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Cucù al posto di Gesù, Zaia: “Qua si sta esagerando”

Zaia commenta la scelta politically correct delle maestre di una scuola elementare di Padova che hanno sostituito Gesù con la parola 'cucù' e fatto altre modifiche ai testi delle canzoni natalizie: "Un gesto che non possiamo accettare"

Pubblicato:21-12-2023 18:07
Ultimo aggiornamento:21-12-2023 18:07
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zaia presepe natale
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VENEZIA – “L’avvenuta modifica in maniera artificiosa di una canzone di Natale nel nome di una teorica voglia di inclusione e rispetto è un grave errore: pensare di favorire l’accoglienza cancellando i riferimenti alla nostra religione, alla nostra identità, alla cultura che da secoli e secoli caratterizza il Veneto è un gesto che non possiamo accettare”. Anche Luca Zaia, presidente del Veneto, boccia l’idea della scuola della provincia di Padova che ha rimosso i riferimenti cristiani alle canzoni di Natale.
“Innanzitutto- sottolinea Zaia- ricordiamo che non stiamo parlando di una preghiera, ma di una canzone. L’imposizione di una preghiera a bambini di altra fede potrebbe certamente essere subita come una forzatura. Ma questo è un testo musicale, con un profilo identitario. Incomprensibile, siamo in un Paese dove si difende giustamente qualsiasi prodotto artistico e intellettuale anche nei suoi contenuti più forti, ma in questo caso si permette di intervenire su una canzone modificandola e stravolgendola così, nel nome del ‘politically correct’: un’intera comunità si interroga sul perché di questa scelta. Ho l’impressione che si stia esagerando, e lo dice una persona che ha fatto della tolleranza una scelta di vita”.

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Peraltro, “ed è bene che sia studiato da molti teorici di un laicismo dogmatico, anche nell’Islam Gesù è riconosciuto come una delle figure cardine, uno dei profeti. Il messaggio di pace del Natale non è certo una minaccia o un ostacolo all’incontro tra culture differenti. Così come non lo sono i simboli cristiani che riassumono l’identità della nostra gente e delle nostre comunità, un’identità che è il frutto della nostra storia e va oltre il puro aspetto religioso. Se nascondiamo quelle che sono le nostre vere radici non facciamo un piacere a nessuno: né ai veneti da sempre né ai nuovi veneti”, avverte Zaia.


Bisogna dunque evitare di “rinunciare a presentarci per quelli che siamo, offrendo un’immagine della nostra società che non è quella reale, svuotando del loro senso profondo le nostre tradizioni e improvvisando una motivazione artificiale alla base delle festività che hanno da sempre cadenzato la nostra vita di comunità segnandone il cammino fino ad oggi. L’inclusione è, e deve essere, riconoscimento leale della reciproca cultura: su questo non sono disposto a scendere a compromessi”, conclude Zaia.

“Cucù al posto di Gesù è una scelta che lascia a dir poco perplessi e che ha destato l’ira, del tutto comprensibile, di molti genitori. È davvero inconcepibile come qualcuno possa interpretare una recita natalizia come offensiva o, addirittura, diseducativa e irrispettosa. Rinnegare o nascondere Gesù non è progresso, è una mancanza di rispetto verso la cultura del nostro Paese”, stanga anche il segretario della Lega veneta Alberto Stefani. “Sono davvero perplesso, per usare un eufemismo”, commenta il vicepresidente di Fdi in Regione, Enoch Soranzo. “Mi chiedo solo se il politicamente corretto, quando portato alle estreme conseguenze come in questo caso, sia sempre la scelta migliore. Non mi risulta che in altri Paesi venga snaturata l’identità culturale di un popolo in occasione di feste tradizionali“, afferma. Peraltro, “certamente i bambini non considerano, come purtroppo spesso fanno gli adulti, le differenze di razza, religione, provenienza, ma anzi sono felici di festeggiare tutti insieme secondo le tradizioni del Paese che li ospita, perché così hanno modo di conoscersi meglio tra loro”. Dunque, meglio “rispettare e tramandare alle generazioni future, sempre nel rispetto anche di quelle altrui, ma non in sostituzione. Sarebbe un errore imperdonabile che creerebbe solo confusione e disorientamento, non integrazione”.

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