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L’ingegnera del Centro Veterani: “Ricerca su protesi mutilati”

SPECIALE DONNE IN ARMI | Ingegnera biomedica e ufficiale dell’Esercito italiano. E’ una vita oltre tutti gli stereotipi quella della giovane Tenente Nicoletta Balletti

Pubblicato:11-03-2020 12:37
Ultimo aggiornamento:23-12-2021 15:55
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ROMA – Ingegnera biomedica e ufficiale dell’Esercito italiano. E’ una vita oltre tutti gli stereotipi quella della giovane Tenente Nicoletta Balletti, 27 anni, addetta alla funzione bioingegneristica del Centro Veterani, presso il Dipartimento scientifico dell’ospedale militare Celio, a Roma. Intervistata da DireDonne per lo Speciale ‘Donne in armi’, ha spiegato il suo impegno professionale e il tipo di assistenza che il Centro garantisce “al personale che vive limitazioni funzionali avute in servizio da traumi fisici o psichici.

IL CENTRO VETERANI

Nato il 20 settembre del 2018 il Centro ha garantito assistenza a 60 veterani, di cui 2 donne, e alle loro famiglie. La struttura è suddivisa in tre diverse sezioni: il sostegno clinico, il coordinamento psicologico e medico-legale e la sezione bioingegnersitca che fa ricerca scientifica riabilitativa”.

LA STORIA DI NICOLETTA BALLETTI

La scelta della vita militare è stata successiva alla laurea: “Mi sono laureata alla Sapienza e poi ho fatto il concorso a nomina diretta. Sono entrata nel 2018”. La ricerca di cui si occupa quotidianamente l’ufficiale è strutturata attraverso la “proposta di progetti con partner accademici o aziende leader italiane per migliorare la tecnologia che è dietro ai vari supporti per le persone che hanno avuto mutilazioni. Siamo al lavoro- ha spiegato- su un progetto di ricerca con Usa Project Agreement che riguarda il ‘Fast’ e il ‘Bionicrus’. Quest’ultimo studia la riabilitazione personalizzata del cammino con esoscheletri esterni e gli studi sono in corso su veterani in Italia e in Usa che hanno avuto lesioni o amputazioni. Il ‘Fast’ invece si basa sulla convergenza di tecniche che studiano l’innervazione protesica nel caso di amputazione dell’arto superiore affinché la protesi sia percepita come naturale dalla persona che la porta”.


Con il Centro Veterani, per i diversi test e sperimentazioni, “collabora molto il gruppo paralimpico” ha spiegato la Tenente. Nicoletta, come suo padre che “sognava di fare il carabiniere, non è riuscita ad arruolarsi subito dopo il liceo” quando ha provato la prima volta, ma alla fine si è detta soddisfatta del percorso affrontato e di una scelta arrivata dopo il percorso di studi universitari. “Non ho trovato difficoltà in un ambiente prettamente maschile- ha ammesso- Nell’Esercito gli ingegneri biomedici sono due, il primo è stato un uomo e la seconda sono io”. Quanto a carriera e vita privata, Nicoletta scoprirà a breve la gestione: “Mi sposerò a giugno e con una buona collaborazione- ha detto convinta- potro’conciliare”.

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