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Il Festival Sabir a Prato dal 18 al 20 aprile: in agenda un cessate il fuoco globale

Tanti eventi, molti sul tema dello sfruttamento lavorativo degli stranieri, con Prato come modello di esperienze positive di inclusione e integrazione

Pubblicato:17-04-2024 16:43
Ultimo aggiornamento:18-04-2024 11:41

sabir festival
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ROMA – Lanciare l’appello per il cessate il fuoco immediato per Gaza, l’Ucraina e tutte le guerre, fermando riarmo e militarismo, e portare attenzione al tema dello sfruttamento dei lavoratori stranieri, prendendo a modello proprio la storia di Prato: questi gli obiettivi di conferenze, tavole rotonde, workshop, mostre e proiezioni di film che caratterizzeranno la decima edizione del Festival Sabir, evento diffuso nella città dell’area metropolitana fiorentina da domani a sabato 20 aprile, organizzato da Arci insieme a Caritas Italiana, Acli e Cgil. La prima parte di un doppio appuntamento che proseguirà a Roma dal 10 al 12 ottobre.

All’agenzia Dire il presidente nazionale di Arci, Walter Massa, dichiara: “Sentiamo doveroso scongiurare la catastrofe umanitaria nella Striscia, come testimoniato anche dalla nostra partecipazione alla delegazione italiana che si è recata a marzo al valico di Rafah“. A parlarne “avremo tanti esperti, tra cui Scott Anderson, vicedirettore dell’Unrwa, in video collegamento da Rafah”.

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Tenendo a mente l’equazione secondo cui i conflitti sono tra le cause delle migrazioni, Massa evidenzia come “ancor più dello scorso anno“, dove grande spazio trovò il racconto della guerra russo-ucraina, “assistiamo a conflitti crescenti, come quello in Palestina, oppure in Sudan o Sud Sudan“.

PRATO, CASO UNICO IN ITALIA, LABORATORIO DI INCLUSIONE E SINERGIE

Il Festival si concentrerà anche sull’inclusione lavorativa e sociale a partire dall’esperienza di una città unica in Italia, che non solo accoglie la quota più consistente di cittadini stranieri – il 25% della popolazione, pari a 58mila persone su 200mila – ma anche anche la comunità cinese più numerosa: 31mila persone. Tante imprese, ma anche storie di abusi sul lavoro.

Fondamentale allora per Massa “parlare di lotta allo sfruttamento, insieme alle criticità delle sanatorie e dei decreti flussi su lavoro e soggiorno regolare”, da esaminare insieme alle “storie positive di imprenditorialità“. Secondo il presidente, “la città negli ultimi decenni si è trasformata grazie al dinamismo della società civile e della pubblica amministrazione”. Energie e sinergie che per Massa possono rappresentare alternative alle “politiche migratorie attuali, che chiudono frontiere e innalzano muri”. Secondo il presidente, “dal 2014 in poi, anno della prima edizione del Sabir a Lampedusa, queste politiche sono solo peggiorate”.

Tra gli eventi, pensati anche per attirare i più giovani, spazio allora all’accordo Italia-Albania promosso da “uno dei governi peggiori della nostra storia repubblicana, dove chi dissente viene trattato da nemico”, e al Patto europeo su immigrazione e asilo, entrambe intese di recente approvazione. Secondo Massa, “sono una resa a xenofobia e razzismo”, a cui il Sabir contrappone “un’Europa che consenta di muoversi legalmente e in sicurezza, perché i diritti umani non sono negoziabili“.

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