalla Spagna alla Francia… oggi l’Italia forse manca di quella capacità di interpretare i venti internazionali che fu dell’Italia di Aldo Moro, non si può portare all’eliminazione sulla faccia della terra di un popolo. La proposta che i cittadini stanno facendo alle nostre istituzioni, per il riconoscimento della Palestina, verrà presentata a breve e vedrete un numero di firme e un supporto imponente. E tra quelle firme ci sono tantissimi giovani. Ricordo anche che abbiamo in deposito un Odg da due sedute consiliari, è bene tirarlo fuori e prendere una posizione unanime.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Mi associo alle richieste e alle possibilità di convocare il signor Beleffi qua in commissione, per avere un quadro informativo sulla questione palestinese. Torno invece a bomba sulla dichiarazione del capo delegazione all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a Rtv, da cui mi dissocio completamente, non c’è politica peggiore che fare dichiarazioni alla Tv di Stato come capo delegazione, con dichiarazioni di quel tenore. Sposo invece le dichiarazioni di un altro delegato, Marika Montemaggi. Avere delle idee sulla morte di Navalny è un conto, spingersi a dire ‘la tendenza tutta occidentale che instupidisce l’opinione pubblica’ sono parole non pertinenti e un atteggiamento che non vorrei sentire da chi rappresenta tutta la cittadinanza. Sarebbe curioso sapere l’opinione del Segretario agli Esteri che ha fatto accenno sulla questione e credo sia stata una uscita infelice da cui mi dissocio completamente.

Passando alla ‘politichetta nostrana’, credo che quello che ha mostrato l’ultimo Consiglio sia una disarticolazione di un passaggio di legislatura e congressisti, che lega il voto al negoziato, è il caso di richiamare la politica alta ad avere un percorso definito, inutile fare un Consiglio dove qualcuno mette le mani avanti passando davanti a decreti in scadenza, piuttosto che bloccare i lavori consiliari. C’è quindi chi mette le mani avanti e chi a parole sostiene di volere un’uscita tranquilla di legislatura e non un passaggio traumatico. Che non si ha quando invece Alleanza Riformista ha mandato a tutti i nuovi cittadini sammarinesi l’invito a un ‘lieto evento’ che si terrà al Grand Hotel di Riccione il prossimo 2 marzo. E’ un atteggiamento spocchioso e becero di una parte politica che pensa al suo futuro politico, piuttosto che impuntarsi su un percorso condiviso. Siamo già in campagna elettorale, se avrò il giorno libero andrò al conviviale di Riccione, visto che è un po’ che non ci vado.

Sullo sciopero dei bancari: bene ha fatto il Congresso a richiamare alla responsabilità che non può essere solo improntata ai lavoratori, dipende anche da Abs e Anis, sarebbe anche da disquisire perché le attività sindacali in certi istituti bancari sia fortemente contrastata, visto che una delle banche non ha aderito allo sciopero. Credo che i lavoratori subiscano queste cose.

Denise Bronzetti, Npr, presidente: Siamo pronti a preparare un invito personale al consigliere Zeppa e a chiunque voglia venire.

Lorenzo Bugli, Pdcs: Ringrazio il Sds Beccari per l’ottimo lavoro con gli ambasciatori Ue e per il lavoro che sta portando avati in questa fase delicata da qui alla firma del negoziato. Voglio commentare la questione che in questa fase ci sta interessando tutti, la questione Navalny e anche la guerra nella striscia di Gaza. Come piccolo Stato abbiamo la possibilità di far valere la nostra forza nei contesti internazionali, il 2024 sta mettendo in discussione a livello mondiale la democrazia. Anche quanto diceva Morganti è giusto, anche nel conflitto israelo-palestinese dobbiamo far valere la ragione. Sono stato il primo a condannare gli attacchi di Hamas, ma c’è un limite a tutto, in questo momento storico la ragione non c’è più. Siamo vicini alle elezioni in Ue, negli Usa, in una fase di prova della democrazia a livello mondiale, San Marino deve essere un faro di speranza e in tutte le sedi internazionali dobbiamo cercare di far prevalere la ragione sugli atti di forza. Anche noi qui all’interno dobbiamo guidare il paese in una fase delicata, dove noi per primi dobbiamo imparare ad essere stabili e non dobbiamo rischiare anche noi di essere trascinati nel caos.

