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Covid, Bassetti: “Basta con misure anacronistiche, ora servono poche regole e chiare”

L'infettivologo alla Dire: “Al governo è mancato dinamismo, assurdo prendere decisioni una volta al mese”

Pubblicato:28-01-2022 12:21
Ultimo aggiornamento:28-01-2022 17:53

intervista bassetti
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ROMA – Dalla mancanza completa di “dinamismo” da parte del governo nella gestione della pandemia, con decisioni prese “soltanto una volta al mese”, alla necessità di aggiornare le misure anti-Covid adottate dall’esecutivo nell’ottica di una “semplificazione”, dal momento che oggi le norme sono “troppe, spesso in contrasto tra loro e anacronistiche”. Dalla variante Omicron, che probabilmente porterà ad avere ancora “molti casi”, ma della quale non dobbiamo avere paura perché “sta già rendendo il virus endemico”, all’esigenza di “mettere in sicurezza” il 30% degli italiani che non hanno ancora ricevuto la terza dose, senza bisogno di fare “fughe in avanti” su una eventuale quarta. E ancora: alla scelta di “buonsenso” di rendere illimitata la durata del Green pass per chi ha la terza dose di vaccino, in attesa che il certificato “esaurisca la sua spinta” quando si arriverà al “95% della popolazione coperta”, all’augurio che già dalle prossime settimane possa iniziare una “rapida discesa” della curva epidemica, modificando però nel frattempo anche la modalità nel conteggio di decessi e ospedalizzazioni per Covid, visto che “oggi 1 ricovero su 2 non è legato al virus”. Di questo e altro ha parlato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive al Policlinico San Martino di Genova, nel corso di una intervista video rilasciata alla Dire.

“RAGGIUNTO PLATEAU, ORA MI AUGURO RAPIDA DISCESA”

“La situazione è questa, ormai da una decina di giorni abbiamo visto una fase che noi definiamo di ‘plateau’: se guardiamo al numero di accessi e dimissioni della terapia intensiva praticamente il numero è identico a quello di 10 giorni fa, quindi vuol dire che ci siamo stabilizzati”. Ha risposto così Matteo Bassetti, interpellato dall’agenzia Dire in merito agli ultimi numeri dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 in Italia. “Ora dovremo iniziare a vedere anche una discesa nelle ospedalizzazioni- ha proseguito Bassetti- soprattutto di quelle in terapia intensiva. Mi auguro quindi che la discesa della curva possa essere rapida”. Anche i contagi, ha aggiunto l’esperto, si sono “stabilizzati e probabilmente cominceranno a scendere”. Secondo Bassetti, però, come indicatore per vedere come sta procedendo la pandemia “dobbiamo guardare sempre all’ospedale- ha sottolineato- perché questo è un virus, soprattuto con la variante Omicron che è predominante, molto contagioso e quindi avremo probabilmente ancora molti casi. Ma se i casi si rivelano essere forme fondamentalmente poco sintomatiche, simili all’influenza o al raffreddore, questo ovviamente non ci può far paura. Quello che in qualche modo dobbiamo cercare di evitare è che le persone, in particolar modo quelle non vaccinate, finiscano in ospedale e soprattutto in terapia intensiva”.

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“OMICRON STA GIÀ RENDENDO VIRUS ENDEMICO”

“Credo che la variante Omicron renderà, ma lo sta già facendo, questo virus endemico. Questo vuol dire che molte persone, anche quelle vaccinate, si possono contagiare e quindi evidentemente avere una forma che per fortuna, nella maggioranza dei casi, non è grave. Per cui, se si diffonde un virus meno aggressivo, alla fine è sicuramente preoccupante dal punto di vista infettivologico ma non lo è per quelle che sono le ricadute sulla società”, commenta Bassetti in merito alle recenti parole del responsabile dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge, che ha sostenuto che la variante Omicron potrebbe rappresentare la fine della pandemia in Europa. “Noi abbiamo imparato a conoscere questo virus- ha proseguito Bassetti- che ci ha portato alcune restrizioni legate al fatto che troppe persone arrivavano in ospedale e il sistema rischiava di non reggere; ma nel momento in cui meno persone arrivano in ospedale, perché la variante è meno grave e più contagiosa, potremo convivere con questo virus senza bisogno di continuare con le misure restrittive con cui siamo stati abituati a vivere negli ultimi due anni“.

