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“Sotto le bombe non si salva nessuno”. Arrivano con messaggi audio WhatsApp le parole di Giuditta Brattini, cooperante veronese di Gazzella onlus, nella Striscia di Gaza dove continuano i raid di Tel Aviv in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre. “Israele ha danneggiato altri 7 ospedali e 21 centri sanitari. Continua a chiedere allo staff medico degli ospedali Ahli, Shifa e Al-Quds di evacuare, ma i medici si rifiutano di lasciare i pazienti, perché non saprebbero dove andare”.
Saranno il ministro dell’Economia Sergio Massa, esponente di un governo di centro-sinistra, e Javier Milei, alla guida della destra, favorito nei sondaggi della vigilia, a sfidarsi il 19 novembre nel ballottaggio delle elezioni presidenziali in Argentina. Massa, che rivendica l’appartenenza al campo peronista, ha ottenuto domenica oltre il 36 per cento delle preferenze. Fermo al 30 per cento Milei, liberista, fautore di una sostituzione del peso argentino con il dollaro americano. Uno dei problemi del Paese è l’inflazione, che su base annua ha raggiunto il 140 per cento.
Il Parlamento europeo è al servizio dei giornalisti perchè possano svolgere al meglio il loro lavoro, con a disposizione tutti i documenti necessari. Di questo impegno si parlerà durante un corso di formazione rivolto a cronisti, content creator e operatori dell’informazione in programma da giovedì 30 novembre a sabato 2 dicembre a Bologna, nella redazione dell’agenzia Dire. Valentina Parasecolo, coordinatrice dell’ufficio stampa dell’Europarlamento in Italia: “Immaginiamo ad esempio un giornalista che copre questioni ambientali: probabilmente non sarà a Strasburgo o a Bruxelles ma magari a Roma o a Milano; il parlamento europeo deve essere in grado con le comunicazioni sulle attvità che fa il parlamento stesso anche lui o a lei”.
C’è chi lavora per il Sahel, nonostante i colpi di Stato: in Togo, a Lomé, la prima edizione del Forum della pace si è conclusa con richieste di dialogo e moniti sulle sanzioni, che “non sono sempre la strada migliore”. Di possibili soluzioni parla N’Djim Boubacar, a capo del Coordinamento per la salvaguardia dei diritti umani in Africa occidentale: “Entro il mese si costituirà un gruppo di studiosi, accademici, difensori dei diritti umani, che forniranno raccomandazioni, idee e suggerimenti per superare i problemi economici, sociali, politici e diplomatici in Paesi come Ciad, Mali, Burkina Faso, e Niger. I golpe non vanno mai bene”.
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