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‘Tudo incluido’, a Catania giro d’affari nella compravendita della cittadinanza italiana

Attraverso il sistema del cosiddetto 'Iuere Sanguinis' in favore di brasiliani e "con la compiacenza" di impiegati "infedeli"

Pubblicato:30-10-2020 15:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:09

Valdiserri
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PALERMO – Un “comitato d’affari”, a carattere transnazionale, era operativo a Catania nella compravendita della cittadinanza italiana attraverso il sistema del cosiddetto ‘Iuere Sanguinis’ in favore di brasiliani e “con la compiacenza” di impiegati “infedeli” del Comune. L’indagine, denominata ‘Tudo incluido’, è portata avanti dalla polizia. Questi i reati ipotizzati: associazione a delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato dalla transnazionalità e dal fine del profitto, corruzione e falso in atto pubblico.

DODICI MISURE CAUTELARI E UN GIRO DI AFFARI DI 256MILA EURO

L’indagine ha portato all’esecuzione di 12 misure cautelari: nove arresti domiciliari e tre obblighi di firma. Il giro d’affari accertato è di circa 265mila euro. Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori della sezione Criminalità straniera e prostituzione della questura di Catania è finito un sistema tra Brasile e Italia scoperto grazie a servizi sotto copertura e a telecamere installate negli uffici comunali. Due, secondo gli inquirenti, i promotori del sistema: un 55enne titolare di un’agenzia di disbrigo pratiche che da diversi anni vive a Catania, A.M.L., e un italo-brasiliano di 55 anni, N.R., al momento irreperibile, che vive nel Paese del Sudamerica. Quest’ultimo aveva il compito di agganciare i clienti, assistere i brasiliani che rivendicavano il diritto ad acquisire la cittadinanza italiana e incassare gli acconti. L’organizzazione poteva contare su “una fitta rete di impiegati del Comune di Catania compiacenti – spiegano dalla questura etnea – deputati ad accelerare l’iter di acquisizione della cittadinanza italiana, attribuendo priorita’ di trattazione alle pratiche”. Questi ultimi avrebbero poi adottato anche atti contro legge. Per gli inquirenti al Comune di Catania esisteva una vera e propria “squadra”, in cui ciascuno degli indagati aveva “una propria competenza”: tra loro un vigile urbano addetto ai controlli sulle residenze, un’impiegata dell’ufficio Stranieri, la responsabile dell’ufficio Cittadinanze e un addetto all’archivio di Stato civile. La “squadra” riusciva a controllare le pratiche e a esitarle velocemente “anche in spregio – dicono gli investigatori – alle norme di settore”.

Nella cerchia degli impiegati pubblici considerati “infedeli”, inoltre, anche un ufficiale di Anagrafe dell’ufficio Stranieri, G.R., che accettava le richieste di iscrizione anagrafica di residenza “attribuendo una corsia preferenziale” alle pratiche presentate dall’organizzatore del sistema. Questo il modus operandi ricostruito dalla procura di Catania: nelle prime ore del mattino A.M.L. inviava un sms per segnalare le pratiche da trasmettere in via prioritaria all’ufficio di Polizia locale per gli accertamenti di rito: a questo punto l’impiegata affittava ai brasiliani un appartamento e il vigile urbano, T.A., prendeva appuntamento con gli stranieri per attestarne la residenza. Tutto questo a fronte del pagamento ci circa cinquemila euro a pratica: il cosiddetto ‘pacchetto tudo incluido’, cioè ‘tutto incluso’, comprensivo di adempimenti burocratici, prelievo e accompagnamento in aeroporto, alloggio a Catania per il tempo necessario ad acquisire la doppia cittadinanza e organizzazione di cene per festeggiare il buon esito delle pratiche. Gli impiegati ottenevano canoni di locazione notevolmente maggiori rispetto ai prezzi di mercato e forniture di carburante, oltre ad altre regalie, in cambio di false attestazioni di residenza. Il responsabile dell’ufficio Cittadinanze, inoltre, avrebbe ricevuto con un collega dell’Archivio di Stato 250 euro per ogni brasiliano giunto a Catania, occupandosi anche delle pulizie dei locali adibiti a ospitare gli stranieri. Disposto, inoltre, anche il sequestro preventivo e per equivalente per 265mila euro a carico dei due promotori dell’organizzazione: il terminale brasiliano non è presente in Italia e per questo nei suoi confronti sono scattate le procedure di cooperazione internazionale fra gli Stati. Sequestrati anche quattro immobili utilizzati dal gruppo per ospitare i brasiliani durante i loro soggiorni a Catania. 


COMUNE SARÀ PARTE CIVILE AL PROCESSO

L’amministrazione comunale di Catania in una nota si congratula per l’operato della magistratura e della questura per l’operazione condotta dalla polizia “per fermare l’azione corruttiva finalizzata al rilascio della cittadinanza italiana a persone straniere in spregio alle norme di legge”. La nota annuncia che il Comune si costituirà parte civile nel processo agli impiegati pubblici coinvolti, “anche per l’ipotizzabile grave danno perpetrato ai danni dell’Ente”. Inoltre si precisa che “uno degli impiegati comunali coinvolti era già sospeso dal servizio per un altro procedimento disciplinare, mentre altri due sono già in quiescenza”. 

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