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Report della Commissione Esteri dell’8 marzo

Seduta pubblica

Pubblicato:08-03-2024 11:39
Ultimo aggiornamento:11-03-2024 16:49

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SAN MARINO – I numeri su permessi di soggiorno e residenze al centro della Commissione consiliari Affari Esteri che oggi riprende i lavori sospesi lunedì scorso. La seduta si apre con l’inserimento del comma 9 bis per la presa atto di due avanzamenti di carriera diplomatica, riferiti a Daniela Rotondaro e Antonella Benedettini, rispettivamente ambasciatrici a Roma e a Bruxelles. Segue poi l’esame dei comma relativi al mantenimento e alle concessioni di residenze. E infine si arriva ai comma relativi alla Relazione annuale della Gendarmeria sulla concessione dei permessi di soggiorno e, da ultimo, al riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri “in merito al numero e all’esito delle pratiche relative alla concessione di residenza elettiva, atipica a regime fiscale agevolato, atipica pensionati”.

Qualche numero dei report: dalla Relazione della Gendarmeria emerge, tra le altre cose, che i permessi di soggiorno, concessi dal settembre 2022 al 31 agosto 2023, per soggiorno turistico sono stati 51, per l’istruzione 34, per assistenza 13, per lavoro stagionale 352, per infermieri 2, per docenti 6, per motivi imprenditoriali 31, per esigenze umanitarie 5. Mentre i numeri delle le residenze elettive e atipiche per pensionati sono i seguenti: per le residenze elettive si è passati dalle 3 residenze concesse nel 2021 e nel 2022 a una sola nel 2023. Le residenze atipiche a regime fiscale agevolato nel 2021 sono state 26, 20 nel 2022 infine 32 nel 2023. Infine, le residenze atipiche pensionati nel 2021 sono state 17, 29 nel 2022 e 58 nel 2023.

Su questi dati si sono aperti i dibattiti in Aula che hanno da una lato evidenziato come si tratti di quote contenute, dall’altro si è ribadita, a livello bipartisan, la necessità di una revisione della normativa sulle residenze, anche alla luce delle novità che saranno introdotte con la ratifica dell’accordo di Associazione. Infine, da parte del consigliere Matteo Zeppa di Rete, si è sollevata la necessità di approfondire la tematica del problema-casa alla luce anche dei dati riferiti in Aula e al possibile impatto che le residenze atipiche pensionati possono avere sul mercato immobiliare locale. “Non penso il problema degli immobili sia imputabile unicamente alla questione della residenza atipica dei pensionati- sottolinea infatti- penso però che ci sia un problema e seppur in parte residuale, questo elemento possa andare ad incidere”. Esaminati tutti i comma all’ordine del giorno, i lavori della commissione sono terminati.


Di seguito un estratto del dibattito riferito ai comma 13 e 14.

Comma n 13. Relazione annuale della Gendarmeria – Ufficio Stranieri sulla concessione dei permessi di soggiorno redatta ai sensi dell’art. 30 della Legge n.118/2010 e successive modifiche

Gian Matteo Zeppa, Rete: Ringrazio il Segretario per aver posticipato il comma a questa sessione. Ciò che emerge dal Report della Gendarmeria è uno spaccato generale sulle concessione date in un anno dall’ufficio stranieri, da Commissione esteri e dal Congresso di Stato, e quelle che possono essere le tipologie di richieste e, in base a quello riuscire a fare previsioni su quali siano più o meno appetibili. Ci sono diverse tipologie che secondo me dovrebbero essere riviste, come da previsione, a chiusura dell’accordo Ue. Ci sono categorie di permessi infatti previste ma che non hanno avuto alcuna richiesta in questi anni, ad esempio il permesso speciale per sport professionisti: dal 2015 non ha avuto nessuna richiesta. Idem per il permesso di soggiorno speciale per i marittimi, emblema anch’esso del maremagnum di permessi previsti nella “118,” ma non attuati, e c’è da chiedersi se sia giusto mantenerli o riversare piuttosto le quote a categorie che ne richiedono di più.
Dallo schema emerge che c’è stabilizzazione per i docenti universitari, numeri che negli anni oscillano tra le 10 e le 6 richieste di quest’anno, poi i lavori stagionali, settore che gira sempre intorno agli stessi numeri. E, rispetto al passato, c’è decrescita sulla richiesta del lavoro temporaneo, diminuzione per il permesso speciale per infermieri e bisognerebbe valutare il perché non siano mai stati grandi numeri. Poi si registra una radicale diminuzione di permessi per la convivenza. Ritengo dunque si dovrebbe fare un’analisi- che dovrebbe fare il governo- sul perché alcune tipologie non hanno mai avuto richieste.
Ci sono poi, nell’analisi del documento rispetto le concessioni della Commissione esteri dei dati indicativi. Si dirà che voglio strumentalizzare, ma sono numeri. Fra le varie concessioni che possono passare in Commissione esteri ce n’è una in particolare, ovvero quella dei soggetti che presentano progetti strategici speciali per la Repubblica: dal 2015 al 2023 ha avuto zero richieste. Questo perché il progetto dovrebbe essere condiviso in Commissione. Di contro è evidente che ci sono delibere dei vari Congressi di Stato che si sono succeduti negli anni che hanno aperto invece a chi presentava progetti per investimenti. Mentre a fronte di una norma che prevede il passaggio in commissione di queste richieste, sono state zero in questi anni, ci sono invece diversi imprenditori che hanno avuto il via libera dai vari congressi di Stato, senza aver potuto avere condivisione in commissione sul loro impatto. Mi viene n mente tutta la questione del polo della moda, diventato polo del lusso, o le delibere fatte per Ali Turki. Secondo me, questo Report dà uno spaccato della società e , in base alle richieste evase o confermate, bisognerebbe fare quanto detto già dal Segretario, ovvero mettere mano a fronte del negoziato Ue alla legge 118 e alle sue successive modifiche, cavando le tipologie che non hanno appetibilità e attuazione.

