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Tg Ambiente, edizione del 5 maggio 2020

https://www.youtube.com/watch?v=EaTdSYbmaLI&feature=youtu.be CATTURATO PAPILLON, COSTA: TRISTE, TRATTATELO BENE Giusto una settimana fa, dopo 289 giorni di libertà, è finita la fuga di M49

Pubblicato:05-05-2020 12:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:15

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CATTURATO PAPILLON, COSTA: TRISTE, TRATTATELO BENE

Giusto una settimana fa, dopo 289 giorni di libertà, è finita la fuga di M49 alias ‘Papillon’. L’orso più ricercato d’Italia è stato catturato dalla Forestale nel Trentino occidentale. A parte intrusioni in abitazioni, baite, rifugi, malghe ed altri stabili vuoti Papillon non è mai stato protagonista di attacchi o comportamenti pericolosi verso l’uomo. Mentre Coldiretti si rallegra per la cattura lamentando “danni, ansie e paura”, secondo il Wwf “è una pessima e triste notizia”. “Credo che la cattura non sia assolutamente una soluzione”, dice il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che a Papillon ha dato il nome, “non mi fa affatto piacere sapere che abbia perso la sua libertà”, ora però “vogliamo che sia trattato bene” e “mi sto adoperando per trovargli una nuova casa, la migliore possibile”.


MOSE COMPLETATO FINE 2021, A LUGLIO PROVE BARRIERE

“Il cronoprogramma sarà rispettato e il Mose sarà completato entro il 31 dicembre 2021. Il prossimo 30 giugno saranno concluse tutte le opere necessarie al sollevamento delle barriere in emergenza, da luglio inizieranno le prove”, e l’opera attesa da decenni finalmente proverà a proteggere Venezia dall’acqua alta. Lo assicura il commissario straordinario per il completamento del Mose Elisabetta Spitz. La conclusione dei lavori riguarda “tutte le opere necessarie al funzionamento” mentre “rimarranno in fase di completamento le opere ambientali”. I fondi “saranno sufficienti al completamento dei lavori”, garantisce Spitz. Il Mose si alzerà con maree superiori a 110 centimetri ma poiché l’area di San Marco e la basilica stessa finiscono sott’acqua già con maree di 80 o 90 centimetri, sarà realizzato un “sistema di protezione temporaneo” per “tutelare la basilica dal prossimo autunno”.

PAURA CONTAGIO, TRA I GIAPPONESI SPOPOLA LA BICI

In tempi di coronavirus i pendolari nelle grandi città del Giappone iniziano ad utilizzare le biciclette per lunghe tratte allo scopo di evitare il rischio di infezione sui treni affollati. Subito si è registrato un sensibile aumento del numero di ciclisti. La tendenza è evidente dai servizi di bike sharing, che si sono rapidamente estesi a tutto il Paese. Per Docomo Bike Share, circa 750.000 iscritti, i nuovi abbonamenti a metà aprile sono stati del 20% superiori rispetto a marzo. Molte aziende non autorizzavano i propri dipendenti a pedalare nelle principali città, a causa degli elevati volumi di traffico, ma alcune stanno iniziando a modificare le loro politiche perché i dipendenti, preoccupati dall’uso del trasporto pubblico, hanno espressamente chiesto di poter andare al lavoro in bicicletta.

PETROLIO IN AMAZZONIA, GOVERNO ECUADOR DENUNCIATO

Organizzazioni delle comunità indigene dell’Amazzonia dell’Ecuador hanno denunciato il governo di Quito chiedendo interventi urgenti di riparazione per quello che è stato definito uno dei peggiori disastri ambientali nella regione negli ultimi dieci anni: la fuoriuscita ai primi di aprile di migliaia di litri di petrolio da due oleodotti che attraversano la foresta. La perdita di greggio sta avendo ripercussioni su almeno 22 comunità di nativi che vivono lungo il corso dei fiumi Napa e Coca, per un totale di oltre 118.000 persone. La macchia di petrolio si sta espandendo lungo il corso dei fiumi ed è arrivata anche nel vicino Perù. La richiesta a governo e compagnie petrolifere è di “provvedere al sostegno per le persone colpite e di ricollocare gli oleodotti in modo da evitare futuri incidenti”.

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