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Visita a sorpresa del ministro israeliano alla Spianata, è pioggia di critiche: “Evitare provocazioni”

L'autorità palestinese denuncia il rischio escalation mentre Usa, Francia e Regno Unito chiedono di mantenere lo status quo dei luoghi santi

Pubblicato:03-01-2023 17:11
Ultimo aggiornamento:04-01-2023 10:42

Gerusalemme palestina
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ROMA – A pochi giorni dal suo insediamento nel governo guidato da Benjamin Netanyahu, il ministro della Sicurezza di Israele, Itamar Ben-Gvir, si è recato presso la moschea di Al-Aqsa scortato da un folto gruppo di agenti. Lo riporta la testata israeliana Haaretz aggiungendo che Ben-Gvir, esponente “della destra estrema”, aveva reso nota questa iniziativa ieri, suscitando la reazione del movimento armato palestinese Hamas, presente nella Striscia di Gaza: “Qualsiasi escalation nella moschea di Al-Aqsa farà esplodere la situazione e il governo di occupazione ne sarà responsabile”, ha detto il portavoce Abdel-Latif al-Qanoua in una nota diffusa nella giornata di ieri.

In un tweet di stamani il ministro ha dichiarato: “Il Monte del tempio è aperto a tutti e se Hamas pensa che minacciandomi mi farà desistere, è bene che capisca che i tempi sono cambiati”.

L’AUTORITÀ PALESTINESE: “PROVOCAZIONE PERICOLOSA E SENZA PRECEDENTI”

Dall’Autorità nazionale palestinese immediata la reazione di condanna: ancora Haaretz riferisce che dal ministero degli Esteri hanno parlato di “provocazione senza precedenti” che rischia di innescare “una pericolosa escalation del conflitto”. Il premier Mohammad Shtayyeh ha accusato il governo di Tel Aviv di voler rendere la mosche di Al-Aqsa “un tempio ebraico”.


STATI UNITI, FRANCIA E REGNO UNITO: “MANTENERE STATUS QUO DEI LUOGHI SANTI”

Ai giornalisti, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, Thomas Nides, ha dichiarato che “che ogni minaccia allo status quo è inaccettabile”. L’impegno a “mantenere lo status quo dei luoghi santi di Gerusalemme” è stato espresso anche da Francia e Regno Unito. Gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto appello al governo a porre fine alle “provocazioni”, e in giornata la visita del primo ministro Netanyahu nel Paese del Golfo è stata rinviata. Fonti di governo citate dalla testata Ynet smentiscono però che sussista un collegamento con la vicenda.

Al coro delle condanne si sono aggiunti in giornata anche Turchia, Egitto, Qatar e Arabia Saudita.

Il Monte del tempio, dove la mosche di Al-Aqsa è collocata, è un sito religioso di grande importanza per ebrei, cristiani e musulmani e per questo è anche motivo di dissidi che spesso sono all’origine di nuove violenze tra israeliani e palestinesi. Nel 2000, ad esempio, la visita dell’allora primo ministro israeliano Ariel Sharon fu tra i motivi che portarono allo scoppio della cosiddetta “seconda intifada“.

L’INIZIATIVA DOPO “L’ANNO PIÙ LETALE” SECONDO L’ONU

Tuttavia, come osserva la testata araba Aljazeera, il fatto che il ministro Ben-Gvir si sia recato ad Al-Aqsa nelle prime ore della mattina e sia rimasto per meno di un quarto d’ora avrebbe scongiurato scontri, dal momento che a quell’ora il sito non vede la presenza di molte persone. Ofir Gendelman, che è stato a lungo portavoce in lingua araba del primo ministro Benjamin Netanyahu, in un video pubblicato poco dopo la conclusione della visita del ministro ha assicurato che “la situazione è completamente calma”.

L’iniziativa del ministro della Sicurezza avviene a pochi giorni dall’insediamento del sesto governo guidato da Benjamin Netanyahu, il 29 dicembre scorso, dopo la fiducia ottenuta nella Knesset. Come hanno osservato diverse testate, si tratterebbe dell’esecutivo più a destra della storia del Paese, in un momento di rinnovate tensioni nei Territori palestinesi tra residenti palestinesi, coloni israeliani e esercito israeliano. Secondo le Nazioni Unite, il 2022 ha fatto registrare un bilancio record di vittime dal 2006, con 150 morti tra i palestinesi, tra cui 33 minori, e 10 tra gli israeliani, di cui cinque coloni, una guardia di sicurezza privata e quattro militari.

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