Maria Luisa Berti, Npr: Anche io intervengo per apprezzare la relazione e il lavoro della Gendarmeria. Sicuramente questa relazione e la sua analisi numerica danno la possibilità di riflettere sul divenire della nostra società rispetto la sua composizione e rispetto alle proiezioni future. Sono da cogliere positivamente i dati dei soggetti che richiedono residenza perché o vengono ad investire capitali o perché svolgono attività di un certo ruolo sotto il profilo economico e sanitario e danno quindi un apporto significativo alla nostra economia ma anche apporto culturale alla nostra società. E’ un dato in aumento rispetto agli anni passati di cui dobbiamo essere soddisfati, perché significa che torna interesse ad investire e a stare in territorio. Altro elemento è l’innalzamento significativo delle residenze atipiche, dal numero contenuto degli anni precedenti, nell’ultimo anno c’è stata una impennata in alto. E’ una dato da valutare e una tematica di grande importanza nell’ottica della disciplina che dovremo adattare magari anche prima della ratifica dell’accordo di associazione.

Manuel Ciavatta, Pdcs: Nel documento della Gendarmeria si parla di dati contenuti, tolti i permessi temporanei e stagionali, che vanno da uno a qualche centinaia, gli altri numeri sono positivi, dimostrano che c’è un appeal che il nostro Stato ha anche rispetto chi vive fuori. Il Report ci permette di capire la situazione passo dopo passo ed eventualmente se ci fosse la necessità di attuare correttivi. In questa fase, in cui si va verso la ratifica dell’accordo di Associazione, visto che i numeri restano contenuti e controllati, e che le quote che il gruppo di negoziazione ha definito sono al di sotto di quelle a cui ci riferiamo negli anni, penso rappresenti quindi un segnale che può tranquillizzare la cittadinanza.

Luca Beccari, Segretario di Stato Affari Esteri: Quello cui faceva riferimento il consigliere Ciavatta è corretto, i dati dimostrano che i parametri negoziati per l’accordo delle quote di nuove residenze sono inferiori ai numeri che già gestiamo, si parla di un numero 300 residenze in un anno che riunisce diverse tipologie, contro una quota minima di 90 residenze e ci stiamo dentro ampiamente. E’ evidente che questa normativa andrà tutta rivista nell’impostazione generale, per quanto coesisteranno due regimi, di residenze qualificate e libere con le quote, dovremo evitare scelte discriminatorie e penalizzanti rispetto cittadini non Ue. Sinceramente, il dato delle residenze porta molti significati, tra cui che c’è una vis attrattiva del nostro Paese di persone che portano professioni e mestieri e redditi. Però i numeri ci permettono anche di avere un controllo attento. Credo dovremo lavorare di più sul tema del collegamento di residenze e sviluppo economico, c’è tema territoriale e di sviluppo dei servizi. Poi tutti siamo animati da buoni propositi e da una propria visione Paese, quello che è mancato è che noi veniamo da anni di gestione di emergenze a tutti i livelli e manca un approccio olistico e di medio-lungo termine che dovrebbe caratterizzare la futura programmazione economica del Paese. Questa legge del 2013 è un po’ l’esempio di quello che non è stato.

Comma n.14. Riferimento del Segretario di Stato per gli Affari Esteri, ai sensi dell’art.16-bis, 16-ter e 16-quater della Legge n.118/2010, in merito al numero e all’esito delle pratiche relative alla concessione di residenza elettiva, atipica a regime fiscale agevolato, atipica pensionati.

