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Sanità, Bonaccini: “Riapriremo i punti nascita in montagna”. Borgonzoni: “Prende in giro le donne”

La promessa di riaprire i punti nascita in Appennino fa arrabbiare Borgonzoni: "Da anni ai cittadini della montagna vengono negati i servizi"

Pubblicato:13-01-2020 13:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:50

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ROMA – “Riapriremo i punti nascita in montagna: si tratta solo, adesso, di definire col ministero un percorso, ma finalmente ho trovato un ministro che ci ha dato ascolto, rispetto al totale silenzio e disinteresse che c’è stato nel Governo precedente”. Lo dice il governatore Stefano Bonaccini, mirando a sciogliere uno dei nodi della sanità anche dell’Emilia-Romagna in questi anni. Subito la candidata di centrodestra Lucia Borgonzoni ha parlato per attaccarlo: “Prende in giro le donne”, dovrebbe invece chiedere “scusa alle tante donne che ha reso mamme di serie B, costringendole a partorire in ambulanza”. 

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Sotto tutte le dichiarazioni:

BONACCINI: CON REVISIONE DEL DECRETO 70 RIAPERTURA POSSIBILE”

Cogliendo la palla al balzo dal ministro Roberto Speranza, che a sua volta oggi a un convegno dello Spi-Cgil nazionale si è espresso in favore della sale parto montane da riaprire, Bonaccini evidenzia: “Il ministro Speranza, nella scrittura del patto per la salute approvato di recente, ha introdotto alla scheda 15 la revisione del decreto ministeriale 70. Confido così che potremo riaprire i punti nascita in montagna, perché mi aspetto che rivedendo quel provvedimento si andranno a revisionare i parametri nei punti periferici, a partire dalla montagna. Si rivedrà ciò che rendeva prima impossibile mantenerli aperti“.


Non solo: “Addirittura, con un’altra misura presa da questo Governo, potremo aumentare la dotazione di personale senza dover guardare a tetti e limiti di spesa, noi che abbiamo bilanci sani in ognuna delle 14 aziende sanitarie e che siamo una delle tre Regioni meno indebitate d’Italia”, rivendica il presidente ricandidato alle elezioni del 26 gennaio. In tutto questo, Bonaccini rimarca che “il ministro Speranza ha fatto esattamente quello che non hanno fatto in precedenza la ministra Grillo e il sottosegretario alla Salute della Lega Coletto”, attorno alla misura sui punti nascita “introdotta nel 2011 dal Governo Berlusconi-Lega, che pose per la prima volta il limite dei 500 parti sotto i quali senza deroga ministeriale bisognava chiudere i punti nascita”.

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SPERANZA: ASCOLTARE GRIDO AREE MONTANE

Queste le parole del ministro Speranza sul tema dei punti nascita in montagna: “Abbiamo approvato da pochi giorni il patto per la salute e non facciamo propaganda, non è nel nostro stile. Nel patto per la salute sottoscritto dal Governo, e da tutte le Regioni italiane, alla scheda 15 si prevede una revisione del Dm 70, che al suo interno disciplina anche la questione dei punti nascita. Penso che dobbiamo ascoltare questo grido che arriva soprattutto dalle aree interne, che- riconosce il ministro di Articolo 1- sono davvero fondamentali. È chiaro che la tutela e la sicurezza della mamme e del nascituro è sempre la prima cosa, ma questo grido va ascoltato con la massima attenzione e noi lo faremo“.

Sulla riapertura di queste strutture, dibattito che in Emilia-Romagna ha riguardato in questi anni Porretta Terme, Pavullo e Castelnovo né Monti in particolare, rimarca quindi il ministro rimandando all’impianto del decreto 70: “Lo ribadisco, la scheda 15 del patto per la salute approvato poche settimane fa e sottoscritto da tutte le Regioni e dal Governo prevede una ridiscussione, a ormai quasi cinque anni di distanza, sul Dm 70, che è un testo approvato nel 2015. È passato un tempo congruo, quindi, e dentro quella discussione bisognerà verificare anche la questione dei punti nascita. Penso che dobbiamo ascoltare con attenzione quello che le aree interne e montane ci dicono”, insiste il ministro.

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BORGONZONI: BONACCINI PRENDE IN GIRO MAMME

“Bonaccini la smetta con la demagogia. Quando sono stati chiusi i punti nascita, la scelta è stata da lui magnificata. Se poi sotto elezioni si sveglia, è un altro discorso”. Così la candidata leghista alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni, va all’attacco del governatore uscente, che oggi ha annunciato l’impegno di riaprire i punti nascita in montagna, grazie anche alle parole del ministro della Salute, Roberto Speranza.

Secondo Borgonzoni, però, Bonaccini dovrebbe chiedere invece “scusa alle tante donne che ha reso mamme di serie B, costringendole a partorire in ambulanza. Se i sondaggi vanno male al Pd, questo non lo giustifica nel prendere in giro i cittadini, soprattutto i cittadini della montagna, a cui per anni il suo partito ha negato servizi, sanità e presidi, mettendo a rischio anche tante mamme”, conclude la candidata leghista.

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