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La Cassazione rigetta la radiazione di un medico contrario all’obbligo di vaccinazione: “Fu un’infamia”

L'intervista alla Dire: "Credo che essere medici serva a far star bene la gente, basta un solo bambino deceduto per informare adeguatamente"

Pubblicato:23-04-2024 14:29
Ultimo aggiornamento:23-04-2024 14:38
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ROMA – “La mia radiazione è stata un’infamia, era l’ultima cosa che potevo immaginare. La mia vittoria giudiziaria è certa, ma dovrò aspettare un paio di mesi per le motivazioni. Nel frattempo il mio atteggiamento nei confronti dell’Ordine si è capovolto: la mia è stata la battaglia di un medico che per 50 anni ha svolto attività come medico legale e che crede che essere medici serva a far star bene la gente”. Così Dario Miedico, intervistato dall’agenzia Dire, che dopo una vita in camice bianco nel 2017 venne raggiunto da un provvedimento di radiazione per reati di opinione dall’Ordine dei Medici di Milano che ora la Cassazione ha rigettato.

“BASTA UN SOLO CASO DI BAMBINO DECEDUTO PER TOGLIERE L’OBBLIGO”

L’opinione controversa, che gli è valso il marchio di no VAX, e che oggi come allora rifiuta categoricamente, era quella sulla libertà di vaccinazione e nessun obbligo: “Proprio in quel momento- spiega alla Dire- l’allora ministra Lorenzin stava aumentando le vaccinazioni obbligatorie. Ho svolto come medico legale la mia attività per dimostrare i danni da vaccinazione subiti dai bambini, pensavo di meritare un encomio non una radiazione”, ammette amareggiato. In effetti i danneggiati ci sono: lo dimostra la stessa esistenza della “legge 190 del 1992 che dice che i danneggiati devono essere risarciti”. E i numeri? Le statistiche ci dicono che sono pochi? “Basta un solo caso di un bambino deceduto (ho potuto dimostrare ciò che dico) per togliere l’obbligo e soprattutto informare adeguatamente la gente sui rischi. Io non sono un no VAX, sono per la libertà e la gente deve scegliere conoscendo”. In Occidente, questa la sua opinione, “alcune patologie non possono tornare, non c’è più pericolo”. In questi 7 anni di battaglia giudiziaria “non ho potuto eseguire autopsie per fare la mia attività di medico legale sui presunti morti per vaccino Covid e le richieste che arrivavano erano molte”. E adesso, a 83 anni? “Ho vinto questa battaglia e non intendo averne altre. Continuerò nella mia opera, la gente deve essere informata” ribatte ancora una volta. 


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