ROMA – Almeno 2mila persone hanno preso parte a Roma al corteo ‘Non è una guerra ma un genocidio – Palestina chiama’. Partiti da piazza Vittorio, i manifestanti hanno raggiunto piazzale Aldo Moro, davanti all’ingresso principale della Sapienza: “Dalla più grande università d’Europa diciamo che le parole di Elly Schlein non sono diverse da quelle di Giorgia Meloni, perché continuano a permettere a Israele qualsiasi cosa: il ministro israeliano Gallant ha giustificato il blocco totale sulla Striscia di Gaza dicendo che i palestinesi sono ‘animali umani’: a quale ministro si permetterebbe di dire una cosa del genere?” dicono dal megafono i relatori del Movimento degli studenti palestinesi, organizzatori dell’evento, a cui hanno aderito decine di organizzazioni tra ong, sindacati e collettivi universitari che si dicono “antifascisti e antisionisti”.
Proseguono gli interventi di Cambiare rotta e Zaum, due organismi della Sapienza, e Osa, organizzazione degli studenti delle scuole superiori: “L’Italia commercia con Israele per 4 miliardi di euro ogni anno. Il nostro governo non condanna Netanyahu per non toccare gli interessi delle imprese, a partire dall’industria delle armi, e così condannano a morte oltre 2 milioni di palestinesi di Gaza. Ma noi siamo qui per ribadire la nostra solidarietà e dire basta guerra, no alle armi, giustizia per il popolo palestinese che subisce 75 anni di occupazione”.
Critiche anche al mondo dell’informazione: “Come i politici, ai media italiani diciamo che la storia vi giudicherà per tutte le vostre omissioni e bugie. Sta passando il messaggio che si possano giustificare bombardamenti e massacri: è inaccettabile”. I giovani sono i protagonisti della piazza, tra loro anche tanti di origine araba con bandiere da Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Iraq. Aggiungono: “Il principale antisemita è Israele che uccide gli arabi, che sono semiti”.
Gli organizzatori annunciano il prossimo appuntamento, che si terrà il 28 ottobre. Il corteo partirà da Basilica San Paolo alle 15 e terminerà a piazza San Giovanni alle 20. Dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha causato 1300 morti israeliani e 4mila feriti, Israele ha avviato una guerra sulla Striscia di Gaza che in 15 giorni ha fatto registrare quasi 4.500 morti, tra cui 1.524 bambini, e 13.162 feriti. Nelle violenze in Cisgiordania i morti sono 82 e i feriti 1.425.
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