ROMA – “Mi sono mostrata scettica di fronte a una ipotesi di federazione e di partito unico per due ragioni. I liberali nel centrodestra hanno una straordinaria opportunità e cioè di presentarsi agli italiani come una forza di stabilità. Penso che l’Italia del dopo Covid non chieda estremismi, sovranismi e slogan ma chieda protezione e continuità nell’opera di ricostruzione. I liberali non devono scolorire la loro identità”. Lo dice Mara Carfagna, ministro per il Sud e la coesione territoriale, a SkyTg24. “Il secondo motivo – prosegue – per il quale sono scettica è più politico. Faccio fatica a immaginare me stessa a convivere con le posizioni di Pillon sulla famiglia. Faccio fatica a immaginare di fare il tifo per la Le Pen. Faccio fatica a immaginare di spendere soldi su una misura come Quota 100 che ha penalizzato precari, donne e Mezzogiorno“.
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Insomma, continua Carfagna, “ci sono differenze che non si possono cancellare dalla mattina alla sera con una stretta di mano. Un conto è un’alleanza e un conto è una federazione o un partito unico che non ho capito ancora cosa vuol dire”. Discorso simile per l’apertura di Giuseppe Conte all’elettorato moderato: “Faccio fatica a immaginarlo come alleato. Con il cambio di governo c’è stato un cambio di passo evidente. Siamo stati tra i primi Paesi in Ue a presentare il Pnrr ed è stato impressa un’accelerazione importante alla campagna vaccinale. L’importante è fare il nostro lavoro, farlo bene e rispondere alle domande e alla preoccupazione dei cittadini. Il resto fa parte del dibattito politico”.
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