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Fisco, muro sulla riforma: Forza Italia e Lega fanno saltare l’accordo. “Intervenga Draghi”

Il centrodestra di maggioranza chiedeva che i pareri delle commissioni parlamentari sui futuri decreti legislativi fossero "vincolanti", per scongiurare il pericolo di un aumento delle tasse

Pubblicato:07-04-2022 20:01
Ultimo aggiornamento:13-04-2022 11:48

draghi
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ROMA – Per Lega e Forza Italia non ci sono le condizioni per approvare la delega fiscale, nonostante l’accordo sulle modifiche che sembrava essere stato trovato con il Tesoro nei giorni scorsi. Il centrodestra di maggioranza chiedeva che i pareri delle commissioni parlamentari sui futuri decreti legislativi fossero “vincolanti”, per scongiurare il pericolo di un aumento delle tasse sulla casa e sul risparmio.

Dopo le tensioni in commissione Finanze di ieri sera, il presidente Luigi Marattin ha deciso di sospendere i lavori. L’esponente di Italia Viva spiega: “Ora le mediazioni passano per il presidente del Consiglio. Fiducia o no, spetta al Governo decidere. La questione ora deve essere sciolta a Palazzo Chigi. Purtroppo ho capito che in questo Paese il fisco è solo una materia da campagna elettorale, nel pacchetto ci sono misure che sarebbe un peccato buttare via, ci sono norme per le famiglie e riforme strutturali”.

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La mediazione a cui erano arrivati i gruppi con il Mef, continua Marattin, contiene “le battaglie storiche del centrodestra: l’allargamento della flat tax, la mensilizzazione degli acconti e dei saldi per gli autonomi, la riforma delle sanzioni, l’Irap. Rendere vincolanti i pareri è una cosa che nella storia della Repubblica non è mai avvenuta, allora che differenza c’è tra legge delega e legge ordinaria?”. La porta resta aperta, “ma su cose che abbiano un senso”, aggiunge Marattin.

L’intesa prevedeva il voto solo sui 25 emendamenti riformulati, mentre invece ora si dovrebbe tornare all’esame dei 400 emendamenti depositati. La delega è prevista in aula alla Camera il 19 aprile, ma a questo punto potrebbe arrivarci senza mandato al relatore e il Governo potrebbe chiedere la fiducia. La battaglia, però, è destinata a riaprirsi al Senato.

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