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Il Veneto vota sul fine vita, Zaia: “Non è una questione politica”

Martedì 16 gennaio il Veneto vota su una proposta di legge di iniziativa popolare per avere un protocollo di gestione delle richieste di suicidio assistito: il governatore Zaia ha più volte parlato a favore dell'approvazione

Pubblicato:15-01-2024 19:37
Ultimo aggiornamento:16-01-2024 15:58

fine vita non passa in veneto
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VENEZIA – Oggi, 16 gennaio, alle 10.30, il presidente del Veneto, Luca Zaia, parteciperà alla seduta del Consiglio regionale a Palazzo Ferro Fini in cui si discuterà il progetto di legge 217, ovvero la proposta di legge di iniziativa popolare “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale”. Si tratta della proposta per regolamentare le procedure di fine vita- suicidio assistito, questione sulla quale Zaia ha detto di preferire una buona legge piuttosto che faticose dinamiche che, caso per caso, si trovano a dover decidere come dar seguito alle richieste dei pazienti in relazione alla pronuncia della Consulta.

La proposta, spinta dall’associazione Coscioni e firmata da 9.072 cittadini veneti, nel concreto chiede di istituzionalizzare una procedura e nello specifico che gli ospedali pubblici diano una risposta in tempi brevi (20 giorni) a chi richiede il suicidio assistito.

ZAIA: “NON È UNA QUESTIONE POLITICA”

Il presidente del Veneto ha spiegato così il suo sostegno alla proposta di legge: “In un paese civile si deve adottare una legge; non possiamo gestire queste situazioni semplicemente considerando i cittadini sofferenti che si appellano a una sentenza della Corte costituzionale. Non strizzo l’occhio a sinistra, i temi etici devono essere separati dal pensiero politico“, disse a fine novembre. E poi, a fine dicembre disse che su questo tema “bisogna mettere in ordine i ragionamenti e le informazioni e questo tema non è oggetto di battaglia politica, ognuno vota quello che vuole” ricordando che la proposta non porta a una “legge che autorizza il suicidio assistito, questa è una leggenda metropolitana”. Si definisce invece una determinata procedura.


Nelle scorse settimane, in vista del dibattito di domani, Zaia ha poi riconosciuto che il Consiglio veneto deve dare una risposta a chi sottopone una proposta dopo aver raccolto tante firme. Ha ricordato che esiste sia il testamento biologico che la sentenza della Corte costituzionale (caso dj Fabo) con cui si può chiedere al comitato etico della propria azienda sanitaria un percorso di fine vita “che non chiamo suicidio assistito”.
Dunque, annunciò: “Andrò in Consiglio regionale a parlare, a portare questo ragionamento e non per promuovere ma per una ragione di civiltà e con massimo rispetto per chi non la pensa così”. Poi l’aula discuterà e voterà e “sarà quello che sarà, ma vi invito a non dare contenuti politici a questo voto perché per noi non ne ha”, resta però che per Zaia è meglio una “legge fatta bene che una sentenza”.

Contro la proposta di legge si sono schierati Fratelli d’Italia, Forza Italia e un gruppo di consiglieri leghisti e del gruppo Misto. 

UNA PROPOSTA SENZA EMENDAMENTI

“Alla fine ha prevalso il buonsenso: nessuno ha presentato emendamenti alla proposta di legge d’iniziativa popolare ‘Liberi subito’ per regolare tempi e procedure del suicidio medicalmente assistito, che domani approderà finalmente in aula. Dal canto mio, ho detto fin dal principio che non ne avrei presentati e così ho fatto”. Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Regione Veneto. Si dice dunque soddisfatta: “Evidentemente, chi voleva presentare emendamenti, annunciandolo più volte, alla fine ha cambiato idea. Questa è una buona notizia per la prima legge d’iniziativa popolare discussa nel nostro Consiglio regionale: così, senza emendamenti, quello che voteremo sarà il testo originale proposto dai promotori e sottoscritto da oltre 9.000 cittadini veneti. Credo si tratti di un grande prova di rispetto nei confronti dei cittadini che si sono impegnati nei banchetti e hanno partecipato a tutto l’iter legislativo”.
L’assenza di emendamenti disinnesca “il rischio di modifiche che avrebbero inevitabilmente snaturato il testo, ora manca solo l’ultimo passo: l’approvazione definitiva della legge regionale. Il voto già espresso dal Consiglio sulla mia mozione sul fine vita, approvata a larga maggioranza, suggerirebbe un ragionevole ottimismo in vista di domani. Non bisogna però dimenticare che ogni voto conta: spero quindi che la notte porti consiglio agli indecisi, che rischiano di essere determinanti”, conclude la consigliera regionale pentastellata.

ZANELLA: “CONSIGLIO VENETO FA QUEL CHE DOVREBBE FARE PARLAMENTO”

“Una scelta coraggiosa che va incontro alle nuove sensibilità in tema di fine vita. La maggioranza di destra in parlamento ostacola la discussione di una legge, noi abbiamo presentato una nostra proposta ma temiamo che non si arriverà a discuterla per via del muro oscurantista dominante. Questo rende la discussione che domani inizia nel Consiglio regionale del Veneto uno stimolo per altri territori: bravo Zaia a sfidare la sua Lega che in parlamento ha posizioni molto arretrate”. Così la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella.

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