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Venezia 76 chiude nel segno del thriller con ‘The Burnt Orange Heresy’

Nel cast Donald Sutherland e Mick Jagger

Pubblicato:08-09-2019 13:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:40

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VENEZIA – Un ‘thriller-noir’ in salsa hitchcockiana, che indaga il rapporto tra realta’ e finzione e nel quale “la mente umana trasforma la verita’ in bugia e poi ci crede”. E’ ‘The Burnt Orange Heresy’, pellicola diretta da Giuseppe Capotondi, basata sul best seller omonimo firmato da Charles Willeford, che ieri ha chiuso la 76esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

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Presentato in anteprima mondiale fuori concorso, il film vanta un cast di tutto rispetto. Accanto a Claes Bang e Elizabeth Debicki, troviamo Donald Sutherland e Mick Jagger, tutti presenti insieme al regista ieri al Lido per la conferenza stampa di presentazione della pellicola. 

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“E’ stato interessante scavare dentro un personaggio cosi’ ambizioso, ho provato a portare questa caratteristica al limite estremo”, ha dichiarato Bang. L’attore nel film interpreta James Figueras, un esperto d’arte incaricato dal potente collezionista d’arte Cassidy (Mick Jagger) di impossessarsi a qualsiasi costo di uno dei capolavori del grande artista Jerome Debney (Donald Sutherland). Richiesta che sara’ il motore della pellicola e spingera’ Figueras ad entrare in contrasto con la sua nuova compagna Berenice Hollis (Elizabeth Debicki). Nel film i riflettori vengono puntati anche sul ruolo che la critica ha nel mondo dell’arte, capace di distruggere o assurgere agli onori degli pubblico un prodotto artistico ottimo o pessimo che sia.

“Ho voluto ricreare un’atmosfera hitchcockiana, per questo ho spostato l’ambientazione sul lago di Como (il romanzo era ambientato in California ndr). Il mio intento era ricreare il glamour dell’epoca d’oro di Hollywood, per questo gli attori appaiono sempre esteticamente perfetti”, ha dichiarato Capotondi.

Sutherland dal suo canto si e’ detto entusiasta di aver preso parte a questo film, dichiarando che quella di ‘The Burnt Orange Heresy’ “e’ la migliore sceneggiatura che abbia letto negli ultimi vent’anni”. Che sia davvero cosi’ o meno sara’ il pubblico a deciderlo, certo e’ che il film vanta dialoghi affascinanti e molto ben scritti, valorizzati da una buona interpretazione di tutto il cast. Quello in cui pecca forse e’ la ridondanza nel sottolineare la dannazione del protagonista e un finale in qualche modo non perfettamente compiuto.

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