Nicola Renzi, Rf: Quello che ha detto Zeppa in commissione mi ha fatto venire la pelle d’oca, mi sembra un vero e proprio ritorno al passato, quando si pensava che il voto estero si guadagnava con un brindisi e una letterina e magari la promessa di qualche cosa. Non è tollerabile, la mia forza politica ha fatto battaglie sul voto estero e poi ha fatto la legge sulla naturalizzazione e le sanatorie della cittadinanza perché siamo convinti sia un principio sacrosanto e che il voto sia diritto e dovere e debba basarsi su conoscenza e consapevolezza. Anche noi avevamo sentito voci in questo senso e ringrazio il consigliere Zeppa per averlo detto e che voglia depositare agli atti la lettera che ha citato. Altro dubbio: quante lettere sono state andate, a chi, sulla base di quale indirizzario? Sono informazioni che possono avere tutte le forze politiche? Questo sarà oggetto di approfondimenti. Come persone che fanno politica, abbiamo il dovere non di proporre brindisi ma di proporre soluzioni, verrò anche io a Riccione e porto anche due bottiglie. Vogliamo sapere con precisione chi ha inviato ques elettere, chi le ha inviate e come ha fatto ad avere gli indirizzi.

Altra cosa che mi ha colpito tantissimo è stata la morte di Navalny a 47 anni. Non sono un esperto delle battaglie che ha compiuto, credo però che un principio, quello del rispetto della libertà e delle idee e della vita, su questo possiamo tutti convergere. Mi ha fatto molta impressione che nella Repubblica di San Marno non ci siano stati e non si sia sviluppata la volontà di una pur moderata manifestazione- per esempio con un minuto di silenzio di questa commissione- per sottolineare qualcosa che ci fa preoccupare, dovremo ricordare i nostri valori con più forza. E credo che anche in questo paese questa difesa estrema di libertà di espressione ce le dimentichiamo.

Daniela Giannoni, Rete

Come San Marino la cittadinanza in primis si è mossa per concretizzare quello che da decenni viene ipotizzata come unica soluzione di un conflitto, quella di due popoli e due Stati, ovvero il riconoscimento dello Stato palestinese. Io sono più che a favore di portare avanti questa iniziativa e ricordo che San Marino è stato uno dei primi paesi a riconoscere la Repubblica popolare cinese, quella volta abbiamo avuto coraggio e questa volta dovremmo averne il doppio, in ballo ci sono vite di bambini e una popolazione sotto sterminio.

Sulla visita in Argentina della Reggenza annunciata dal Segretario- essendo in fase preelettorale e avendo visto che negli ultimi mesi le delegazioni nelle comunità all’estero sono sempre più numerose, anche di membri di partito- mi piacerebbe sapere se, oltre al Sds Beccari, accompagneranno la Reggenza altri Segretari e membri di partito e con quale motivazione.

Sempre in abito di azioni pre-elettorali, mi collego a quanto detto da Zeppa sulla lettera di invito di Alleanza riformista, non mi scandalizzo si facciano eventi di questo tipo, sarebbero opportuni in fase di campagna elettorale, un conto però è un invito generale in campagna elettorale, ma se siamo arrivati ad avere quelle lettere, è perché chi le ha ricevute ci ha chiesto ‘come hanno fatto ad avere il mio indirizzo?’. Mi chiedo se esiste un database e se si sia autorizzati ad utilizzarlo per le comunicazioni di partito.

