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Cgil in Romagna attacca campagna #stopgender, la replica dei Pro vita: tutto legittimo

Discrimina in base al genere e manda messaggi offensivi

Pubblicato:06-10-2022 12:48
Ultimo aggiornamento:06-10-2022 18:46

pro vita e famiglia onlus
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RIMINI – La Cgil anche in Romagna dice no alla campagna “discriminatoria” dell’associazione Pro Vita e Famiglia #stopgender. E ai suoi slogan “Basta confondere l’identità sessuale dei bambini”. E richiede la rimozione di tutti i manifesti sparsi nelle città.
La campagna, spiegano le segretarie generali di Rimini, Ravenna, Forlì e Cesena Isabella Pavolucci, Marinella Melandri, Maria Giorgini e Silla Bucci, promuove apertamente “discriminazioni in base al genere e messaggi lesivi delle libertà individuali“.

cgil

Da qui l’adesione alla lettera condivisa dalle associazioni del territorio che si occupano di parità di genere e lotta alle discriminazioni per chiedere alle istituzioni dell’Emilia Romagna e delle Provincie di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena la rimozione immediata dei manifesti che “veicolano messaggi offensivi e scorretti“.

Non si tratta, precisano, di libertà d’espressione, “questi cartelloni sono illegali perché non rispettano quanto previsto dal Codice della strada”, ovvero il divieto di che “qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche”.


“CAMPAGNA ILLEGALE E DISCRIMINATORIA”

Le Camere del Lavoro della Romagna valutano inoltre la possibilità di presentare un esposto alle rispettive Procure per “assicurarsi che la campagna pubblicitaria illegale oltre che fuorviante e offensiva venga rimossa al più presto, evitando il ripetersi di azioni analoghe”.

E infine, assieme alle associazioni, chiedono l’avvio di un percorso istituzionale affinché “la recente normativa sia recepita nei Regolamenti locali, per evitare che in futuro vengano affissi nuovamente manifesti il cui contenuto e le cui immagini sono in contrasto con le norme di legge.

LA REPLICA DEI PROVITA: LA NOSTRA CAMPAGNA È LEGITTIMA, LA CGIL SI OCCUPI DEI LAVORATORI

La campagna ‘no gender’ dei Pro Vita “è pienamente conforme alla legge, non essendo in alcun modo né violenta, né discriminatoria, né sessista” e le “affissioni sono legittime“, quindi la Cgil della Romagna “pensi a lavoratori, non a diffondere fake news”. E’ la risposta piccata di Simone Ortolani, referente dell’Emilia Romagna di Pro Vita & Famiglia, alla richiesta delle Camere del Lavoro di Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini di togliere i manifesti dove si chiede di “non confondere l’identità sessuale dei bambini”. I sindacati, manda a dire Ortolani, “presentino pure un esposto alle Procure, riceveranno un’amara risposta e perderanno il loro tempo, perché il nostro messaggio è assolutamente inoffensivo e privo di qualsiasi discriminazione o violenza, tanto che alcuni comuni italiani, come è successo a Pavia, hanno rifiutato di censurarli riconoscendo la piena ‘libertà di pensiero ed espressione'”.
La Cgil, insomma, invece di “tutelare i lavoratori, i giovani, le famiglie, soprattutto in questo periodo di gravissima e drammatica congiuntura economica e sociale perde tempo attaccando in modo vergognoso e privo di fondamento le nostre legittime affissioni che denunciano l’indottrinamento gender sui bambini”, ribadiscono i Pro Vita. E “come se non bastasse”, il sindacato, “che dovrebbe capirne qualcosa di leggi e regolamenti, scade nell’ennesima fake news rilanciata dai nostri detrattori in questi giorni, chiamando in causa una norma inserita nel Codice della strada”. Quella norma, precisa il referente della onlus, “non solo non riguarda i nostri manifesti, proprio perché pacifici, ma in ogni caso non sarebbe applicabile perché nono sono stati emanati i decreti attuativi previsti”. In ogni caso “non ci faremo tappare la bocca e anzi, potenzieremo ancora di più la nostra azione e la nostra comunicazione, proprio perché pienamente legittima e pacifica nel voler tutelare i bambini”, chiosa Ortolani.

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