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Coronavirus, i contro dati di Fratelli d’Italia: “I morti sono molti di più”

Fratelli d'Italia studia i dati Istat degli anni precedenti e attacca la protezione civile: "Per marzo 17.000 morti reali contro gli 11.000 dichiarati"

Pubblicato:30-04-2020 06:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:14

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ROMA – Fratelli d’Italia presenta uno studio statistico su quella che definiscono “la reale mortalità” causata in Italia dal nuovo coronavirus. Nel corso di una conferenza stampa web, trasmessa ieri sulla piattaforma zoom e sui canali social del partito guidato da Giorgia Meloni, è stato presentato un dossier messo a punto dal loro Ufficio Studi con i dati relativi al mese di marzo 2020, diviso per provincia e per Regione.

Durante la diretta social il senatore Giovanbattista Fazzolari, responsabile programma Fdi, Francesco Filini, coordinatore dell’Ufficio studi e Alessandro Moricca, manager e esperto in elaborazione dati, hanno spiegato che “da molte settimane Fratelli d’Italia chiede al governo di avere dati statistici sulla reale mortalità in Italia nel mese di marzo 2020, per avere gli elementi necessari a valutare l’attendibilità dei dati comunicati dalla Protezione Civile sul Covid-19”. Purtroppo, sottolineano, “non abbiamo ricevuto alcuna risposta”. Per questo l’Ufficio Studi di Fdi “ha provveduto a fare ciò che il governo e le sue numerose task force non hanno fatto”. Lo studio, viene spiegato, risponde ai quesiti che cittadini e osservatori si fanno da tempo e ha lo scopo di determinare: qual è il reale incremento della mortalità in Italia nelle diverse Regioni e province; fare un confronto tra dati reali e dati ufficiali della Protezione Civile; elaborare uno scenario teorico di espansione e perdurare dell’epidemia; individuare le classi di età più colpite.

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FDI HA CONFRONTATO LE MORTI DI MARZO 2020 CON QUELLE 2018 e 2019

È stata effettuata una verifica oggettiva per quantificare la mortalità causata dal Covid-19: il confronto tra il numero di morti del mese di marzo negli anni 2018 e 2019, con il numero di morti del mese di marzo 2020. I dati analizzati, secondo l’Uffico studi di Fratelli d’Italia, portano alle seguenti conclusioni “oggettive”: il numero di morti da Covid-19 a marzo 2020 è presumibilmente di circa 17.000 unità, pari a un incremento di mortalità di circa il 32% su base nazionale; l’epidemia non è diffusa in modo omogeneo sul territorio nazionale ma concentrata in determinate aree”.

Un incremento molto significativo della mortalità è stato registrato nella regione Lombardia (+129%), seguono l’Emilia-Romagna con +55%; Liguria e Marche con +30%; Piemonte +26%; Veneto 18%. Molto più contenuta altrove, trascurabile Sud Italia.

E ancora: “Il 78% circa dell’aumento di mortalità a livello nazionale nel mese di marzo 2020 si concentra nelle 20 province più colpite dal coronavirus, 10 delle quali si trovano in Lombardia, 4 in Emilia-Romagna e 3 in Piemonte. Impressionante è il dato della provincia di Bergamo con un incremento della mortalità del 432%. Seguono Cremona (+ 294%) Lodi (+ 289%) Piacenza (+221%) Brescia (+ 189%) Parma (+178%).

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“17.000 MORTI CONTRO I 10.000 DICHIARATI”

“A marzo- viene sottolineato dall’Ufficio studi- il dato di mortalità che risulta dai dati Istat è del 70% più alto di quello ufficiale della Protezione Civile: 17.000 morti contro i 10.000 dichiarati. La differenza tra dati Istat e dati Protezione Civile tende a ridursi col passare del tempo, risultando praticamente allineata alla fine di marzo”. I dati Istat confermano che il Covid-19 è letale per la fascia di età 60-69 anni; molto letale per gli over 70; ha effetti trascurabili per chi ha meno di 60 anni.

“PROTEGGERE OVER 60, CHIUDERE TUTTO NON HA SENSO. RIAPRIRE SCUOLE”

Sulla base di queste informazioni, l’Ufficio studi Fdi formula delle “linee guida per una effettiva ripartenza e una vera ‘Fase 2′”. Si sottolinea che è stato “importante aver contenuto il diffondersi dell’epidemia, che avrebbe causato una ecatombe, finché non si è potuto conoscere meglio il Covid-19″, ma il Covid-19 “è altamente letale per gli over 70, pericoloso per gli over 60, quasi inoffensivo per chi ha meno di 60 anni e non ha patologie pregresse”, per cui “non sembra sensato chiudere le attività produttive e bloccare l’intera Nazione“.

La soluzione più ragionevole– suggerisce Fdi- è la tutela dei più anziani e misure precauzionali per gli over 60, riaprendo il prima possibile tutte le attività produttive e commerciali. Per gli over 70, quindi, “appare ragionevole prevedere forme di protezione. Per gli over 60 forme di incentivo ad atteggiamenti prudenti: priorità allo smart working, sostegno economico alternativo all’attività lavorativa, prepensionamento”. Mentre “non appare giustificato il perdurare della sospensione didattica. La riapertura delle scuole andrebbe prevista il prima possibile“.

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“FUORI DALLE ZONE ROSSE RIAPRIRE TUTTO”

Quanto al lockdown totale, per Fratelli d’Italia, non essendo “l’epidemia diffusa in modo uniforme sul territorio nazionale non ha senso adottare misure uniformi sul territorio nazionale”. Alla luce di ciò, “vanno differenziate le ‘zone rosse’ nelle quali l’epidemia è molto diffusa, da quelle dove il virus è poco presente, con diversi livelli di restrizioni. Il mantenimento di specifiche zone rosse circoscritte è maggiormente sostenibile dal punto di vista economico e di sostegno pubblico che non la chiusura generalizzata”. Fuori dalle zone rosse, Fdi chiede “la riapertura di tutte le attività produttive e commerciali, senza distinzione, attraverso un protocollo di sicurezza stabilito dallo Stato, che se applicato libera l’azienda da ogni responsabilità connessa al contagio”. Infine, “test rapidi a tappeto sulla popolazione, soprattutto sui posti di lavoro, per mappare in modo tempestivo l’evolvere dell’epidemia; sanificazione dei posti di lavoro, dei mezzi di trasposto pubblico e dei luoghi aperti al pubblico a carico dello Stato; mantenimento di misure prudenziali di limitazione del diffondersi del contagio”.

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