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“Amazzonia patrimonio dell’umanità” dice Lula, a Parigi per accelerare sull’Accordo Ue-Mercosur

Il presidente brasiliano conferma la posizione diametralmente opposta a Bolsonaro che rivendicò il pieno controllo del Polmone verde, ma sostiene l'intesa invisa agli ambientalisti

Pubblicato:23-06-2023 16:23
Ultimo aggiornamento:23-06-2023 16:24

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ROMA – “L’Amazzonia è parte del territorio sovrano del Brasile, ma allo stesso tempo appartiene a tutta l’umanità. Per questo faremo di tutto per proteggerla”. Il discorso di Luis Inacio Lula da Silva scandito ieri sera durante un festival ecologista a Parigi sembra una rottura netta con le posizioni del suo predecessore, Jair Bolsonaro. Nel 2019 infatti, l’ormai ex presidente dal palco dell’Assemblea generale dell’Onu aveva detto che “l’Amazzonia non è patrimonio dell’umanità” bensì una “proprietà del Brasile” e che, pertanto, “era autorizzato” a disporne a suo piacimento. Seguirono leggi che indebolirono i controlli e facilitarono lo sfruttamento del polmone verde del mondo – la cui maggior parte si estende proprio sul territorio carioca – da parte delle aziende del legname e dell’agribusiness.

In campagna elettorale Lula ha quindi puntato molto sulla tutela dell’Amazzonia e la lotta ai crimini ambientali, un messaggio rafforzato dalla nomina la ministero dell’Ambiente di Marina Silva, storica leader ambientalista.

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“MA I PAESI RICCHI SONO IN DEBITO COL MONDO”

Ieri ai piedi della Torre Eiffel, dove si è svolto il Global Citizen Festival “Power Our Planet: Live in Paris”, Lula ne ha approfittato anche per lanciare una stoccata ai “Paesi ricchi”, affermando che hanno “un debito storico” con le risorse naturali mondiali, pertanto “devono finanziare la conservazione delle foreste, compresa l’Amazzonia“. Secondo Lula, “non sono le popolazioni africane che inquinano il mondo, né quelle latinoamericane”. Ad aver compromesso l’ambiente negli ultimi due secoli, ha detto il presidente, “sono gli artefici della rivoluzione industriale e per questo devono pagare il debito storico che hanno con la Terra”.

IL CORTOCIRCUITO SULL’ACCORDO COMMERCIALE UE-MERCOSUR

La presa di posizione di Lula però è stata criticata da una parte della stampa francese, tra cui il quotidiano Libération. Alla testata non è sfuggito il cortocircuito dell’incontro tra Lula e il leader di France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon: sebbene quest’ultimo riconosca nel leader del Partito dei lavoratori brasiliani un alleato e forse un modello, la convergenza tra i due movimenti di sinistra si blocca sul tema Mercosur e in particolare sull’accordo volto a facilitare gli scambi commerciali tra l’Unione europea e quattro Paesi latinoamericani: Argentina, Paraguay, Uruguay e naturalmente Brasile.

All’intesa si oppongono con forza i movimenti ambientalisti, gli agricoltori, i sindacati e i partiti di area ecologista come France Insoumise di entrambe le sponde dell’Atlantico perché, come afferma Greenpeace Eu, “l’abbassamento delle tariffe e dei controlli su prodotti come i pesticidi provenienti dall’Europa e la carne bovina proveniente dai Paesi del Sud America farà allontanare gli obiettivi del Green Deal europeo”.

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Lula invece si è sempre espresso a favore, intravedendo un’opportunità per il Paese, e l’incontro di oggi con l’omologo francese Emmanuel Macron avrebbe in agenda proprio la richiesta di accelerare la sigla dell’intesa.

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