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Medio Oriente, l’analista: “Teheran e Tel Aviv non vogliono scontro diretto”

L'Iran minimizza l'attacco di Israele e anche la narrazione mediatica è ben diverso da quella del mondo occidentale: "Rappresaglia sottotono da Israele, è chiaro che nè Teheran nè Tel Aviv vogliono scontro aperto"

Pubblicato:19-04-2024 16:56
Ultimo aggiornamento:22-04-2024 09:53

iran israele
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ROMA – “Minimizzare l’accaduto” ed evidenziare che le “minacce aeree” erano in numero ridotto e sono state tutte “contrastate con successo” dai sistemi di difesa: questa la linea tenuta dai media di Teheran, nell’analisi per l’agenzia Dire di Massimiliano Nima Lacerra, ricercatore italo-iraniano, madrelingua persiano. Lo studioso, che ha un focus sulla geopolitica mediorientale, si concentra sul racconto di emittenti tv e fonti scritte. “L’approccio è stato differente da quello dei media occidentali, che hanno dato ampio spazio e rilievo ai fatti di questa notte nella regione di Isfahan” sottolinea Nima Lacerra. Convinto che le vie dell’informazione rivelino prospettive e orientamenti politici.

Massimiliano Nima Lacerra

È chiaro come né Teheran né Tel Aviv abbiano intenzione di giungere allo scontro diretto e in campo aperto” evidenzia il ricercatore. “Un’indicazione era venuta già dall’attacco iraniano del 13 aprile, spettacolare e scenografico, ma che di fatto aveva provocato solo danni molto limitati“.

Ancora Nima Lacerra: “Se come tante fonti sostengono l’azione di questa notte risultasse la risposta di Israele ai lanci del 13 aprile si tratterebbe di una rappresaglia decisamente sottotono per gli standard di Tel Aviv”. Secondo il ricercatore, allora, “la lettura dell’azione limitata resta una delle possibilità”.


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