Mirko Dolcini, Dml: Il commissario Bugli fa riferimento alla percezione problematica che sento anche io, quello di un attacco alla democrazia o forse più alla comunicazione della democrazia ed è un problema trasversale degli Stati. È il problema legato a chi ha potere e chi il potere non ce l’ha. Sempre più spesso vediamo morti sospette, guerre di cui non si capisce la strategia, più che informazioni abbiamo propaganda e disinformazione. La percezione è che chi ha potere lo gestisca in modo tale di evitare informazioni per impedire la democrazia. Per questo sottolineo come sarebbe importante approfondire le oppressioni che stanno coinvolgendo Assange e parimenti a quanto successo alla morte di Navalny.

Andrea Zafferani, Rf: Nel dibattito si sono affrontati temi molti interessanti, due parole anche io. Una sull’evento clou delle prossime iniziative elettorali di un partito politico sammarinese che prende gli indirizzi dei nuovi cittadini e li invita a un incontro conviviale a sentire, immagino, dal Sds agli Interni la grande attenzione che sarà posta alle loro istanze. È legittimo per ogni partito, ma meno e secondo me controlegge è utilizzare gli indirizzi che sono dati personali. Che Segretario e partito non sappiano queste norme è molto grave, è una iniziativa in pieno ‘anni 90 style’ e oltre a questo c’è una violazione di legge. Magari nessuno farà ricorso al Garante della privacy, ma se lo farà, c’è una violazione grave.

Il collega non aveva fatto in tempo a dare la nostra visione sulla guerra israelo-palestinese, inizialmente siamo stati piuttosto equilibrati nel capire la genesi di una iniziativa che derivava da un attacco terroristico, ma la reazione è decisamente spropositata ed è legittimo chiedere un cessate al fuoco e l’avvio di iniziative diplomatiche con una posizione politica che deve essere a favore del riconoscimento di due Stati, è il modo migliore per ridurre la propensione dei palestinesi ad affidarsi a gruppi terroristici.

Alessandro Rossi, Gruppo misto: Mi auguro la sentenza della Corte costituzionale della Gran Bretagna non disponga l’estradizione di Assange, colpevole di aver creduto alla divulgazione della verità. Dovremo concentrarci sui nostri valori e renderli esenti dalla strumentalizzazione, questa aggressività e polarizzazione indotta dagli strumenti di comunicazione è un generatore delle stato di cose.

Su temi più casarecci: il tema di Zeppa è di estrema gravità. Noi manderemo come Demos richiesta all’ufficio di Stato civile per avere gli indirizzi e i nomi dei nuovi cittadini e chiederemo parere in merito alla normativa vigente. Per me c’è una violazione che è in capo agli interessati e c’è un potenziale coinvolgimento di un soggetto istituzionale, l’ufficio di Stato civile, unico depositario di queste informazioni, c’è poi un doppio conflitto interesse perché è l’ufficio sotto la Segreteria Affari interni. E’ una situazione spinosa. Noi siamo a conoscenza di altri eventi spiacevoli che mostrano un atteggiamento politici non orientati alla valorizzazione dei principi della democrazia rappresentativa. Per superare questo imbarazzo sarebbe opportuno giungere a un ‘gentlemen agreement’ sull’atteggiamento di rispetto e dignità da tenere verso gli elettori.

Gerardo Giovagnili, Npr

Sull’omicidio Navalny, sembriamo stupiti, qui la questione fondamentale è marcare differenze tra quanto avviene da noi e nei regimi autoritari. In quel paese, tutti gli oppositori o sono incarcerati e poi casualmente muoiono o vengono avvelenati. Questi regimi sono scientifici in questo e quello russo in particolare. E’ lungo l’elenco dei nomi di chi è stato eliminato dal potere che non accetta alcuna critica ed è la differenza che c’è rispetto l’altra parte del mondo, quella degli stati di diritto. E c’è qui la differenza rispetto ad Assange. È la legge statunitense che è troppo restrittiva rispetto alla diffusione di informazioni riservate- c’è da chiedersi– o c’è effettivamente abuso di potere?

