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Dal Conservatorio alla banda dell’esercito, storia di una musicista luogotenente

Oggi il premio al 'Capri Hollywood International Film Festival'

Pubblicato:27-12-2022 11:30
Ultimo aggiornamento:27-12-2022 20:23
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ROMA – Una passione nata alle scuole medie, decollata negli anni del Conservatorio e infine “il mio posto nel mondo”, come lo definisce, che è quello di suonare in una Banda militare. Lei è Simona Altini, Luogotenente dell’Esercito italiano e ottavinista. Oggi, indossando l’uniforme, ha coronato il suo sogno di musicista e concretizzato quella lontana ammirazione per il mondo militare, che sentiva dentro ogni volta in cui suo fratello tornava a casa dall’allora servizio di leva.

LA PASSIONE E GLI STUDI

Sono entrata nel 2012 a 37 anni– racconta intervistata dalla Dire- ho dovuto aspettare molto per un concorso legato al mio strumento nella banda dell’ Esercito. Ho iniziato per gioco a suonare, a 11-12 anni nella banda del mio paese, a San Miniato in provincia di Pisa. Poi- ha ricordato- ho provato il conservatorio e in terza superiore feci l’esame che andò bene e gli ultimi due anni ho frequentato anche il conservatorio a Firenze”. Seguono altri studi per perfezionarsi, i primi lavoretti come flautista e insegnante.
Un’eccellenza quella di Simona che non è la classica dei figli d’arte: “Quando vieni da una famiglia dove non c’è un musicista e vuoi provarci, ci si impegna sempre oltre e ogni volta veniva sempre qualcosa in più”, così è diventata anche insegnante al Conservatorio di Ribera. “Ma la mia aspirazione più grande era suonare in una banda militare, l’evento istituzionale in sé a cui partecipare, la sua solennità mi piaceva molto”.


MUSICISTA IN UNA BANDA MILITARE

Nel mondo della musica la scelta di Simona Altini non è stata subito capita. “Inizialmente venni criticata: vieni via del conservatorio per una banda militare? Ma io ho trovato la mia dimensione- ha ribadito- ed è la banda. Rispetto a quando si va a suonare in un concerto in questo caso hai l’ uniforme, devi stare a delle regole perché devi stare in quel mondo, ma non mi pesa”. Un senso di rispetto per un mondo di valori, per le Istituzioni e una storia che le fa tornare alla memoria quella scena di sua nonna che al passaggio della bandiera, durante il giuramento di suo fratello, si alzava in piedi ogni volta: “Per rispetto- ha spiegato la musicista- e che ho capito solo dopo”. “Le persone sono spesso incuriosite dalla mia scelta”, ha ammesso Simona che intanto per il 2023 che si prospetta intenso ha un auspicio: “Mi piacerebbe poter essere sempre più visibili come banda agli occhi della gente e tornare ai ritmi pre covid che stiamo riprendendo”. Non ha un brano preferito, la sua passione è “per tutto il repertorio bandistico e oltre alle marce c’è tanto di più che sto scoprendo ancora oggi”. Centodue elementi, un maestro e vicemaestro e sei donne in tutto è il mondo che Simona ha scelto: lì dove ha unito la passione per la musica alle stellette in un ruolo tutto speciale, che sa di altri tempi. E intanto, proprio oggi, arriva un importante riconoscimento per Simona e gli altri musicisti: a Capri, la Banda dell’Esercito viene premiata per il ‘Capri Hollywood International Film Festival’.


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