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VIDEO | Confartigianato Molise: “Niente lockdown e meno virologi superstar”

Lo dichiara all'agenzia Dire il presidente Romolo D'Orazio, uno dei primi imprenditori italiani a riconvertire la sua azienda, che opera nel settore della moda, per la realizzazione di mascherine

Pubblicato:23-02-2021 17:05
Ultimo aggiornamento:23-02-2021 17:09

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NAPOLI – “Sono contrario a un nuovo lockdown. In tutta Europa è stato dimostrato che il lockdown non ha portato a nulla. Se non facciamo i vaccini a cosa serve? Chiudiamo per 15 giorni e poi torneremo ad infettarci tutti. Non serve”. Ne è convinto il presidente di Confartigianato Molise Romolo D’Orazio raggiunto dall’agenzia Dire per un’intervista. “Se le aziende continuano a chiudere a intermittenza – è l’allarme lanciato in un’intervista all’agenzia Dire – i negozi falliranno tutti, non se ne salverà nessuno. Hanno messo mezza Italia in zona rossa a novembre, ci hanno richiusi a Natale e ora si parla di richiudere tutto? Intanto, la merce consegnata continua a giacere nei negozi e non ci paga nessuno”. “Io mi auguro che il nuovo governo – osserva D’Orazio – abbia un approccio più razionale e scientifico, spero che ci siano meno virologi superstar a fare le dichiarazioni e mi auguro che parli solo il ministro”.

IN MOLISE SITUAZIONE DI SOFFERENZA

“Il Molise è stata sempre una regione a bassa incidenza del contagio – ricorda D’Orazio -. Nella prima fase della pandemia ci sono state giornate in cui il Molise faceva registrare casi zero. Purtroppo due settimane fa è esploso un cluster nella parte adriatica. È successo all’improvviso: siamo passati da 70 a 100 o 120 casi al giorno”. Dalle ultime rilevazioni dell’Istituto superiore di Sanità, il Molise ha l’indice Rt più alto d’Italia e preoccupano i dati sui ricoveri con l’ospedale Cardarelli di Campobasso ormai ingolfato.

“In una piccola Regione – aggiunge – avere 100 casi in più o meno al giorno significa tanto. Siamo sopra i cento ricoveri, ci sono 12-13 pazienti in terapia intensiva. Siamo vicini alla sofferenza più totale”. Il presidente di Confartigianato è stato uno dei primi imprenditori italiani a riconvertire la sua azienda, che opera nel settore della moda, per la realizzazione di mascherine. “A marzo – racconta – noi e un’impresa del Piemonte abbiamo avuto l’intuizione di riconvertire. Inizialmente eravamo presi dalla disperazione. Il lockdown totale per una azienda aperta da 5 anni come la nostra poteva significare solo una cosa: il tracollo. Ma avevamo i tessuti, le sarte e i macchinari per realizzare un bene che all’epoca era letteralmente introvabile. Abbiamo testato alcuni prototipi e poi prodotto e venduto 250mila mascherine. È stata un’esperienza bella, abbiamo salvato dei posti di lavoro, e poi per me è stata un’esperienza anche spirituale, spero di aver salvato qualche vita umana”.

Nonostante durante il lockdown il Molise abbia retto all’onda d’urto della pandemia, l’emergenza si sta aggravando negli ultimi giorni. “Il problema – commenta D’Orazio – non è molisano. Bisognava prepararsi prima alla terza ondata, bisognava essere incisivi e programmare. Il commissario Arcuri ha dato parere negativo all’apertura del Vietri di Larino come centro Covid. È un ospedale vuoto. I dati di oggi sono migliori di quelli dei giorni scorsi e l’incidenza cala, siamo passati dal 13 al 10% nel rapporto positivi-tamponi. Ci auguriamo tutti che sia il segnale di una inversione di tendenza”.


D’ORAZIO:CONGELARE DEBITI PER SETTORE MODA

“Il Molise è un’area depressa, rientra per questo tra le Regioni dell’obiettivo 1. Il paziente era già malato e la crisi è arrivata ad aggravata una situazione già di per sé debole economicamente e finanziariamente”. Lo spiega all’agenzia Dire il presidente di Confartigianato Molise, che rilancia la proposta del settore moda al nuovo governo. “La moda – sottolinea – è il secondo settore industriale italiano. Fattura 100 miliardi, il 70% va in export, è il settore trainante dell’Italia insieme al turismo. Non dobbiamo pensare alle grandi maison ma a centinaia di migliaia di piccoli laboratori sparsi sul territorio con 10 o 15 unità di personale, cioè microimprese che rischiano di essere spazzate via dalla crisi, devastando un intero settore. La proposta che facciamo è essenzialmente di aiutare finanziariamente queste aziende congelando i debiti, che siano bancari, verso l’erario o verso i fornitori, con l’intervento delle banche”.

Per D’Orazio il rischio è che con la ripresa “quando finirà il blocco dei licenziamenti, quando non saranno più in vigore misure che hanno consentito la cassa integrazione, lo stop alle cartelle Equitalia e le moratorie con le banche, riaprendo tutto come prima, bisognerà pagare tutto nuovamente. Non possiamo farcela, è impossibile”. Alle istituzioni locali, il presidente di Confartigianato chiede di “agire rapidamente. Il Molise ha due opportunità: il Recovery Plan e l’ingresso tra le Regioni obiettivo 1. Alla politica molisana chiediamo di fare presto, di farsi trovare pronti. Fino ad oggi i tempi della politica non hanno mai coinciso con quelli delle aziende”. Anche le aziende devono “farsi trovare pronte, puntando a nuovi modelli di business. Non ci saranno fiere e incontri con buyer internazionali. Allora – suggerisce D’Orazio – occorre sfruttare le conoscenze apprese, grazie al crisi, nel campo della digitalizzazione. Per i giovani, quelli che oggi si stanno per laureare, è una occasione, è una grande prospettiva per i prossimi dieci anni”.

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