di Michele Bollino, Antonio Bravetti, Ugo Cataluddi e Federico Sorrentino
ROMA – Primo giorno di votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica. I partiti sembrano ancora lontani dal trovare un nome condiviso e l’orientamento che emerge dai gruppi è quello della ‘scheda bianca’.
“Nessun totonomi”, ripetono i parlamentari che arrivano alla Camera, mentre continuano serrati gli incontri tra i leader. Rimosse dal tavolo le “candidature di parte”, si cerca adesso un “profilo autorevole” che possa accontentare tutti e, allo stesso tempo, “garantire la continuità di governo”.
La prima chiama per il voto è iniziata alle 15. La durata prevista per le operazioni di voto e lo scrutinio sarà di circa sei ore. Nella votazione di oggi, e fino a mercoledì, il quorum per l’elezione è di 672. Dalla quarta votazione la maggioranza richiesta sarà di 505 grandi elettori.
Qualora non si dovesse raggiungere la maggioranza necessaria per l’elezione, il secondo scrutinio è convocato per domani alle 15. Da mercoledì, invece, l’assemblea sarà convocata dalla mattina in maniera ‘permanente’, con votazioni anche di sabato e domenica. La decisione è stata presa dalla conferenza dei capigruppo di Camera e Senato per consentire ai grandi elettori di partecipare, domani mattina, ai funerali di Vincenzo Fasano, il deputato di Forza Italia scomparso ieri.
Black-out informatico a Montecitorio mentre è in corso il primo voto per l’elezione del Capo dello Stato. I tecnici della Camera stanno lavorando per ripristinare le connessioni ma il problema informatico viene giudicato serio e probabilmente non risolvibile a breve.
“A molti ancora non è chiaro, ma dopo aver eletto il nuovo Capo dello Stato la legislatura è finita. Sarebbe utile che tutti lo riconoscessero. Io trovo che la sovrapposizione che progressivamente si sta costruendo tra l’elezione del Capo dello Stato e il Governo sia una sovrapposizione impropria, non solo per motivi istituzionali ma anche per ragioni sostanziali”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni nel corso di un collegamento con lo speciale del Tg1.
“E poi, ancora forse non è chiaro a molti, ma dopo questo passaggio del Parlamento e dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica – prosegue il leader di SI – la legislatura è finita. Inutile discutere troppo a lungo degli accordi sul quadro politico, come dice Renzi si elegge Draghi se c’è un accordo politico, o chi parla di patto di legislatura, e così via. La legislatura, ormai è chiaro, è finita. Dopo questo passaggio si entra in campagna elettorale, anche qualora si arrivasse alla scadenza naturale della legislatura. Sarebbe utile – conclude Fratoianni – che tutti riconoscessero che inizia una nuova stagione perché questo aiuterebbe ad affrontare meglio questa fase nella vita del Paese”.
“La valanga di schede bianche alla prima votazione per l’elezione del presidente della Repubblica è da leggere come un segnale positivo. Nel senso che i partiti hanno colto l’urgenza di intavolare una trattativa seria per chiudere la vicenda in tempi ragionevoli visto che l’attenzione dei mercati e degli investitori è concentrata sull’esito di questa partita. Gli incontri di queste ore sono concentrati sulla presidenza del Consiglio, vero nodo gordiano perché da quella dipendono gli equilibri di governo e della parte finale della legislatura”. Lo dice Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia.
“I nodi da sciogliere – aggiunge – sono gli stessi di ieri. Con tempistiche, oggi, diverse. Se l’intesa per il Quirinale dovesse cadere su Draghi, è ovvio che serve altro tempo per ridefinire gli equilibri di governo, a cominciare dalla sua guida. Se, invece, i partiti troveranno un’intesa per il Quirinale su un candidato diverso, allora non si pone la questione del Governo poiché rimane invariata la sua struttura. Sempre, come io auspico, si trovi sul governo un accordo o patto di legislatura che sia vincolante sul piano politico e politica sia anche la sua guida”.