“SU QUARTA DOSE NO ALLA FUGA IN AVANTI”

“Dobbiamo aspettare di prendere decisioni sulla base dei dati scientifici, questo è quello che ci ha insegnato fino ad oggi la pandemia. Non dobbiamo fare fughe in avanti. Il primo esperimento che hanno fatto gli israeliani da apripista ci dice che fare una quarta dose troppo vicino alla terza forse non serve. Il che vuol dire che può darsi che questa quarta dose diventi una dose di richiamo, magari annuale, magari con un vaccino modificato che ci permetta di coprire anche la variante Omicron e quindi, in qualche modo, di essere più adeguato alla situazione del momento”, ragiona l’infettivologo in merito alla somministrazione di una eventuale quarta dose di vaccino anti-Covid agli italiani. “Credo che non dobbiamo fare fughe in avanti- ha proseguito Bassetti- ad oggi dobbiamo ancora mettere in sicurezza circa il 30% di italiani che hanno fatto due dosi e devono fare la terza, concentriamoci su questo e poi valuteremo eventualmente la quarta. Penso sia prematuro dire ad un terzo degli italiani, che ancora devono fare la terza dose, di prepararsi alla quarta. Aspettiamo e una volta che avremo dati scientifici forti e adeguati, e in qualche modo scientificamente incontrovertibili, decideremo cosa fare”.

“POSSIBILE VACCINO CONTRO VARIANTI IN BREVE PERIODO”

“Un vaccino ‘pan-coronavirus nel breve periodo? Penso sia possibile, già è stato annunciato sia da Pfizer sia Moderna di avere in qualche modo un vaccino che possa coprire anche la variante Omicron. Quindi credo sia assolutamente un qualche cosa che si possa realizzare nel breve”, sottolinea Bassetti pensando alla possibilità di realizzare nel breve periodo un vaccino ‘pan-coronavirus’, cioè un vaccino che potrebbe combattere anche future varianti. “Però non dobbiamo dire alla gente che deve aspettare una dose di vaccino che copra tutte le varianti- ha aggiunto Bassetti- soprattutto per chi non ha fatto la terza dose. La terza dose completa e finisce il primo ciclo vaccinale. Questo è il primo ciclo vaccinale, poi ragioneremo per quanto riguarda il discorso relativo a futuri vaccini”.

“PER IL VACCINO AI BIMBI RAGIONARE COME PER MORBILLO O PAROTITE”

“La vaccinazione pediatrica è sicuramente importante perché la malattia da SARS-Cov-2 nei bambini è certamente meno grave rispetto a quella degli adulti, soprattutto negli anziani. Però, per quanto sia rara, le forme più impegnative ci sono. E allora dobbiamo ragionare sul vaccino per il Covid esattamente come ragioniamo sul vaccino per il morbillo o per la parotite: malattie infettive che possono dare raramente delle complicanze, ma anche se fosse una su centomila che possono morire o andare in terapia intensiva noi dobbiamo evitare anche quella”, commenta Bassetti sull’importanza della vaccinazione pediatrica per cercare di uscire dall’emergenza sanitaria legata al Covid-19. “Dopodiché- ha aggiunto Bassetti- la vaccinazione pediatrica aiuta, lo stiamo vedendo soprattutto negli adolescenti, a far circolare meno il virus. Quindi ci sono due obiettivi: il primo è quello di evitare le complicanze nei bambini, il secondo è far circolare meno il virus. La circolazione zero è impossibile, perché questo lo abbiamo capito, ma grazie alle vaccinazioni lo abbiamo depotenziato”. 

GREEN PASS ILLIMITATO PER CHI HA TERZA DOSE, BUONSENSO

“Il Green pass con durata illimitata per chi ha fatto la terza dose mi sembra una scelta di buonsenso”. Ha risposto così Matteo Bassetti in merito all’eventualità di estendere la durata del Green pass. “Dopodiché- ha proseguito- se alla prossima primavera per la circolazione di Omicron e per il numero di vaccinazioni che continua a crescere saremo arrivati al 95% della popolazione coperta, credo che il Green pass esaurisca la sua spinta, che era quella di portare le persone a vaccinarsi. A quel punto bisognerà rendere tutto più semplice, anche perché non è facile per un Paese come il nostro, a forte vocazione turistica, continuare ad avere il Green pass. Io ho avuto in questi giorni molte persone che hanno visitato l’Italia e si sono trovate in grande difficoltà. Credo che ad un certo punto, quando avremo messo in sicurezza il 95% degli italiani, si potrà anche ripensare al Green pass”.