Sul conflitto, o meglio sulla brutale vendetta rispetto quanto è avvenuto il 7 ottobre, se continua così ne consegue l’alienazione rispetto Israele, anche chi li difende sta andando in grande difficoltà, la reazione non è proporzionata a che quello è un regime che dovrebbe avere penalizzazioni e dovrebbe essere fermato. Io sono molto pessimista sulla soluzione ‘due popoli due stati’, è dal ‘47 che è sul tavolo, e mi fa pensare che come erano stati disegnati i confini quella volta, la mappa è un mosaico in cui è difficile risalire a due Stati. E ci si pone l’interrogativo su come fare. Per quel che vale, forse questa idea va superata e siccome i due popoli vogliono stare in quella terra sia più idonea quella di avere un solo Stato binazionale, in cui le popolazioni convivano.

Repliche

Luca Beccari, Sds Affari Esteri:

Prima le questioni di ordine pratico: su quello che chiedeva il commissario Giannoni, io posso parlare per questa legislatura, le visite alle Comunità sono qualcosa di istituzionalizzato, esiste uno specifico stanziamento sul bilancio per gestire le trasferte in comunità che sono organizzate per associazioni e per singole comunità. Le comunità fanno pervenire in autunno le date e gli inviti a partecipare alle celebrazioni, solitamente invitano il governo, a volte solo il Sds agli Esteri, a volte la Reggenza, e a volte fanno inviti autonomi e possono invitare esponenti di partito che seguono un binario diverso da quello istituzionale. Nelle visite alle comunità ci distribuiamo e troviamo una sintesi per la partecipazione, io non potrei farle tutte e a volte sono in simultanea, gli incontri delle comunità sono intorno il 5 febbraio, e ci dividiamo come membri del congresso in base alle nostre disponibilità. Assume particolare rilievo il fatto che ci siano ulteriori ragioni istituzionali che portano a fare la visita. Nel caso dell’Argentina, stiamo portando avanti un percorso, è un paese con la più grande comunità sammarinese e con cui avevamo poco o niente di accordi, su pensioni, studi, e argomenti di interesse della cittadinanza. Quando si muove la Reggenza per qualsiasi motivo solitamente è accompagnata da un Segretario di Stato. Nella fattispecie la visita in Argentina la farà la Reggenza, accompagnata da me e dal Segretario Righi. Non ci sono ulteriori soggetti se non i funzionari che accompagnano la delegazione. Non ci saranno rappresentanti politici, se in quei giorni saranno in Argentina, non saranno comunque parte della delegazione.

Non diciamo piuttosto che oggi si va alle Comunità perché è l’anno delle elezioni, si fanno visite tutti gli anni. Non è che avere un rapporto con i cittadini all’Estero significa avere un fine elettorale, è un dovere che abbiamo come istituzioni.

Ringrazio per aver accolto la proposta di invito all’ambasciatore Belleffi e procederei. Ho condiviso anche molti passaggi e riflessioni fatte da diversi commissari. Credo sia importante che noi facciamo uno sforzo relativo a come interpretiamo il rispetto dei principi fondamentali cui ci riferiamo. La vicenda Navalny San Marino l’ha condannata dal 2008 in avanti, è una posizione non solo di questo governo. La condanna l’ha fatta, ma questo non ha impedito di avere relazioni con la Federazione russa in quegli anni. Quello che facciamo viene osservato all’esterno, San Marino deve fare uno sforzo di coerenza importante e quando sembra che questa non ci sia, bisogna giustificarla. Su un tema come questo bisogna essere molto cauti. Stessa cosa sulla Palestina: apprezzo il riferimento dei commissari Giovagnoli e Morganti. Alla fine rischiamo di ragionare come telespettatori di un telegiornale ma capire la posizione dei paesi, dove nascono, è importante e poi le incoerenze tra i paesi stessi non mancano. C’è chi vuole riconoscere la Palestina, poi non riconosce il paese vicino. Non possiamo prendere l’esempio della Cina di 50 anni fa, non c’era contestazione in quel momento nel suo riconoscimento, qui parliamo di uno Stato nato per effetto di una decisione di altri Stati, e la contestazione di un’area che mette insieme due popoli che non riescono a coesistere. Dobbiamo guardare come lo scenario internazionale si sta muovendo. Importante è poter sentire da un occhio terzo come si stanno svolgendo le dinamiche importanti a livello geopolitico, di focolai ce ne sono tanti. Speriamo di avere l’audizione prima possibile.