Luca Beccari, Segretario di Stato per gli Affari Esteri:

Possiamo vedere le progressioni del dato: il 2021 è stato il primo anno di applicazione della norma e forse neanche per intero, il biennio 2022-2023 ha riguardato anni più significativi, con un incremento più marcato sulle residenze atipiche dei pensionati, mentre la residenza elettiva non è un programma che ha avuto particolare successo, con numeri sempre molto bassi, poi ci sono i numeri legati ai ricongiungimenti familiari. A volte parliamo di Portogallo e Paesi che attraggono centinaia e centinaia di nuovi residenti, noi invece abbiamo numeri sì in crescita, ma parliamo sempre di qualche decina di unità che non va a stravolgere il quadro generale dei residenti in territorio e porta percettori di reddito a stabilirsi qua, li abbiamo visti fare investimenti immobiliari e integrarsi in territorio in questi anni, abbiamo visto una fase sperimentale. Vedremo cosa succederà con la riforma delle normative sulla residenza, se si dovesse arrivare a una riforma generale andrebbe svincolato il tema fiscale-residenziale, sarebbe logico armonizzare il regime delle residenze con la leva fiscale quando saremo in contesto di associazione.

Gian Matteo Zeppa, Rete: I numeri evidenziano l’impatto di alcune leggi piuttosto di altre rimaste residuali. Quello che balza agli occhi dallo schema triennale 2021-2023 è la residenza atipica pensionati e, conseguentemente quella dei ricongiungimenti familiari. Sarebbe bello in questo caso riuscire a fare una analisi in merito a quello che riguarda poi l’intero comparto immobiliare. Sappiamo che ci sono molte difficoltà da parte di cittadini sammarinesi a trovare un alloggio che sia in affitto piuttosto che per l’acquisto di immobili e molte volte questa difficoltà viene imputata proprio a questo tipo di residenze, anche se non si può sapere in percentuale l’incidenza sulle disponibilità per i cittadini. Una quota parte è normale che vada a incidere. Mi sono andato a rivedere le domande canoniche delle residenze atipiche per pensionati e posso dire che è vero che c’è una incidenza di questa norma e altrettanto vero è che per la loro possibilità economica, il loro potere di acquisto e di trattativa è diverso rispetto quella di un normale cittadino impiegato che cerca casa in affitto. Ma qui non si può imputare colpe, il mercato immobiliare ha avuto uno stallo e si sono avute difficoltà a trovare affitti a prezzi ragionevoli. Alcune pratiche dei pensionati hanno visto chiudere pratiche di affitto per 800-1000 euro al mese nelle zone periferiche del Paese. Significa che si è instaurato un regime di speculazione immobiliare che solo in parte risponde alla residenza atipica dei pensionati, io lo imputo anche a molti immobili in pancia alle banche del pacchetto Npl, per cui non conviene nessuno vendere in questo momento. Sarebbe bello fare un’analisi approfondita sull’impatto di queste residenze atipche dei pensionati. Molti vengono dall’Italia e, terminando alcuni regimi fiscali agevolanti europei, in primis in Portogallo, vediamo pratiche di cittadini italiani che vengono qua. Non penso il problema degli immobili sia imputabile unicamente alla questione della residenza atipica dei pensionati, penso però che ci sia un problema e seppur in parte residuale, questo elemento possa andare ad incidere.

Andrea Zafferani, Rf: I numeri dei vantaggi di queste residenze atipiche non sono tali da superare i problemi che si stanno creando per i cittadini sul territorio per accedere ad un affitto o all’acquisto di un’abitazione. Guardando poi ai numeri dei ricongiungimenti, una lampadina si è accesa: sono numeri sostenuti quelle residenze concesse- oltre 90- sia per pensionati, sia per i regimi fiscali agevolati, ma i dati dei ricongiungimenti si fermano a12. O sono tutti senza famiglia o non ricongiungono la famiglia, forse perché non ci abitano, davvero? Facciamo controlli specifici su questi numeri?

Sds Luca Beccari, replica: Nelle residenze atipiche a regime fiscale agevolato hanno inciso molto piloti, ciclisti e sportivi di giovane età, abbiamo visto che ora si stanno spostando più sul regime ordinario. Sono quindi persone che non necessariamente non fanno ricongiungimento per motivi particolari, hanno una organizzazione diversa. Mi viene da pensare poi a persone separate o non accompagnate in generale. E’ una dinamica che merita attenzione, ma non mi preoccupa più di tanto, rientra nelle corde di queste residenze. Verifichiamo comunque da parte degli uffici preposti e monitoriamo. Poi non so neanche quanto questo regime durerà, magari si arriverà ad un altro modello con la riforma.

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