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Fine vita, Coghe (Pro Vita): “Daremo battaglia sul testo alla Camera e sul referendum”

Il vicepresidente della Onlus Pro Vita e Famiglia: "Ognuno di noi non può disporre della propria vita, questo concetto è ribadito più volte anche dalla Costituzione"

Pubblicato:02-02-2022 15:51
Ultimo aggiornamento:02-02-2022 15:51

Jacopo Coghe
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ROMA – Le proposte di legge in materia di fine vita all’esame del Parlamento “assolutamente non ci convincono”. Lo dice Jacopo Coghe, vicepresidente di Pro Vita e Famiglia, in una video-intervista con l’agenzia Dire. “Nelle prossime settimane alla Camera dei deputati – spiega – riprenderà il testo unico Bazoli sul suicidio assistito. Contemporaneamente, su un altro binario, viaggia il referendum proposto dai Radicali ed erroneamente da loro definito sull’eutanasia legale. In realtà sappiamo che il quesito è sull’omicidio del consenziente. Il 15 febbraio la Corte Costituzionale si riunirà per decidere l’ammissibilità di questo quesito e noi siamo pronti a dare battaglia su questo tema a livello culturale, sociale, antropologico e anche a livello politico. Vogliamo avere la possibilità di esporre le nostre ragioni e le ragioni di gran parte degli italiani”.

L’esponente di Pro Vita e Famiglia sottolinea che lo slogan ‘La sofferenza è mia e me la gestisco io’ va contrastato “perché rientriamo in un campo che è quello dell’indisponibilità della vita: ognuno di noi non può disporre della propria vita, questo concetto è ribadito più volte anche dalla Costituzione. Lo Stato fa di tutto per tutelare l’essere umano, lo vediamo soprattutto in questo tempo di pandemia, il Governo sta facendo di tutto per salvare ogni vita. Non ci spieghiamo quindi come sia possibile proporre un testo di legge sul suicidio assistito per agevolare e facilitare la morte delle persone sofferenti”.


“Crediamo che oggi, nel 2022, la scienza abbia fatto passi da gigante – prosegue Coghe – e vada applicata la legge sulle cure palliative perché le persone devono essere accompagnate con tutto il rispetto che si deve a un malato in stato di sofferenza. E ci chiediamo anche perché solo dodici Paesi in tutto il mondo abbiano una legge sul suicidio assistito. C’è qualcosa che evidentemente non va se la maggioranza dei Paesi ha deciso di non avere una legge. Nei Paesi che hanno adottato leggi simili si inizia con le persone gravemente malate e con malattie terminali per poi allargare le maglie. Anche se vengono messi i paletti più stringenti possibili poi man mano questi paletti cadono – osserva il vicepresidente di Pro Vita e Famiglia -. Ce lo dimostrano i Paesi dove queste leggi sono adottate e noi non vogliamo arrivare a questo. In uno studio in Canada è stato dimostrato che la pratica del suicidio assistito fa risparmiare milioni di dollari alla sanità e allora qualche dubbio ci viene: magari vengono approvate le leggi per far risparmiare uno Stato perché sappiamo che un malato costa, le cure palliative e i posti letto per un’azienda sanitaria costano”.

Il 9 febbraio alle 10.30, annuncia il vicepresidente di Pro Vita e Famiglia, “abbiamo organizzato un Convegno che sarà in diretta streaming e anche in presenza presso la Sala Capranichetta, proprio davanti a Montecitorio dove è in discussione il testo unico Bazoli. L’appuntamento servirà a portare alla luce le ragioni del nostro ‘no’ all’eutanasia e del nostro grande ‘sì’ alla vita. Ci chiederemo qual è il dovere della società di fronte alla sofferenza. Avremo illustrissimi ospiti a partire dal Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio, già Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che si illustrerà il documento Vaticano ‘Samaritanus Bonus’. Avremo con noi Paolo Palumbo, influencer affetto da Sla che andò a Sanremo qualche anno fa e ci porterà la sua testimonianza sulla sofferenza continua a causa della malattia. Avremo eminenti giuristi: Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale e Alfredo Mantovano. Avremo un suicidologo che arriverà dall’Università del Sunderland. E poi professori, medici, rappresentanti delle associazioni. Avremo Massimo Gandolfini, Filippo Maria Boscia per i Medici Cattolici Italiani, Francesco Bellino per la Società Italiana per la Bioetica, Aldo Bova per il Forum Sociosanitario, Marina Casini”. Quindi, conclude Coghe, “cercheremo anche di esporre quali sono le ragioni e le problematiche del referendum sull’eutanasia legale e quali sono i punti critici di questo testo unico sul suicidio assistito”.

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