Comma 2. Riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri sulla proposta di linee guida per l’implementazione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea ai fini della definizione di un documento programmatico da sottoporre ad approvazione consiliare

Luca Beccari, Sds Affari Esteri

Trovate due documenti, uno è l’aggiornamento del documento consegnato lo scorso gennaio in Consiglio, ma quello su cui concentrerei l’attenzione sono gli spunti informativi per la Commissione Esteri, che vuole mettere a fuoco alcuni punti programmatici di preparazione all’implementazione dell’accordo, ancorché non siamo alla sua firma e all’entrata in vigore, si è nelle condizioni di cogliere l’opportunità di fare riflessioni oggi per essere pronti domani. Questa la premessa, la mia idea è di illustrarvi queste linee e sentire poi la vostra opinione. Visto che c’è una Commissione in programma nei primi giorni di marzo, si può presentare a marzo un documento che tenga conto anche delle vostre osservazioni, definirlo e presentarlo poi in Consiglio.

Nel documento ci si sofferma su alcuni appunti che sono poi i punti di partenza dell’attività di implementazione, non è esaustivo ma riguarda alcuni pilastri del recepimento.
Il primo punto è il tema del recepimento normativo. L’impegno principale per San Marino che deriva dall’accordo è il recepimento dell’acquis communautaire relativo alle 4 libertà. È fondamentale ai fini della nostra partecipazione al Mercato unico. Ci pone subito un punto: l’accordo prevede 3 meccanismi, l’istituzione di un comitato misto che dirà, anno per anno, quali sono le modifiche delle norme di riferimento. Ci sono poi due procedure semplificate per atti minori o che non richiedono stravolgimenti, quella automatica e quella semplificata, che fanno scaturire un adattamento automatico degli atti legali e sono poi convalidati dal comitato misto.

Altra parte che riguarda il recepimento è il tema delle direttive e dei regolamenti, con l’Associazione non dovremo modificare la gerarchia delle fonti sammarinesi e modificare l’impianto costituzionale per dare vigore ad atti Ue e far sì che abbiano efficacia diretta nel paese; noi dobbiamo comunque fare il recepimento per le direttive e il problema non si pone, per i regolamenti abbiamo l’obbligo di recepimento ma ci sono normative che hanno una complessità tale per cui può essere uno spreco di energie e risorse avviare il recepimento normato. Allora ci si può ‘agganciare’, o si fa una riserva di legge, o si fa una piccola modifica delle gerarchia delle fonti sammarinesi. Già è stato fatto con l’accordo dell’unione doganale, ci siamo agganciati alla normativa Ue . Decidere su questi aspetti vuole dire interrogarsi sull’opportunità di creare un binario di recepimento dinamico solo per atti tecnici che non richiedono un adattamento particolare. C’è poi un aspetto di “verifica di conformità preventiva” per tutti gli atti che recepiamo, un passaggio di verifica che però sia chiaro per il Consiglio Grande e Generale. Il Comitato misto sarà una sede importante di confronto per quel che riguarda il nostro allineamento.

Il passaggio successivo, è quello della Corte di Giustizia: in sede negoziale c’è stato un lavoro enorme su questo tema. Siamo riusciti ad ottenere qualcosa che è un cardine dell’Accordo, l’accordo ci dà infatti uno status giuridico, riconosce a sammarinesi e imprese sammarinesi uno stato di equivalenza a cittadini e imprese Ue e va fatto valere sempre. È un principio che si declina. Cosa garantisce questa equivalenza? La Corte di Giustizia. È l’organo di competenza della vigilanza sull’accordo, su possibili violazioni dall’una e dall’altra parte. E qui avremo un ricorso tecnico alla Corte di Giustizia, che non ha giurisdizione diretta, ma occorrono elementi di raccordo.

