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Zaia: “Se ricoveri torneranno a crescere dovremo chiudere di nuovo”

Il governatore del Veneto ha pronto un piano per riaprire gli ospedali e annuncia tamponi a tappeto a breve. Ma avverte: "Sarà la situazione delle terapie intensive a dirci se dobbiamo tornare a chiudere"

Pubblicato:29-04-2020 13:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:13

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VENEZIA – “Ci sono due dati, un numero di ricoverati e di terapie intensive, oltre i quali non ci possiamo permettere di essere liberi. Stiamo cercando di individuarli e poi con molta trasparenza diremo che sopra a quei numeri si torna a chiudere“, spiega Zaia. “I due dati che noi monitoriamo sono terapie intensive e ricoveri. Se dovessimo vedere che tornano a salire a un livello preoccupante metteremo in campo misure”. Ma “non abbiamo ancora un numero al momento, se non quello dato dall’esperienza”, aggiunge l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin”.

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“A FINE ESTATE 30 MILA TAMPONI AL GIORNO”

“Abbiamo un piano per arrivare a fine estate a 30.000 tamponi al giorno“. Lo afferma il governatore del Veneto Luca Zaia, ricordando gli oltre 300.000 tamponi effettuati in Veneto da inizio emergenza. “Forse andremo anche giù di artiglieria pesante oltre i 30.000 tamponi”, anticipa Zaia.


“SENZA MASCHERINA È COME USCIRE NUDI”

La mascherina, più che un obbligo di legge, è un vero e proprio “salvavita“, dice Zaia. “Dovremmo persino levare l’obbligo di portarla, perché nessuno esce di casa nudo, e così nessuno uscirà di casa senza mascherina”, continua Zaia. “Il virus non se ne è andato, il pericolo di reinfezione è reale“, conclude il governatore.

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IL PIANO DEL VENETO PER RIAPRIRE GLI OSPEDALI

Il Veneto, intanto, ha un piano per riaprire gli ospedali. Ad annunciarlo è Zaia, spiegando di averlo approvato ieri in unità di crisi. “Non ci saranno più le modalità di accesso di prima“, spiega Zaia. Si entrerà solo con la mascherina (e a chi non ce l’ha verrà fornita dall’ospedale), e “solo in caso di vera necessità”. Questo vuol dire ad esempio che “a trovare un parente si va da soli, non in comitiva”, e in orari limitati. All’ingresso viene misurata la temperatura e, chi deve essere ricoverato, verrà sottoposto a tampone e dovrà attendere il risultato in una sorta di limbo, prima di poter accedere al reparto.

“Oggi abbiamo inviato le linee di indirizzo alle Ulss e da lunedì le attività ospedaliere torneranno alla normalità“, interviene l’assessore regionale a Sanità e Sociale Manuela Lanzarin. Ovviamente “l’ospedale rimane un luogo di massima allerta da monitorare, insieme alle case di riposo, sono luoghi dove il virus entra con facilità”.

Il piano, “elaborato dalla direzione Sanità regionale e dalle aziende sanitarie, dà delle linee di indirizzo per la gestione”. Di fatto, gli accessi agli ospedali saranno “presidiati da personale sanitario”, che effettueranno i controlli previsti (dpi e temperatura corporea), e all’interno “gli spazi saranno rivisti per evitare l’accumulo di gente”.

Le visite “saranno solo su appuntamento e dilazionate, e si potrà avere un solo accompagnatore”. Chi aveva una visita o un intervento programmato potrà ora riprogrammarlo con il supporto dei medici di medicina generale. I covid hospital, infine, “continueranno ad avere reparti covid ma man mano torneranno ad avere funzionalità”.

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