“Nell’incontro tra Conte e Salvini c’è stata totale sintonia sulla necessità di rafforzare e intensificare il confronto, iniziato la settimana scorsa, per mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese”. Così fonti del Movimento 5 Stelle a margine del colloquio tra il presidente Giuseppe Conte e il leader della Lega Matteo Salvini per parlare dell’elezione del Capo dello Stato.
Nei corridoi del Transatlantico la senatrice a vita Liliana Segre si è detta emozionata, dopo avere votato per il presidente della Repubblica: “Sono emozionata, per i fatti della mia vita”, ha detto Segre a Radio Popolare. “Avendo provato a essere la reietta, la condannata, senza colpa, la vita è così straordinaria che poi ti porta da vecchia a diventare una senatrice a vita e a votare per il Capo dello Stato” ha spiegato. La senatrice non ha voluto dire quale scelta abbia compiuto nel segreto dell’urna.
“Noi di +Europa e Azione abbiamo deciso di votare fin dal primo scrutinio la ministra Marta Cartabia. Non parteciperemo al rito della scheda bianca che è semplicemente un tatticismo per coprire il fatto che i grandi partiti non hanno ancora trovato un accordo. Dopo tanto blaterare di donne, una donna competente c’è e noi la votiamo convintamente da subito”. Lo dichiara la senatrice di Più Europa, Emma Bonino, entrando a Montecitorio. “L’elezione del presidente della Repubblica non è un gioco: è una cosa seria. Noi riteniamo che Cartabia abbia un curriculum adeguato e grande esperienza in uno dei settori più disastrati del nostro Paese, ovvero la giustizia. Spero che i nostri colleghi grandi elettori non si prestino alla scheda bianca ma votino anche loro Cartabia”, conclude Bonino
Lega e Pd sintetizzano l’incontro tra Enrico Letta e Matteo Salvini con un comunicato nello stesso testo. “Lungo e cordiale incontro tra Matteo Salvini ed Enrico Letta negli uffici della Lega alla Camera. Con il faccia a faccia si è aperto un dialogo: i due leader stanno lavorando su delle ipotesi e si rivedranno domani“, così le note della Lega e del Partito Democratico.
Si riapre il filo del dialogo tra la Lega e i partiti della maggioranza, dopo l’incontro tra il premier Mario Draghi e Matteo Salvini. A quanto si apprende da fonti di maggioranza il premier avrebbe incontrato, e avrebbe in programma di incontrare, anche altri leader dei partiti. La discussione si incentra sul futuro governo, oltre che sul Quirinale.
Nel pomeriggio Salvini, che ha incontrato Meloni, ed ha in programma di incontrare anche il leader M5s Giuseppe Conte, vedra’ il leader dem Enrico Letta. Nei gruppi parlamentari il faccia a faccia viene interpretato come l’apertura di un confronto reale, che se non e’ sintetizzabile come il via libera al voto per Draghi al Quirinale, segna una possibile svolta nelle trattative.
Salvini avrebbe assicurato la permanenza della Lega al governo ma senza rinunciare a fare un nome di centrodestra per il Quirinale. Tra questi nomi non c’e’ quello di Pierferdinando Casini. Draghi a quanto apprende l’agenzia Dire avrebbe in agenda anche un confronto con il leader di Fi Silvio Berlusconi.
Momenti di tensione al drive-in della Camera allestito per consentire ai positivi di votare per il Presidente della Repubblica. La deputata del gruppo misto Sara Cunial, si è presentata alle postazioni esterne a Montecitorio, allestite esclusivamente per i parlamentari positivi al Covid, e ha preteso di accedervi in quanto sprovvista di green pass e quindi impossibilitata a votare in Aula.
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“Spero in un accordo entro giovedì. L’Italia non ha superato l’emergenza, per questo Draghi dovrebbe restare a Chigi. Casini? È certamente una figura che ha le caratteristiche per unire“. Lo afferma il senatore Pd Andrea Marcucci ai microfoni di Radio Radicale.