Saranno necessarie alcune cose nella Pa, non un suo stravolgimento. Il Dipartimento Affari esteri trasformerà l’azione negoziale, prevediamo il rafforzamento della missione a Bruxelles ma anche una struttura di Dipartimento più grande in grado di sostenere questa attività, considerando anche l’apertura di tavoli, la cooperazione parlamentare, l’impegno sarà grande. E la Pa in questo cosa deve fare? Il Dipartimento Affari esteri deve mantenere centralità e la Pa si deve attivare e implementare per garantire adeguamenti normativi. C’è un aspetto formativo, non è che avremmo bisogno di tante più risorse, ma certamente avremo bisogno di specialisti. C’è poi un tema sulle Authority, l’acquis communautaire prevede l’istituzione di diverse Authority, è chiaro che diversamente dai grandi Paesi, a San Marino il discorso non vale per il volume di attività che non hanno massa critica. LiIdea è di trovare strategie organizzative per gestire authority multidisciplinari o, per esempio, avere una segreteria operativa per più authority, C’è poi il tema della separazione di servizi, delle residenze, per cui la legge è da riformare, ed è un discorso propedeutico a quello dello stabilimento. Stabilire quote della residenza ha effetti sullo stabilimento. O ancora, per esempio se la residenza è un requisito per partecipare a un concorso pubblico, vale per un sammarinese come per un italiano.

È poi antistorico il concetto che San Marino rilascia l’autorizzazione di un’attività economica tramite organo politico, non esiste altrove, questi aspetti sono demandati a organi tecnici, ed è un punto che va modificato, come quello delle intestazione di immobili, l’accordo prevede la possibilità di mantenere restrizioni a non residenti, però dobbiamo rivalutare se l’autorizzazione all’intestazione all’immobile, oltre le restrizioni, continui ad essere di natura politica o amministrativa. Abbiamo tante norme fatte ‘scariche’ dal punto di vista contenuti perché c’era il potere concessorio, basta allora fare norme più articolate con cui un organismo amministrativo può prendere decisioni. Anche questi sono altri punti di riflessioni su una possibile riforma.

Chiudo quini con il sistema finanziario: qui c’è il tema dell’organizzazione e dell’evoluzione del nostro comparto finanziario in 15 anni. E’ un termine che ci dobbiamo dare perché le questioni vanno risolte. Detto questo, l’approccio scaglionato prevede di scegliere cosa portare avanti prima o dopo, sentita anche Bcsm. Ci sono i settori dei fondi comuni e del sistema dei pagamenti che possono avere una corsia più veloce di messa a terra dell’accordo, perché l’allineamento è già più avanzato. La parte assicurativa è nel mezzo, c’è quindi una terza componente, il bancario-finanziario. I Basilea 3-4 non è un problema tanto recepirli, ma rispettare i requisiti patrimoniali richiesti, e qui c’è un lavoro di strategia gestionale delle banche. Si aprirà poi il tema sulla proprietà dello Stato in Cassa di risparmio e quello della valutazione dello stato del sistema per cui occorre una strategia specifica. E non saremo noi della Commissione esteri, ma credo la Commissione Finanze sarà chiamata a delineare un quadro di approccio sul settore bancario- finanziario. E’ un settore in cui la perdita di tempo può causare la maggior perdita di opportunità, sia per le imprese bancarie che per i cittadini. Aspetto quindi le vostre osservazioni per modificare poi il documento sulla base di come la discussione si svolgerà.

Nicola Renzi, Rf: Da una veloce lettura alla relazione sembra un ottimo lavoro. Dal punto di vista procedurale, aderisco alla proposta del Segretario, oggi discutiamo, poi nella prossima commissione Esteri potremo elaborare e integrare il documento.

