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Lattanzio (Pd): “La mafia si espande, urge azione di costrasto”

Candidato democratico nella lista Pd a bari e provincia, la priorità per Paolo Lattanzio deve essere la lotta alle mafie

Pubblicato:06-09-2022 18:47
Ultimo aggiornamento:06-09-2022 18:47

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ROMA – Mafia, corruzione e infiltrazioni, in Puglia “la situazione è quanto mai problematica ed esplosiva. La quarta mafia c’è e negli ultimi anni anche lo Stato ha dovuto riconoscerne la presenza” spiega Paolo Lattanzio, candidato nella lista Pd a Bari e provincia.

Sono due, in particolare, le zone che preoccupano il membro della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Fenomeno delle Mafie e presidente del Comitato Infiltrazioni mafiose durante l’emergenza Covid-19: il foggiano e Bari. Nella prima, sottolinea Lattanzio, “c’è la mafia foggiana che si mischia con quella cerignolana e garganica. Simili ed aggressive come la ‘ndrangheta per la loro capacità di intimidazione sui commercianti e per la pressione estorsiva capillare”. Quella barese invece pareva scardinata dopo gli arresti degli ultimi anni che hanno portato molti boss alle manette, ma così non è stato. “Nelle proposte politiche ci si è comportati come se il fenomeno fosse risolto”, lamenta Lattanzio che ricorda come durante la pandemia la mafia sia riuscita ad infiltrarsi in molte imprese, “prima floride e ora in difficoltà”.

IL CONSENSO SOCIALE DEI BOSS

A tutto questo si è aggiunto “un acquisito consenso sociale, enorme“. L’esempio tipico è quello di Lello Capriati, boss liberato pochi giorni fa dopo l’assassinio di un ragazzo di 16 anni nel 2001, una delle tante vittime innocenti di questi anni di sangue. “Al suo ritorno – ricorda Lattanzio – il boss è stato accolto con omaggi, processioni e fuochi d’artificio. È questo che mi preoccupa: la società è penetrata da offerte illusorie di guadagno e potere, l’impegno civico e politico hanno lasciato alcune zone senza controllo”.


“UN PIANO NAZIONALE CONTRO LE MAFIE”

Il candidato Pd spera di tornare in parlamento dopo il 25 settembre per continuare la battaglia su questi temi. Tre gli assi su cui si poggia la sua azione: “Intensificare gli sforzi a favore delle forze dell’ordine, servono risorse umane e tecnologiche. Anche sul Pnrr rischiamo, i controlli infatti non bastano poichè molte mafie mettono dei prestanome, a libro paga, come titolari delle imprese”. Quindi servirà un investimento “deciso, netto e importante per rendere interoperabili le banche dati affinchè tutti i database possano dialogare tra loro”. Infine, conclude Lattanzio, “un grande piano nazionale contro le mafie per rafforzare i termini di prevenzione. Questo lavoro è a metà tra politica e sociale”. Il candidato Pd si riferisce alla lotta antimafia “di prossimità”, quella che si fa “coi più giovani, a scuola, con l’educazione e la cultura, contro ogni forma di avvicinamento alle mafie”.

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