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Il direttore del soccorso alpino valdostano: “In montagna si corrono troppi rischi per ignoranza”

Paolo Comune era ospite della rassegna Valp&Livre, organizzata dal Comune di Valpelline e dalla libreria À la page di Aosta

Pubblicato:20-08-2021 12:38
Ultimo aggiornamento:20-08-2021 12:38

Paolo Comune, direttore del soccorso alpino valdostano, ospite della rassegna "Valp&Livre", organizzata dal Comune di Valpelline e dalla libreria À la page di Aosta, nel salone comunale di Valpelline
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VALPELLINE (AOSTA) – Il soccorso alpino valdostano, a inizio stagione, ha diffuso alcune immagini di una persona, in tenuta da escursionista, che passeggiava solo, slegato, su un ghiacciaio della zona del Monte Rosa. “Le persone che vediamo sul ghiacciaio da sole, slegate, in pantaloncini corti, non credo siano lì a sfidare nessuno o a far vedere di essere più forti degli altri. Semplicemente ignorano che sotto di loro c’è un mondo, fatto di crepacci, e se ci finisci dentro non hai chance se non sei legato con qualcun altro”. Lo ha spiegato ieri sera Paolo Comune, direttore del soccorso alpino valdostano, ospite della rassegna “Valp&Livre”, organizzata dal Comune di Valpelline e dalla libreria À la page di Aosta, nel salone comunale di Valpelline.

“Devo spezzare una lancia a favore di questi poveretti che sui social vengono massacrati quando lanciamo appelli come questo. L’obiettivo non è quello, l’obiettivo è spiegare che in certe situazioni si va legati. Quella è un’ignoranza su quello che si va ad affrontare” ha aggiunto Comune. Che poi ha usato un aneddoto personale per spiegare la situazione. “Dico sempre che c’è tanta ignoranza, ma nel senso buono del termine. Sono stato in Sardegna cinque anni fa in una spiaggia un po’ selvatica. Dopo cinque giorni di pioggia, smette di piovere e vedo due ragazze con un cannottino che vanno in mare. Io le invidio, beate loro. Ero con un sardo, che mi dice ‘ma cosa fanno? Se per sfortuna perdono un remo, non tornano indietro’. A me non è neanche venuto in mente che c’era il vento che portava fuori, niente. La stessa cosa succede da noi. È solo ignoranza”.

Per il direttore del soccorsso alpino valdostano, “diverso è il caso di una persona che sale in bicicletta sul Breithorn“, anch’esso finito nelle cronache locali negli ultimi mesi. “Io non mi sento di dirgli ‘non andare sul Breithorn con la bici’, ma ‘vai con una persona che ti leghi‘ perché qual è la differenza tra andare in due persone con una tuta alare o in due persone con una bicicletta? Ognuno fa lo sport che vuole. Però mettiti in condizione di non farci intervenire“.


Comune ha spiegato: “Il vero spreco di queste persone, non è solo quello economico o di mettere in pericolo i soccorritori, ma di sprecare una risorsa”. In tutta la Valle d’Aosta “abbiamo un solo elicottero, due nei periodi di maggiore affluenza. Se un elicottero è impegnato in un soccorso inutile, non può dare assistenza a un infarto o un incidente grave”.

DIRETTORE SOCCORSO ALPINO: “TROPPI RUNNER INCOSCIENTI”

La larga diffusione di sport di corsa in montagna, come lo skyrunning o il trail running, stanno mettendo in forte difficoltà il soccorso alpino, anche in Valle d’Aosta. Lo ha spiegato Paolo Comune, direttore del soccorso alpino valdostano, ieri sera alla rassegna letteraria “Valp&Livre”, organizzata nell’ex centralina di Valpelline dall’amministrazione comunale e dalla libreria À la page di Aosta. “Le gare non ci stanno aiutando- ha sostenuto Comune- ci sono tante persone a piedi, in tutina, che vanno su e tornano giù. C’è un distinguo enorme tra una gara e quando sei da solo. La gara prevede un’organizzazione, la messa in sicurezza del percorso e una presenza del soccorso dislocato in vari punti”. Corridori forti, che spesso però sottovalutano i rischi della montagna, correndo slegati sui ghiacciai.

“La scorsa settimana abbiamo soccorso due persone che avevano dovuto dormire fuori sul colle Mayor, a 4.700 metri, vicino alla vetta del Monte Bianco- ha raccontato Comune-. Questi erano due alpinisti. Siamo riusciti a prenderne uno dei due, un’altra guida è rimasta lì e ha portato l’altro, in buone condizioni fisiche, in cima al Bianco per poi scendere dall’altra parte. C’era nebbia, c’era maltempo, e hanno incrociato uno skyrunner in calzamaglia e scarpe da ginnastica”. “Questo è allenarsi per una competizione, ma sei fuori da ogni canone- ha aggiunto il direttore del Sav- perché anche nelle gare più estreme, quelle che sono organizzate sul ghiacciaio, si procede con i ramponi, delle scarpe ramponabili e legati. Però ormai sta dilagando questa cosa qui”.

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