Esprimo alcune preoccupazioni costruttive: questo dato dell’attesa del testo dell’accordo sta diventando qualcosa che alimenta preoccupazioni tra la cittadinanza. Io sono sereno, anche perché penso che quando lo si potrà vedere, in molti non ci capiranno niente, visto il livello tecnico. Quindi noi dovremo rendere masticabile il contenuto dell’accordo. Noi svolgeremo il 9 marzo come Repubblica Futura, un momento di approfondimento a cui è invitato anche il Sds Esteri- siamo convinti che gli sforzi devono essere comuni- per rispondere e chiarire tutte le preoccupazioni che ci possono essere. Mi ha preoccupato non poco la posizione di un’associazione di categoria, lecita e la rispettiamo, ma ricordo i lavori fatti in Commissione mista, in cui si chiedeva di far emergere criticità per negoziare le ‘linee rosse’. Evidentemente serviva una posizione più esplicita prima di oggi. E lo dico con enorme rispetto verso le associazioni di categoria.

Cosa vogliamo venga fuori da documento che produrremo: mi auguro sia anche un lavoro di indirizzo. Ragioniamo su tempistiche e modalità ma al nuovo governo spetterà il compito importante di decidere di guidare un percorso e ridisegnare il paese in un processo di sviluppo. Spero nel documento la volontà di procedere su questa linea sia segnata. Oggi dobbiamo decidere in che modo portare avanti la Pa perché guidi questa trasformazione e credo il Dipartimento affari europei dovrà avere compiti raddoppiati, lì si sono formate competenze importanti e credo possa essere la cabina di regia. Ultimo punto quello dei giovani: sarebbe bello avessero due voti se ci fosse un referendum. Con l’accordo verranno a meno barriere e si apriranno tantissime opportunità in più. Massima disponibilità a lavorare du un testo che deve segnare delle possibili scadenze, attese e aspettative, che indichino quali sono gli obiettivi che di volta in volta vogliamo raggiungere.

Giuseppe Maria Morganti, Libera:

E’ fondamentale che il passaggio sia condiviso e capito fino in fondo dai giovani. Il Segretario dice che, al di là di tutte le regole, c’è un fatto fondamentale, ovvero che il Paese cambia status. Bisogna chei il nostro tessuto interno sia veramente consapevole di questi passaggi. Noi abbiamo discusso in Aula, l’ultima volta, di un passaggio epocale ma con decreto e non è accettabile. I percorsi vanno condivisi da subito. E la posizione di Unas su quel decreto lo dimostra. Per far capire il grande vantaggio delle imprese, le imprese vanno informate e non lo stiamo facendo. La Commissione mista è fondamentale, togliamo tutte le remore di carattere politico e di future alleanze, facciamo si che possa tornare ad operare a pieno regime, se no, ci accorgeremo di tanti momenti in cui esempi simili a quello dell’Unione artigiani si manifesteranno.

Manuel Ciavatta, Pdcs

Ringrazio Sds Esteri per il riferimento. Anche i commissari che mi hanno preceduto lo hanno evidenziato, è chiaro a tutti che l’accordo porti più opportunità che limitazioni, credo sia quello che dobbiamo, passo-passo, cercare di aiutare a cogliere nella cittadinanza, anche se buona parte della cittadinanza ritengo sia già di questa idea. È utile che governo e anche questa commissione aiutino a capire come punto per punto l’accordo si definisce. E’ evidente che ci potranno essere situazioni di conservatorismo, occorre piuttosto prudenza e non chiusura, per accompagnare San Marino a una nuova prospettiva che non svilisce la sovranità a questo paese. Ma è proprio nel riconoscimento che la Corte europea e gli Stati europei danno all’accordo che si valorizza il nostro Stato e ci consentono di estendere la nostra sovranità in ambiti in cui fino ad oggi era limitata. E anche il confronto con la Corte europea avvalora il nostro Stato con la stessa dignità ed equivalenza di altri Stati. Grazie a questo accordo, il nostro Paese è riconosciuto equivalente ad altri Stati, sapendo di poter giocare alla pari. Ciò richiede una crescita progressiva del nostro Stato di cui siamo capaci.