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“DAL GOVERNO SERVONO POCHE REGOLE E CHIARE”

“Credo ci sia bisogno, più che di un allentamento, di una semplificazione delle norme perché sono troppe, spesso in contrasto tra loro, e finiscono per essere anacronistiche”, ha risposto sull’opportunità di un cambio di passo da parte del governo sulle misure previste per l’emergenza sanitaria, nell’ottica di una semplificazione. “Queste norme- ha sottolineato Bassetti- sono state pensate ben prima che avessimo il 90% degli italiani vaccinati o comunque coperti dalla malattia naturale e quindi protetti dalle forme gravi. Penso ci voglia un ripensamento di tutte le misure, queste quarantene sono medioevali nel loro modo di essere, sembrano completamente fuori dal tempo. Allora noi dobbiamo provare a convivere con questo virus e la convivenza è fatta anche di regole semplici, poche, chiare e comprensibili a tutti“.

“1 RICOVERO SU 2 NON LEGATO AL VIRUS, CAMBIARE CONTEGGI”

“Oggi un ricovero su due in ospedale potrebbe essere legato a persone che sono positive al tampone ma che hanno qualcosa di diverso dalla polmonite. E queste ovviamente andrebbero contate in maniera diversa, non solo per quanto riguarda i ricoveri ma anche evidentemente i decessi- ha detto Bassetti- Complessivamente dipende un po’ dalla situazione ospedaliera e locale- ha aggiunto- ma le ospedalizzazioni variano da un minimo del 30% fino ad una massimo del 50%”. Dunque Bassetti “dubita” che la curva dei decessi “possa scendere nelle prossime settimane continuando ad avere questa modalità di conteggio. Il report dei decessi- ha sottolineato- riguarda fondamentalmente un’età media di 80 anni con pluripatologie e questi sono soggetti tipicamente già vaccinati, con doppia o tripla dose, che muoiono di tutt’altro. Entrano in ospedale per altri problemi e hanno purtroppo la positività al tampone, che non vuol dire assolutamente nulla”, ha concluso. 

“IN DUE  ANNI MANCATO DINAMISMO DAL GOVERNO”

“Dinamismo. Questo è mancato completamente. Ci siamo fossilizzati su posizioni che andavano bene nel 2020 o nel 2021, ma che evidentemente nel 2022 non vanno più bene”, è il pensiero di Bassetti sulla gestione della pandemia. “Credo che tutti insieme dobbiamo ripensare al nostro modo di intervenire sulla pandemia- ha proseguito Bassetti- ci vuole più dinamismo e più velocità nelle decisioni. Non si può pensare che le cabine di regia ci siano ogni due settimane e che le decisioni vengano prese una volta al mese. Qui bisogna andare giorno per giorno e cambiare anche quello che era giusto fino a ieri e che potrebbe non essere giusto oggi”.

“DA DJOKOVIC FROTTOLE, NON È STATO BUON ESEMPIO”

“Se ci sono delle regole è giusto che vengano fatte rispettare da tutti, sia che sei un cittadino normale sia un ‘super vip’. Agli australiani e agli anglosassoni in genere non piace chi mente, quindi quando qualcuno racconta delle frottole, come Djokovic, oltretutto facendolo in maniera ufficiale richiedendo un visto d’ingresso, allora è giusto che la legge sia uguale per tutti“, commenta il direttore della Clinica di Malattie Infettive al Policlinico San Martino di Genova in merito al caso del tennista Djokovic a cui l’Australia ha rifiutato il visto per disputare un torneo in quanto sprovvisto di vaccino. “Questa è la dimostrazione non tanto e non solo dell’essere contro le vaccinazioni- ha aggiunto Bassetti- ma del fatto che la legge deve essere uguale a tutti”. Ma per praticare sport a certi livelli, secondo lei, serve il super Green pass? “Uno sportivo, soprattutto di quel livello, doveva diventare secondo me un testimonial della vaccinazione- ha risposto ancora Bassetti- come hanno fatto i grandi sportivi italiani, come hanno fatto gli atleti che sono andati a vincere le medaglie olimpiche in Giappone oppure i calciatori che hanno vinto l’Europeo, insomma come hanno fatto moltissimi sportivi. Credo che la nostra società oggi abbia bisogno di esempi e quello di Djokovic non è stato un buon esempio”. 

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