Getting your Trinity Audio player ready...
|
ROMA – Il Museo archeologico ibleo di Ragusa sarà intitolato a Biagio Pace. Lo ha deciso la giunta regionale siciliana guidata da Renato Schifani, che ha accolto la proposta dell’assessore ai Beni culturali di Fratelli d’Italia, Francesco Scarpinato.
Nato a Comiso nel 1889, Pace è stato un archeologo e un esponente di spicco del Partito nazionale fascista a cui aderì nel 1921. Nel 1924 entrò nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e fu eletto deputato alla Camera per la Sicilia nel listone fascista, rieletto con il PNF nel 1929 e riconfermato nel 1934, fino al 1939.
Anche se la decisione della giunta è stata motivata sulla base del valore accademico di Pace, a cui si devono anche i ritrovamenti in Sicilia degli antichi insediamenti di Camarina (Kamares), di Mozia, di Selinunte e della Villa del Casale di Piazza Armerina, il gruppo parlamentare del Partito democratico all’Assemblea regionale siciliana, non ha gradito la scelta dell’intitolazione e attraverso una lettera indirizzata a Schifani e Scarpinato, ha chiesto di ritirare il provvedimento. Il documento porta in testa la firma del deputato ragusano Nello Dipasquale, che per primo ha sollevato il caso. “La decisione è stata presa dalla Giunta, su proposta di Scarpinato, senza alcun preventivo e doveroso confronto con il territorio”, si legge nella lettera dei deputati del Pd che, pur ricordando “i meriti accademici e di studioso” di Pace, evidenziano: “È stato un fascista della prima ora“. I parlamentari dem, dopo avere ricordato le esperienze politiche e i “chiari trascorsi fascisti” di Pace, a partire dall’adesione nel 1921 al Partito nazionale fascista, si schierano contro l’intitolazione del museo di Ragusa all’archeologo: “Una decisione calata dall’alto – dicono – che desta profonda e generale contrarietà”. Secondo il gruppo Pd, infatti, quella di Pace è una figura “alquanto divisiva” e che “non rispecchia di certo il substrato politico e culturale di Ragusa, città libera, democratica e antifascista”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it