Gian Matteo Zeppa, Rete

San Marino e la politica sammarinese hanno terminato il quadro, mancano i vari colori e particolari. In questo contesto geopolitico, San Marino ha scelto il percorso più adeguato, ma ci sono delle domande. Ad oggi non abbiamo ancora la traduzione del testo dell’Accordo, indipendentemente dalla documentazioni che ci fornisce Segretario, e non penso sia qualcosa di minimale. Pongo delle domande sul ritardo della traduzione. Chiedo in quante lingue dovrà essere definito. La politica, dal 2014, ha dato un atto di fede ai vari Segretari di Stato agli Esteri, ora gli atti di fede devono terminare e si deve essere conseguenti alla chiusura negoziale e non può essere altro che la possibilità di leggere cosa prevede il negoziato. E’ il minimo sindacale per il cambiamento epocale che San Marino avrà. L’Accordo è molto vantaggioso. E anche se ci sono tensioni da parte di qualcuno, non è realistico pensarci in un contesto che non tenga conto dell’Ue.

Ma nell’ultimo Odg approvato il 19 gennaio scorso, si richiede ‘un’ampia campagna informativa nella popolazione’ e direi che a riguardo siamo a zero. Non mi sento neanche parte in causa di poter commettere un ulteriore atto di fede, mi pare che sul punto di quell’odg si sia in ritardo.

Una definizione delle tempistiche in virtù dell’Odg credo debba essere dato. Che quello di oggi possa essere un inizio sono d’accordo, che siano slide interessanti lo sono altrettanto, ma non vado con un atto di fede davanti alla cittadinanza a spiegare i contenuti dell’accordo vado con qualcosa di scritto e certificato che non si sa quando arriverà. Vorrei il testo. E vorrei un percorso definito.

Carlotta Andruccioli, Dml

Il Segretario si è incentrato sulla strategia condivisa di implementazione dell’accordo, approfondiremo il discorso sulla documentazione consegnata e in una seconda convocazione. Tema interessante quello sollevato relativo alla pubblica amministrazione e sulla sua organizzazione, ritengo sia necessario un focus, non tanto nel modificare l’organizzazione in sé, come ha detto il Segretario, ma nel miglioramento della sua efficacia e nella sua implementazione. E stessa cosa per la riorganizzazione del sistema finanziario, sono d’accordo con il Segretario, speriamo non richieda 15 anni, ma richiederà certamente il tempo necessario.

Poi l’approfondimento sul tema delle residenze: la politica deve intervenire e ha già preso l’impegno di rivedere le leggi che normano il regime delle residenze e una delle priorità può essere propria quella. Altro aspetto sono i regimi autorizzativi del regime concessorio. D’accordo con il Sds Beccari, per me è essere fuori dal mondo avere regimi che dipendono dalla discrezionalità politica. Ci sono già provvedimenti in corso, tra cui il decreto sulle attività economiche, che vogliono evitare la strada della discrezionalità. Una priorità è poi anche la preparazione della Pa, altra quella della riorganizzazione e preparazione di chi lavora nel settore bancario e, priorità sono anche la riforma delle residenze e poi un supporto da parte della Pa nei provvedimenti che andiamo a fare. Si parlava di un vaglio di conformità.

Siamo in attesa di ricevere un testo che richiede tempistiche per la traduzione, ma la prima tra le priorità è proprio quella di poter visionare e approfondire il testo dell’accordo. L’informazione e il coinvolgimento di cittadinanza e categorie economiche deve essere la prima tra le priorità relative all’accordo. Sui giovani: priorità è creare in territorio opportunità per i giovani che meritano di più.

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