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Tg Ambiente, edizione del 22 novembre 2022

Si parla di Cop27, eventi estremi, mare caldo e alberi

Pubblicato:22-11-2022 15:40
Ultimo aggiornamento:22-11-2022 15:54

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COP27, BENE PER FONDO LOSS&DAMAGE, MALE SU EMISSIONI

Che la COP27 avrebbe deluso molti era nell’aria ed è esattamente quello che si è verificato. Il vertice sul clima di Sharm el Sheikh non è riuscito a mettere d’accordo i negoziatori dei 196 Paesi riuniti su un’azione più ambiziosa per la riduzione delle emissioni, quindi la possibilità di limitare il riscaldamento a un +1,5 gradi di media globale rischia di sfumare, con conseguenze disastrose. A guardare il bicchiere mazzo pieno la COP27 ha fatto un passo avanti positivo per la costituzione di un fondo per le perdite e i danni, trovando un accordo sul Loss&Damage, le perdite di persone e i danni alle cose provocati dalla crisi climatica, soprattutto nei paesi più in difficoltà e meno responsabili degli altri di averla provocata. In altre parole, non si limitano le emissioni che causano i disastri ma si aumentano i fondi per il risarcimento dei danni. Insomma, il Loss&Damage “rischia di diventare un ‘fondo per la fine del mondo’ se i Paesi non si muoveranno molto più velocemente per ridurre le emissioni”, avverte Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia. Della creazione del fondo e le decisioni su chi verserà risorse e chi ne beneficerà si occuperà uno speciale comitato nei prossimi due mesi, il versamento dei contributi sarà comunque volontario. “Dobbiamo fare in modo che i Paesi e le imprese maggiormente responsabili della crisi climatica diano il massimo contributo”, chiede il capo delegazione di Greenpeace alla COP27, Yeb Saño, “ciò significa finanziamenti nuovi e aggiuntivi per i Paesi in via di sviluppo e le comunità vulnerabili al clima, non solo per le perdite e i danni, ma anche per l’adattamento e la mitigazione”. Si stima che entro il 2030 siano necessari circa 290-580 miliardi di dollari aggiuntivi agli aiuti per l’adattamento e sostenere la ricostruzione economica e sociale delle comunità povere e vulnerabili messe in ginocchio dai disastri climatici. Insomma, la COP27 “ha affrontato positivamente le conseguenze della crisi climatica” ma “non è riuscita ad affrontare la causa principale della crisi: la dipendenza dai combustibili fossili”, riassume il presidente di Legambiente Stefano Ciafani. Appuntamento nel 2023 a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, per la COP28.

SEMPRE PIÙ EVENTI CLIMATICI ESTREMI IN ITALIA+27%

Accelerano gli eventi climatici estremi in Italia, nei primi dieci mesi del 2022 toccando quota 254 fanno segnare addirittura un +27% rispetto all’anno precedente. Preoccupa il bilancio degli ultimi 13 anni: dal 2010 al 31 ottobre 2022 registrati 1.503 fenomeni estremi, 780 i comuni colpiti e 279 le vittime. Questa la fotografia scattata dal nuovo report ‘Il clima è già cambiato’ dell’Osservatorio CittàClima 2022 realizzato da Legambiente, con il contributo del Gruppo Unipol. Nei primi dieci mesi del 2022, seppur con dati parziali sono stati registrati nella Penisola 254 fenomeni meteorologici estremi, +27% di quelli dello scorso anno (intero anno). Tra le regioni più colpite: Sicilia (175 eventi estremi), Lombardia (166), Lazio (136), Puglia (112), Emilia-Romagna (111), Toscana (107) e Veneto (101). Insomma, la crisi climatica accelera sempre di più la sua corsa insieme agli eventi estremi, che stanno avendo impatti sempre maggiori sui Paesi di tutto il mondo, a partire dall’Italia. Per questo Legambiente chiede al governo Meloni e al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che venga aggiornato e approvato entro la fine dell’anno il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, rimasto chiuso in bozza nei cassetti del ministero dal 2018.

MARE ITALIA SEMPRE PIÙ CALDO, IN LIGURIA +2 GRADI

L’emergenza climatica colpisce anche, anzi soprattutto, il mare, anche in Italia. I sensori posizionati quest’estate da Greenpeace Italia a Portofino e sul versante settentrionale dell’Isola d’Elba hanno registrato un’anomalia termica, positiva di circa 2 gradi, con temperature superficiali che hanno raggiunto, e in alcuni casi superato, i 27 gradi in entrambe le stazioni e quindi, verosimilmente, in tutto il Mar Ligure. Questi i dati preliminari del progetto Mare Caldo, una rete di monitoraggio attiva in dieci Aree Marine Protette italiane e all’Isola d’Elba, in collaborazione con l’Università di Genova e ElbaTech. I dati raccolti nel Mar Ligure evidenziano un significativo assorbimento di calore nei mesi di luglio e agosto con una notevole stratificazione della colonna d’acqua. Nei mesi successivi, il calore si è distribuito più in profondità, con temperature che tra 30 e 40 metri hanno raggiunto i 22 gradi gradi (all’Isola d’Elba) fino a ottobre. Si tratta di “un segnale allarmante ma evidentemente ignorato dal nostro governo, che invece di proteggere l’ambiente e le persone dai cambiamenti climatici ha deciso di incentivare le trivellazioni, anche in mare, e l’uso di gas fossile”, avverte Greenpeace.


CON IL PNRR 6,6 MLN ALBERI IN TRE ANNI NELLE CITTÀ

“Gli alberi hanno un grande e positivo impatto sull’ambiente delle nostre città: sono un valore da difendere e rafforzare. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede che nei prossimi tre anni siano distribuite 6,6 milioni di piante nelle 14 città metropolitane. Sono in via di definizione proprio in questi giorni gli accordi con undici amministrazioni per il raggiungimento dell’obiettivo annuale di oltre 1,6 milioni di alberi a dimora nel 2022”. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, lo annuncia in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi. L’investimento del PNRR si inserisce nel solco di quanto già avviato dal ministero nell’ambito del decreto Clima, che per il biennio 2020-2021 ha finanziato progetti simili, seppur più contenuti, volti a piantare circa 300mila alberi sempre nelle aree delle 14 città metropolitane.

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