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Punti nascita in montagna, il 23 parte la riapertura. Bonaccini: “Fatti e non parole”

A pochi giorni dal voto fissato un incontro tra Governo, Regione e sindaci dell'Appennino interessati alla riapertura dei punti nascita. L'opposizione attacca: "Tentano di correre ai ripari"

Pubblicato:14-01-2020 15:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:51
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BOLOGNA –  Dopo il via libera di Roberto Speranza c’è già un incontro fissato per la riapertura dei punti nascita in Emilia-Romagna. Governo, Regione e sindaci dei Comuni interessati si vedranno infatti giovedì 23, a pochi giorni dal voto regionale. “Obiettivo dell’incontro- informa una nota della Regione- è quello di avviare immediatamente le procedure per riaprire quei punti nascita in applicazione delle disposizioni nazionali contenute nel patto per la Salute sottoscritto tra Governo e Regioni”.

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Il percorso per la riapertura delle sale parto in montagna è dunque avviato anche ufficialmente, come informa viale Aldo Moro. Giovedì 23, dunque, il primo confronto a cui parteciperanno il sottosegretario Sandra Zampa, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi e i sindaci di Alto Reno Terme (Bologna), Pavullo nel Frignano (Modena), Castelnuovo Monti (Reggio Emilia) e Borgo Val di Taro (Parma).


Ma non si ferma la polemica politica. Il senatore forzista Enrico Aimi ribadisce le “responsabilità politiche” della Regione sulla chiusura dei punti nascita.”Era il 2017 quando l’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, sulla chiusura dei punti nascita dichiarava: ‘Fra qualche anno riconoscerete che abbiamo avuto ragione’. E invece, a distanza di qualche anno, è Bonaccini a disconoscere le parole del suo assessore alla Sanità, annunciando con enfasi che riaprirà i punti nascita della montagna. E, consentiteci, qui la schizofrenia politica la fa da padrona”. Negli ultimi cinque anni, scrive ancora Aimi in una nota, “è mancata del tutto la volontà politica di riaprire i presidi di assistenza al parto di Borgotaro, Pavullo e Castelnovo né Monti: la possibilità c’era e risiedeva in una dettagliata richiesta di deroga al ministero. Oggi Bonaccini ne promette la riapertura sostenendo che il ministro Speranza ha avviato la revisione del Dm 70. Un modo per scrollarsi di dosso responsabilità precise, che sono tutte della politica e del Pd in particolare”. E allora, conclude il senatore azzurro, “si tenta di correre malamente ai ripari, pensando che gli abitanti della montagna abbiano dimenticato. Stavolta non sarà così. Nessuno ha dimenticato, e il 26 gennaio è sempre più vicino”.

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BONACCINI: “DA CHI POLEMIZZA SOLO PAROLE”

“Stupisce veder polemizzare chi è stato mesi al Governo senza fare nulla di nulla. Preferisco continuare a parlare coi fatti, rivolgendomi a tutti gli emiliano-romagnoli, che hanno bisogno di risposte concrete, non di sole parole”. Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, commenta l’incontro del 23 gennaio in Regione sui punti nascita al quale parteciperanno, oltre allo stesso governatore uscente e al suo assessore Sergio Venturi, il sottosegretario alla Sanità Sandra Zampa e i sindaci Giuseppe Nanni (Porretta), Luciano Biolchini (Pavullo), Enrico Bini (Castelnovo ne’ Monti), e Diego Rossi (Borgo Val di Taro).

“L’obiettivo dell’incontro è quello di avviare immediatamente le procedure per riaprire i punti nascita, definendo insieme i passaggi necessari”, sottolinea Bonaccini in una nota. “Dopo aver atteso inutilmente per oltre un anno di essere convocato dal precedente Governo per poter discutere di come rivedere la normativa nazionale che ha portato molte Regioni a dover chiudere alcuni punti nascita- scrive ancora Bonaccini in una nota- adesso siamo nelle condizioni di poterli riaprire, mettendo davanti a tutto la sicurezza delle mamme e dei nascituri. Come abbiamo sempre detto, infatti, la Regione è pronta a mettere a disposizione tutte le risorse professionali, organizzative ed economiche per garantire l’operatività delle strutture anche nelle aree appenniniche”.

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