ROMA – Uno sciopero per chiedere lavoro e sicurezza e’ cominciato a Redeyef, una citta’ mineraria della Tunisia epicentro di mobilitazioni popolari gia’ al tempo di Zine El Abidine Ben Ali e attraversata ora dalle proteste riprese a inizio anno. Fonti concordanti riferiscono che in citta’ i negozi restano chiusi e che a funzionare regolarmente sono solo alcune farmacie e l’ospedale. A partire da ieri si sono anche tenuti cortei. Secondo Muammar Amidi, segretario del Sindacato per l’istruzione di base, una delle organizzazioni promotrici dello sciopero, l’iniziativa di protesta e’ stata decisa “in conseguenza dello stallo nelle trattative tra il governo e le parti sociali“.
Una delle richieste, insieme con nuove opportunita’ di lavoro, e’ il ritorno delle forze di polizia dopo che il commissariato cittadino era stato dato alle fiamme durante i disordini di gennaio. Redeyef e’ situata nel governatorato di Gafsa, a circa 20 chilometri dalla frontiera con l’Algeria. Nell’area si trova uno dei piu’ importanti giacimenti di fosfato al mondo. Nel 2008 Redeyef fu teatro di proteste e scontri con la polizia che provocarono morti e feriti. Le agitazioni sono continuate dopo la rivoluzione che, nel 2011, ha messo fine al regime di Ben Ali.

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