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Coghe (Pro Vita): “Il referendum sull’eutanasia crea assassini”

Il vicepresidente di Pro Vita e Famiglia onlus: "Le persone malate devono essere assistite dallo Stato e non soppresse"

Pubblicato:05-11-2021 17:59
Ultimo aggiornamento:05-11-2021 20:33

eutanasia
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ROMA – Il referendum dei Radicali sull’eutanasia “è un grande inganno comunicativo. In pratica viene proposto di abrogare l’omicidio consenziente, quindi basterà essere adulti e consenzienti per poter essere uccisi da qualcun altro… Ci pare una follia, Cappato l’ha sparata grossa“. Così Jacopo Coghe, vicepresidente di Pro Vita e Famiglia onlus, intervistato dall’agenzia Dire su ‘Alleviare o sopprimere? Restiamo umani!’, webinar in programma martedì prossimo alle 21 organizzato insieme a Massimo Gandolfini, presidente Family Day.

Il tema dell’eutanasia è cruciale, nei prossimi mesi il Paese si confronterà su questo e noi vogliamo presidiarlo – aggiunge Coghe – già la scorsa settimana abbiamo lanciato una campagna di affissioni e ce ne sarà una di comunicazione che faremo su eutanasia e suicidio assistito”. Sono due, secondo Coghe, le attività sul tema che stanno andando avanti “di pari passo. Quella parlamentare, conseguenza della sentenza della Consulta su Cappato, che prevede un testo sul suicidio assistito in discussione in commissione Giustizia alla Camera e che nelle prossime settimane andrà in votazione in Aula. Poi c’è il referendum voluto dai Radicali, che se va come vogliono loro si voterà in primavera“.


I Radicali, secondo il vicepresidente di Pro Vita e Famiglia, “hanno nascosto il reale intento, a livello comunicativo presto costituiremo un Comitato per dire ‘No’ al referendum e all’eutanasia. Per noi è una battaglia di civiltà, siamo convinti che le persone malate debbano essere assistite dallo Stato e non soppresse. Invece solo il 20% delle persone che fanno richiesta per accedere a cure palliative possono beneficiarne, forse prima sarebbe meglio fare una legge che favorisca l’accesso a questi malati. Sull’argomento poi entra in gioco il ruolo del medico, nel testo in discussione alla Camera invece non è prevista addirittura l’obiezione di coscienza, ci sembra gravissimo”, continua.


Coghe torna anche sullo stop in Senato al ddl Zan, avversato da Pro Vita e Famiglia. “Abbiamo vinto grazie a un fronte eterogeneo che si è ricompattato di fronte al disegno di legge. Abbiamo vinto informando le persone, spiegando loro cosa c’era scritto nel ddl. Vorremmo ripetere questo percorso anche sull’eutanasia”, conclude il vicepresidente della onlus.

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