Draghi al Quirinale “è una delle ipotesi in campo, sta in piedi solo in un quadro di accordo politico. L’elezione del presidente della Repubblica non può essere che una scelta politica e prevede un accordo sul governo del dopo. Draghi è una ipotesi in campo, non è la sola”. Lo dice Matteo Renzi, parlando con i cronisti in Transatlantico.
“L’incontro tra Salvini e Meloni si è concluso ed è stato utile per fare il punto della situazione. Più tardi, il segretario della Lega vedrà singolarmente Enrico Letta e Giuseppe Conte“. Lo comunica l’ufficio stampa di Matteo Salvini.
“Ognuno deve ancora tirare fuori i suoi nomi, alla fine si troverà un nome condiviso, quello giusto non è ancora venuto fuori. Draghi? È un nome che può uscire alla fine”. Così Umberto Bossi, senatore della Lega, conversando con i cronisti nel cortile di Montecitorio. Oggi ha votato scheda bianca? “Ho seguito gli ordini di scuderia”, risponde.
Stanno arrivando alla spicciolata i grandi elettori positivi al Covid per le elezioni della più alta carica dello Stato. In una via della Missione blindata per telecamere e cronisti, i parlamentari positivi potranno esprimere la loro preferenza grazie alle postazioni Drive-in allestite nel parcheggio esterno a Montecitorio. Il primo ad arrivare è il forzista Ugo Cappellacci, accompagnato dall’ambulanza sia all’ingresso che all’uscita.
“Non avete capito niente… Mattarella, da perfetto palermitano, sta solo aspettando che qualcuno lo chiami“. Gianfranco Miccichè è alla Camera per votare il presidente della Repubblica, grande elettore della Regione Siciliana. Mentre è in corso l’assemblea dei delegati di Forza Italia, l’ex ministro per lo Sviluppo e la coesione territoriale è alla buvette di Montecitorio.
Tra un panino e una birra, ragiona: “Tutti quei saluti, il trasloco, le foto agli scatoloni, sono solo un modo per dire che Mattarella aspetta di essere richiamato. Se voleva davvero dire no, scompariva. Tutto perfettamente palermitano”.
Lui, protagonista del retroscena che aveva avvicinato Matteo Renzi al sogno quirinalizio di Silvio Berlusconi, si dice “furibondo” per alcune frasi di Enrico Letta: “Il segretario del Pd dice che ulteriori candidature di centrodestra faranno la stessa fine di quella di Berlusconi? Sono frasi pericolose, fasciste verrebbe da dire. Nessuno dice nulla? E poi propone Casini, che è uno dei quattro fondatori del centrodestra. Perché se uno passa dalla parte loro allora va bene? Sono frasi pericolose”.
“Fratelli d’Italia ha piena ed eguale fiducia in tutti i nomi della rosa del centrodestra che sono circolati e che Giorgia Meloni ha ricordato nel corso dell’assemblea dei grandi elettori di FdI. Dopo l’inaccettabile pregiudiziale negativa della sinistra su qualsiasi nome proveniente dal centrodestra, Fratelli d’Italia propone di aggiungere personalità che nella loro storia non hanno avuto alcun trascorso politico. Tra queste, anche su suggerimento dell’autorevole Fondazione Einaudi, è stato proposto il nome di Carlo Nordio, per rendere più agevole la convergenza di altre aree politiche qualora non ci fosse da parte della sinistra un atteggiamento strumentale. Fratelli d’Italia è disponibile ad allargare la rosa dei nomi di centrodestra, oltre a Nordio, anche ad altre personalità che rispondessero ai requisiti di autorevolezza, che siano rispettosi della volontà popolare e con a cuore gli interessi nazionali”. Così in una nota Fratelli d’Italia.
