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Bearzi (Beng) guarda al futuro della mobilità: auto elettriche in città, ibride su lunghe distanze

"L’attuale tecnologia non è in grado di garantire l’effettiva convenienza dal punto di vista della sostenibilità ambientale, oltreché economica, per soluzioni di mobilità completamente elettriche"

Pubblicato:10-05-2024 12:43
Ultimo aggiornamento:10-05-2024 12:43
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auto elettriche mappa colonnine
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TOLMEZZO (UDINE) – Auto elettriche o alimentate con i consueti carburanti, in Carnia si intravedono le future tendenze dell’automotive mondiale. Il cfo di Beng, Matteo Bearzi, guarda al futuro dell’auto elettrica, dopo un recente viaggio in Cina: “Full electric in città e sulle piccole distanze. Per il resto, soluzione ibrida, con alimentazione ad elettrico e benzina. L’attuale tecnologia non è in grado di garantire l’effettiva convenienza dal punto di vista della sostenibilità ambientale, oltreché economica, per soluzioni di mobilità completamente elettriche”.

Per Bearzi, alla guida dell’azienda di famiglia specializzata nella progettazione e costruzione di fanaleria di lusso, “pensare di aver completato la transizione per il 2035, secondo le scadenze attualmente fissate, è decisamente irrealistico, perché i dieci anni che ci separano da quel traguardo rappresentano un lasso di tempo troppo ridotto per le modalità progettuali e operative del mondo dell’automobile, che in media impiega quattro anni dall’idea alla realizzazione dei modelli”, premette l’imprenditore. Insieme all’aspetto temporale vi sono, però, elementi tecnici che non fanno prevedere nell’immediato un vero e proprio decollo del mercato dell’auto elettrica.

“In sostanza- spiega Bearzi- l’attuale tecnologia non è in grado di dare soluzioni che siano davvero efficaci rispetto all’obiettivo, ovvero la sostenibilità”. “È necessaria moltissima energia per la produzione di ogni batteria, molta di più di quella che poi la stessa batteria ci fa risparmiare; c’è un problema, poi, legato alla durata della stessa batteria: il chilometraggio che garantisce è perfetto per gli spostamenti sul breve raggio. Invece- prosegue Bearzi- diventa problematico se per fare un percorso di 700 chilometri, per esempio da Tolmezzo a Torino, devo fermarmi a ricaricare, con uno stop di almeno mezz’ora”. I ritmi di vita e di lavoro, aggiunge, “non ci permettono di impiegare 8 ore per coprire una distanza che normalmente è percorribile in 5 ore”.


Non da ultimo, Bearzi affronta anche il problema che può porsi rispetto alla tenuta della rete di distribuzione elettrica nazionale, se alla diffusione massiccia dell’elettrico dovesse corrispondere anche una massiccia richiesta di energia alla rete in determinate fasce orarie. “Già oggi si verificano casi di sovraccarico di richiesta con momentaneo distacco- esplicita- Immaginiamo che moltissimi automobilisti attacchino l’auto alla presa di casa alla sera per ricaricare la batteria. Il sistema è attrezzato per reggere?”. La diffusione del fotovoltaico per l’autoconsumo non è ancora così capillare da assicurare problemi generati da una grande domanda di energia in determinati periodi. “Sono reduce da un viaggio in Cina- racconta- e lì la mobilità ha già assunto connotati chiari: in città tutti i mezzi sono elettrici, mentre sulla lunga distanza la soluzione è ibrida: motore endotermico a benzina o a etanolo che carica la batteria per la modalità elettrica. Considero che questo mix rappresenti, per ora, l’alimentazione più praticabile. Credo che il full eletric potrà essere una realtà tra una trentina d’anni”, conclude.

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