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Pupo ‘arruolato’ dal governo: “Voglio un premier forte”

Le parole del cantante a margine di un convegno alla Camera sul premierato

Pubblicato:08-05-2024 17:33
Ultimo aggiornamento:08-05-2024 21:42
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Pupo incontro putin
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di Antonio Bravetti e Ugo Cataluddi

ROMA – “Voglio un premier forte, molto forte”. Il governo suona, Pupo canta. Il cantante ha risposto alla chiamata dell’esecutivo e si presenta alla Camera, nella sala della Regina, insieme a Iva Zanicchi. Sono i volti più noti e ricercati invitati ad assistere al convegno ‘La Costituzione di tutti. Dialogo sul premierato’. La madre delle riforme, la definisce Giorgia Meloni. Per renderla più pop il ministro dello Sport Andrea Abodi e il sottosgegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi si sono messi al telefono nei giorni scorsi invitando atleti e cantanti. Volti noti che hanno accettato di passare un pomeriggio alla Camera per ascoltare professori e tecnici dissertare di elezione diretta del premier. “Il nome premierato mi piace”, assicura ‘l’aquila di Ligonchio’. Zanicchi, già eurodeputata con Forza Italia e Pdl (“Berlusconi in politica l’hanno ucciso, ma io non rinnego amore e affetto per lui. Pensate come volete, io me ne frego, la penso così”), è la prima ad arrivare. Con lei c’è Pupo. Poco dopo Amedeo Minghi (“Anch’io mi sono stupito dell’invito”). Ecco Filippo Magnini, campione del mondo di nuoto. Flash e telecamere sono più per loro che per le autorità. Abodi, appunto, poi il ministro Schillaci, gli ex Angelino Alfano e Paola Severino, il sottosegretario alla presidente del Consiglio Alfredo Mantovano.

Arrivano alla spicciolata, in attesa che faccia l’ingresso in sala la premier, di bianco vestita. “Quando c’è la Meloni tutti corriamo”, sorride Zanicchi. Perché è stata invitata? “Anch’io me lo chiedo. Qui ho tanti amici, come Alfano, e sono curiosa, voglio capire, l’ignoranza non paga”. Una prima idea se l’è fatta: “Il nome premierato mi piace. Dicono che snellirà tutto, diamo più potere al presidente”. Le chiedono quale canzone dedicherebbe alla premier. Cantami, o diva, di Giorgia Meloni: “Riva bianca, riva nera…”, solfeggia Iva Zanicchi. Ehm, il colore…è una metafora? “Sono due rive nemiche- precisa la cantante e conduttrice tv- che poi nell’attimo supremo della morte si trovano, il capitano e il soldato si trovano e muoiono insieme. È una canzone attuale perché parla di guerra”.


PUPO: “PUTIN? NON LO CONOSCO NON L’HO MAI INCONTRATO”

A proposito, laggiù c’è Pupo. “Putin? Non lo conosco, non l’ho mai incontrato in vita mia. Non mi ha mai pagato Putin. Sono totalmente convinto che sia giusto continuare ad avere rapporti con la Russia anche di lavoro, ma non mi parlate di Putin che non lo conosco”. Scherza? “No, giuro. L’ultima volta ho cantato al Cremlino e lui non c’era”. Del presidente russo ha comunque stima, nonostante tutto. “Pupin”, lo apostrofa qualcuno in sala. Ride, non gli dispiace. Stavolta a lui, abituato a palchi e platee ben più affollate, tocca fare il gruppo spalla: intrattenere i cronisti in attesa della premier. Non si tira indietro: “Io sono per il premier forte, molto forte”. Ha studiato, dice, invitato anche lui da Mazzi: “Ho letto e mi sono informato, quello pensato dalla Meloni credo sia un modo unico, italiano. Il presidente della Repubblica perde un po’ di valore? Ma no, al massimo il fatto che non possa più nominare senatori a vita. Se facessero Pupo senatore a vita sarebbe uno scandalo, no?”.

Minghi entra e prende posto in silenzio. Magnini nuota con stile: “Sono qui per ascoltare, poi mi farò un’idea”. Intanto accanto a Pupo prende posto Giampaolo Angelucci, il figlio del deputato leghista ed editore che ha messo gli occhi sull’Agi. I cronisti partono all’assalto, chiedono conto della trattativa, ma Angelucci si trincera dietro un “no comment”. Pupo segue con interesse e curiosità il botta e risposta sull’acquisto dell’agenzia di stampa dell’Eni. Aspetta che i cronisti si allontanino e poi si presenta allo sconosciuto che gli siede accanto. “Piacere, Pupo”. “Piacere, Giampaolo Angelucci”. Il cantante sussurra: “Che chiedevano?”. “Volevano sapere se ci compriamo l’Agi”. “Ah”.

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