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Giornalisti contro Procura a Modena: “Poche righe per un delitto grave”

L'Aser e l'Ordine dei giornalisti contro la Procura di Modena, che non ha previsto una conferenza stampa su un grave delitto avvenuto a Castelnuovo nei giorni scorsi: "Colpa della riforma Cartabia, Procura continua a essere diffidente, ma i cittadini hanno diritto di essere informati"

Pubblicato:27-04-2024 16:51
Ultimo aggiornamento:27-04-2024 16:51
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procura modena
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MODENA – “Una nota striminzita, 15 righe per la precisione, a 24 ore di distanza da un nuovo ed efferato fatto di sangue, l’uccisione di un ragazzo di 36 anni, che ha avuto come teatro Castelnuovo, paese alle porte di Modena”. Con queste parole Aser (Associazione stampa Emilia-Romagna), Asm (Assostampa Modena) e Ordine dei giornalisti stigmatizzano il modo con cui la Procura modenese ha deciso di tenere i rapporti con la stampa all’indomani di un fatto di cronaca tanto grave.

“Già lo scorso settembre, in occasione del festival di giornalismo investigativo Dig e dell’arrivo a Modena del procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri- si legge in una nota congiunta- come Aser e Asm promuovemmo un sit-in di protesta contro gli effetti che la legge Cartabia ha sul lavoro dei giornalisti e sul diritto dei cittadini a essere informati”. E oggi, prosegue la nota, “purtroppo continuiamo a registrare diffidenza da parte della Procura di Modena nei confronti del sistema dell’informazione locale“.

Infatti, scrivono Aser, Asm e Ordine, “ancora una volta non è stata convocata nessuna conferenza stampa nell’immediatezza del fatto”, con il risultato che “non c’è stata nessuna possibilità di fare domande e approfondire fatti che hanno una grande rilevanza per cittadini e opinione pubblica”. Per questo motivo, “continueremo a farci portavoce di tutti i giornalisti, a manifestare il malcontento di una categoria intera e a segnalare quello che a nostro avviso è, dall’avvento della riforma Cartabia in poi, uno scadimento sempre più evidente dei rapporti tra stampa e Procura“, rimarcano Aser, Asm e Ordine, che concludono assicurando che “non ci rassegneremo mai all’idea di un rapporto con le Procure fatto di veline e sommarie ricostruzioni“.


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