Se quasi tutte le forze politiche si apprestano a votare scheda bianca, non lo farà la senatrice a vita Liliana Segre. “Ho mille idee e nessuna certezza. Ma a me la scheda bianca non piace, lo dico proprio come inclinazione personale. Voterò fin da oggi. Ma deciderò all’ultimo momento, mi farò venire un’illuminazione”, spiega ai cronisti Segre.
“Proporremo una rosa di nomi del centrodestra. Non poniamo veti e non accetteremo veti. Proponiamo con Salvini e Meloni di votare scheda bianca oggi pomeriggio”. Così Antonio Tajani all’assemblea dei grandi elettori di Forza Italia.
La Lega voterà scheda bianca. È l’indicazione emersa durante la riunione con Matteo Salvini in corso alla Camera. “Confermeremo di essere seri e responsabili” ha detto il
leader del partito.
Si terrà nel tardo pomeriggio l’incontro tra Enrico Letta e Matteo Salvini. Mentre il Parlamento voterà quasi all’unanimità scheda bianca, i due leader si incontreranno a Montecitorio, dove i gruppi di Pd e Lega sono confinanti. Il vertice di questa mattina è servito per definire la road map delle trattative che inizieranno formalmente con l’incontro tra Enrico Letta e Matteo Salvini. Confermato l’orientamento della scheda bianca alla prima votazione, anche per non bruciare il candidato di coalizione Andrea Riccardi.
Standing ovation, applausi di tre minuti, per Silvio Berlusconi da parte dei 140 grandi elettori di Forza Italia quando il coordinatore Antonio Tajani, in apertura, ha detto “c’è un nome che tutti avremmo voluto votare, quello di Silvio Berlusconi”. Prima, minuto di silenzio per ricordare Enzo Fasano, parlamentare scomparso e coordinatore provinciale Salerno.
Per il secondo scrutinio di domani, alle 15, il plenum dei grandi elettori sarà ripristinato. Lo ha assicurato il presidente della Camera Roberto Fico durante la capigruppo congiunta di Montecitorio e Palazzo Madama. Sarà infatti convocata una seduta della Camera ad hoc per la proclamazione della nuova parlamentare, Maria Rosa Sessa, che sostituirà il forzista Enzo Fasano, scomparso domenica.
Sono tra i 12 e i 15, a quanto si apprende, i grandi elettori positivi al coronavirus che oggi si recheranno al voto nei drive-in esterni alla Camera per eleggere il prossimo presidente della Repubblica.
“Proseguiamo i contatti con le altre forze politiche per trovare una soluzione nell’interesse del Paese”, ha affermato il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, lasciando Montecitorio al termine del vertice del centrosinistra.
“Credo che saranno tre giorni di schede bianche. Tra giovedì e venerdì ci sarà sicuramente spazio per un’intesa tra centrosinistra e centrodestra, per una figura di alto profilo”. Così il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, fuori da Montecitorio. “Io sono ottimista. Penso che se Mario Draghi resterà a palazzo Chigi ci resterà per più di un anno”, ha aggiunto.
“Io penso che alla quarta votazione ci sarà il presidente“, ha dichiarato Maurizio Lupi, deputato e presidente di Noi con l’Italia, arrivando questa mattina alla Camera. “Non stiamo sparando nomi. Se confermata, la strada della scheda bianca indica il percorso che vogliamo fare in queste tre votazioni: confrontarci con il centrosinistra per trovare un nome condiviso”, conclude Lupi.
“Draghi? Ieri abbiamo fatto l’assemblea dei grandi elettori del M5S che rappresentano il gruppo più numeroso e su questo siamo tutti d’accordo: l’obiettivo è preservare la continuità dell’azione di governo. Abbiamo un premier autorevolissimo a cui abbiamo chiesto tutti insieme di portare a casa dei risultati, ma ci sono tanti compiti che non sono ancora conclusi. Non vogliamo un patto di legislatura ma un patto per i cittadini per risolvere tutte le emergenze che non sono ancora concluse“, dichiara il presidente del M5S, Giuseppe Conte, arrivando alla Camera.
