Aics: “Sfida alla disabilità, ecco le nostre linee guida”

ROMA – Circa il 15% della popolazione mondiale e’ affetta da una qualche forma di disabilita’, e tra di essi l’80% vive in Paesi in via di sviluppo: da qui l’esigenza di costruire societa’ piu’ accoglienti e inclusive, in linea con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 e forti dell’esperienza maturata dal nostro paese nel tempo. È con questo che ha deciso di confrontarsi l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), che oggi ha presentato a Roma le ‘Linee guida per la disabilita’ e l’inclusione sociale negli interventi di cooperazione 2018′. Aics ha coordinato questo lavoro di raccolta dati, monitoraggio e valutazione in collaborazione coi ministeri degli Esteri, dell’Istruzione, della Sanita’ e del Lavoro, con la presidenza del Consiglio, la Banca mondiale, ma anche organizzazioni della societa’ civile come Link 2007, Aoi e Forum terzo settore.
Come si coniuga l’accoglienza dei migranti con il tema della disabilità e dell’inclusione?
“Non esistono ancora protocolli specifici per queste persone, né in Italia né a livello internazionale, dove l’approccio continua a essere di tipo emergenziale”, prosegue alla Dire Maura Viezzoli.
A margine dell’evento, Viezzali conferma che sul tema “non c’è molta attenzione”.
“Minori o adulti migranti con disabilità – sottolinea la rappresentante di Link 2007 – non ricevono alcuna attenzione particolare e questo accade sia in Italia che all’estero, dove nei programmi di emergenza si fatica ancora ad avere protocolli specifici per queste persone. Immaginiamo quanto fragile sia una persona con disabilità in una situazione normale in un Paese povero, e come la situazione peggiori se si trova ad affrontare un disastro ambientale o di guerra, tutte situazioni che possono mettere a rischio la sua vita”.
Le Linee guida proposte da Aics “prendono in esame il tema in maniera generale – considerando la gestione dei disabili sfollati, cioé che si trovano a dover lasciare le proprie case rapidamente per via di disastri naturali – e integra politiche in teoria già in piedi ma che non sono ancora applicate completamente. Pensiamo al ruolo della scuola nell’includere i migranti diversamente abili”.
Infine, il testo incoraggia l’adozione di fondi economici specifici: “Quando si interviene in contesti di emergenza – conclude Viezzoli – bisogna tenere presente una quota di fondi per il sostegno di questa categoria vulnerabile”.

