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Coronavirus, Zaia: “Imprese aperte e scuole chiuse grosso problema”

Il Veneto, spiega Zaia, non vuole fare fughe in avanti sulla riapertura. Ma osserva: "Aspettare una o due settimana non cambia, si tratterà di convivere con il virus"

Pubblicato:20-04-2020 14:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:10

luca zaia
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VENEZIA – Quello della non contemporaneità della riapertura delle imprese e delle scuole, che rimarranno chiuse più a lungo, “è un problema grossissimo”. Lo ammette il governatore del Veneto Luca Zaia, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera.

“Sono temi che devono essere affrontati dal legislatore nazionale, noi non abbiamo né copertura giuridica né tantomeno economica“, precisa Zaia.

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“APP OBBLIGATORIA O NON FUNZIONERÀ”

Quando finiranno le restrizioni agli spostamenti, “potrà essere che se ti fermano per un controllo verificano che tu abbia mascherina e guanti, ma anche l’app scaricata sullo smartphone”. Lo ipotizza il governatore del Veneto Luca Zaia, parlando dell’app per il tracciamento dei contagi che si ipotizza di utilizzare per evitare il rischio una nuova ondata di coronavirus.

“Fin dall’inizio dell’emergenza il Veneto ha studiato un’app per il tracciamento dei contagi, ma siamo perché ce ne sia una unica a livello nazionale, siamo autonomisti ma non su queste cose”, continua Zaia annunciando che proprio questo pomeriggio è prevista una riunione sull’argomento a livello nazionale.

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L’idea è che ci si registri all’app “inserendo solo mail e codice fiscale. Poi l’app tiene il bluetooth acceso e traccia le connessioni a meno di due metri, in modo che quando individuiamo un caso positivo sappiamo già tutti i suoi contatti”, spiega Zaia. “È il modello coreano, ed è esattamente quello che vogliamo, ma è ovvio che se uno non tiene l’app accesa non può funzionare“. E perché il sistema sia efficace, è necessario che sia utilizzato da almeno il 60% della popolazione. Quindi l’uso dell’app sarà “volontario ma fino ad un certo punto, dovremmo renderla obbligatoria altrimenti non funziona”, continua il governatore veneto. “Dopodiché è ovvio che i dati dei movimenti non li avrà nessuno, sono tutti codici alfanumerici”.

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“ROMA DECIDE VIA A FASE 2, CONVIVREMO CON COVID”

Il Veneto non ha intenzione di fare nessuna fuga in avanti, “l’unico che ha la competenza per la riapertura è il governo“, e in ogni caso quando il governo deciderà che si può riaprire con gradualità “noi affronteremo l’apertura con tutta una serie di misure, senza prescindere dal fatto che ci sia un accordo con i rappresentanti dei lavoratori e quelli delle aziende”. Perché “prima viene la salute, non siamo irresponsabili”, afferma il governatore del Veneto.

Bisogna però tenere conto del fatto che l’apertura porterà ad una “fase di convivenza con il virus, che è quello che hanno fatto Wuhan, l’Hubei, la Corea…”. Quindi va bene anche che ci sia “chi dice che bisogna attendere ancora un po’, tutto si può fare. Ma non è che se attendiamo una settimana in più, due, tre settimane in più, il virus se ne sarà andato.. questa sarà una fase di convivenza”, precisa Zaia. “Se dovessimo fare una pubblicità progresso lo slogan potrebbe essere: ‘Attento perché la morte è dietro l’angolo'”. Ma se invece “si decide di restare chiusi allora vuol dire stare chiusi all’infinito, mesi o forse anni, perché il virus non se ne andrà” e bisognerà invece arrivare ad una immunità di gregge. Con la speranza che ci si stia già avvicinando, perché “io non so dire quanti veneti siano stati contagiati”. In ogni caso, se davvero si può sperare che a maggio le restrizioni diventino meno pesanti, bisogna considerare che “non esiste una riapertura senza l’obbligo di mascherine“, conclude Zaia.

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“RIAPRIRE PRIMA IL VENETO? ASPETTO SCIENZIATI”

Riaprire in Veneto prima che in altre Regioni? “Sono per esprimere una considerazione dopo aver visto la presa di posizione ufficiale del comitato scientifico nazionale, perché noi siamo pronti a tutto, ma se quelli che si intendono di clinica e sanità ci dicono sì, allora bene, sennò non mettiamo a repentaglio la vita dei cittadini. Io penso che si debba affrontare il tema, ma in sicurezza”, afferma ancora Zaia.

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