Al termine della riunione di questa mattina Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza confermano l’indicazione di scheda bianca al primo voto.
“Alcuni lavorano alla riproposizione di Mattarella anche se lui stesso ha dichiarato la sua indisponibilità. Noi non lo chiediamo e su questa ipotesi siamo indisponibili: quella della riconferma del presidente uscente non può diventare una prassi”, ha dichiarato Giorgia Meloni nel corso del suo intervento all’assemblea dei grandi elettori di Fdi in corso alla Camera.
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“Provare a creare le condizioni per tornare al voto il prima possibile: questa è la nostra posizione che è difforme da quella di tutto il resto del Parlamento. Ci dicono che abbiamo questa posizione perché n siamo gli unici che aumenterebbero i propri eletti in caso di voto ma la verità è che noi chiedevamo elezioni anche quando i nostri numeri erano molto diversi da oggi. È falso che le chiediamo per interesse, ma è vero che gli altri faranno di tutto per evitarle per interesse”, ha proseguito Meloni. “Comunque vada- avrebbe aggiunto- noi sosterremo il ritorno alle urne anche perché il mandato di Draghi a nostro avviso è legato a quello di Sergio Mattarella. Noi puntiamo a un governo che abbia un programma coeso e un chiaro mandato popolare”
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“L’Italia ha bisogno di un governo di unità nazionale e noi pensiamo che solo Draghi possa tenere unito questo governo”, ha dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, arrivando a Montecitorio.
A Palazzo Montecitorio e nell’Aula della Camera è tutto pronto per il primo scrutinio dell’Elezione del #PresidentedellaRepubblica.
— Camera dei deputati (@Montecitorio) January 24, 2022
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Sono previste tre cabine nell’emiciclo. Entreranno 50 votanti per volta, mentre saranno 200 i parlamentari ammessi in Aula durante le operazioni di spoglio. Lo ha deciso l’ufficio di presidenza di Montecitorio.
Per quanto riguarda i parlamentari e i delegati regionali che hanno contratto il coronavirus, il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità un decreto che autorizza gli spostamenti di chi dovrà scegliere il nome del prossimo presidente della Repubblica, ma si trova in isolamento perché positivo al tampone o in quarantena perché considerato contatto stretto. In via della Missione, nel parcheggio antistante la Camera dei Deputati sono stati allestiti dei gazebo che saranno a disposizione dei ‘grandi elettori’ positivi. Per accedere al seggio speciale bisognerà trasmettere alla Camera il certificato medico che attesta la quarantena o l’isolamento causa positività al Covid.
La Prefettura di Roma ha messo a punto tra ieri sera e questa mattina un dispositivo di sicurezza attorno all’area di Montecitorio che prevede misure finalizzate a garantire ai grandi elettori e ai parlamenti positivi di esercitare il diritto di voto in sicurezza al drive della Camera. Tutta l’area limitrofa a Montecitorio sarà oggetto di controlli da parte delle forze dell’ordine. Sono, inoltre, previsti l’interdizione dei veicoli e l’apposizione di transenne e dispositivi mobili per la verifica degli ingressi nel quadrante. Questo per evitare qualsiasi rischio di propagazione del contagio e garantire l’incolumità.
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L’Ufficio di Presidenza Camera e Consiglio di Presidenza Senato congiunto ha deciso che il presidente della Camera Roberto Fico, durante lo spoglio delle schede per l’elezione del Capo dello Stato, leggerà solo il cognome del votato “ove la scheda rechi solo tale indicazione ovvero quando, pur riportando altre notazioni, sia comunque univocamente individuabile il soggetto cui è attribuito il voto. Procederà a leggere nome e cognome soltanto nel caso in cui entrambi siano riportati nella scheda e la lettura del solo cognome non consenta l’univoca attribuzione del voto”.
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